Il 2 aprile è il giorno voluto dall’ONU per celebrare la Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo, e anche noi di Tuttosteopatia.it vogliamo lasciare un piccolo contributo che vuole essere un segno positivo in un ambito così difficile, come quello dell’Autismo.
Sulla traccia di Still, padre fondatore dell’Osteopatia, convinto già oltre 100 anni fa dell’intossicazione come causa principale di molte malattie, anche oggi finalmente c’è una quantità sempre maggiore di medici e ricercatori che riconoscono cause “ambientali” (la cui branca si chiama Epigenetica) a questo disturbo.

Fra questi, in occasione di questa giornata sull’autismo, ci piace citare Franco Verzella, medico ricercatore che ha sviluppato soluzioni innovative in vari campi della salute affrontando anche i tema “autismo” da un punto di vista multidisciplinare, secondo l’impostazione messa a punto negli USA già dagli anni 90, che prende in esame varie componenti nell’approccio al disturbo sia in fase diagnostica che riabilitativa, ossia: nutrizione, gastroenterologia, immunità, metabolismo, neurologia, psicologia.

“L’AUTISMO è una condizione che più di ogni altra esprime la tossicità dell’ambiente – si legge sul suo blog francoverzella.it – il ritardo della medicina specialistica e l’analfabetismo biologico della nostra cultura. Nell’arco di 50 anni si è passati da una incidenza di un caso su 2.500 ad un caso su 68 (CDC: Marzo 2013). Le cause comprendono: inquinamento ambientale, tossicità alimentare, vaccinazioni di massa, uso improprio di farmaci, in particolare antibiotici e psicofarmaci”.

Intestino danneggiato da parassiti, alterazione rame-zinco, lipoproteine alte sono alcuni dei sintomi presentati da bambini “autistici”, che sono in primo luogo fortemente intossicati.

In una testimonianza diretta – che riproponiamo nel video in fondo a questa pagina – sono le mamme di ragazzi autistici, seguiti in seguito proprio dal dr. Verzella dopo la diagnosi, a raccontare come subito dopo la vaccinazione i loro figli abbiano presentato sintomi preoccupanti che in seguito si sono rivelati collegati a intossicazione da metalli pesanti a seguito dei vaccini.

“C’è chi pensa che le vaccinazioni siano una cosa indicatissima e necessaria per la salute dei bambini – dice Franco Verzella nell’intervista in una tv locale dell’Emilia Romagna – ma ci sono dei medici che le considerano addirittura un trattamento antibiologico. Io mi sono posto dalla parte di un genitore e ho iniziato a farmi delle domande non da medico, ma da genitore”.

  1. Perché iniettare 6-7 farmaci contemporaneamente, a scopo preventivo?
  2. Perché in età neonatale, quando questo enorme carico di farmaci si incontra con un sistema immunitario così fragile?
  3. Perché 25 inoculi nei primi 15 mesi?
  4. Una sola formulazione di 6-7 farmaci possa andare ugualmente bene per 500.000 bambini che vengono vaccinati ogni anno?
  5. Nessuna valutazione preventiva?
  6. Nessun monitoraggio post vaccino?
  7. Vigilanza passiva?
  8. Obbligatorietà? Sono ben 15 i paesi europei in cui non è obbligatorio vaccinare: Spagna, Austria, Olanda, Portogallo, Lussemburgo, Danimarca, Lituania, Estonia, Svezia, Norvegia, Finlandia, UK, Irlanda e Islanda. Purtuttavia in Italia ancora oggi i genitori non possono esercitare il diritto di scegliere.

Nel 1950 l’autismo riguardava un bambino su 10000, nel 1980 uno su 5000, nel 2007 uno su 195, e nel 2012 uno ogni 100, vale a dire il 57% in più nel giro di 4 anni con un incremento di 50 volte, ovvero del 5000% in pochi decenni.

“L’incremento di tipo epidemico è sicuramente legato all’ambiente – spiega Franco Verzella – dove per questo si intende tutto: quello fisico, l’alimentazione, mancanza di prevenzione pre-concepimento, che è invece il momento chiave, mancanza di diagnosi precoce”.

Nessuna famiglia in età fertile è dunque immune dal rischio di generare un figlio con questi problemi, per cui è estremamente importante fare prevenzione, perciò “l’indicazione pratica, vera – chiosa Verzella – è quella di comprendere che l’autismo è un allarme per tutta la popolazione e che i primi 3 anni di vita sono i più delicati di tutta la vita; questi bambini sono il ‘termometro’ più sensibile della tossicità del nostro ambiente”.

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