Alla luce del fervido dibattito sullo “status dell’osteopatia” scaturito nelle ultime settimane, vogliamo cercare di ricostruire quanto accaduto nel panorama osteopatico italiano negli ultimi tempi, cercando di fare il punto della situazione.
Invitiamo sin d’ora chiunque abbia informazioni ulteriori su date, documenti, comunicazioni ufficiali, a fornircele per poter integrare questo documento.
Credo che possiamo ritenere come obiettivo condivisibile per tutti noi che l’osteopatia possa rientrare nelle professioni sanitarie con un percorso di formazione autonomo e indipendente di almeno 5 anni a tempo pieno, e una formazione simile a quella che in questi anni si è messa a punto in conformità con le direttive OMS.
Nel 2008 in Europa FEO e FORE partecipano all’istituzione del tavolo CEN per l’Osteopatia. Il Comitato europeo di normazione CEN, è un ente normativo che ha lo scopo di armonizzare e produrre norme tecniche (EN) in Europa in collaborazione con enti normativi nazionali e sovranazionali quali l’ISO. Gli standard europei prodotti dal CEN sono normalmente armonizzati e adattati dai singoli paesi che li accolgono, come per esempio l’UNI in Italia.
30 marzo 2011: risale a questa data l’ultima Proposta di Legge della precedente legislatura su “Riconoscimento dell’osteopatia come professione sanitaria primaria“ d’iniziativa dei deputati Scilipoti, Angeli, Barani, Barba, Cesario, Ciccioli, Di Cagno Abbrescia, Di Virgilio, Golfo, Giulio Marini, PAGANO*, Polledri, Razzi, Sardelli, Scalera, Scandroglio, Tortoli, Traversa, Zacchera.
14 gennaio 2013: approvazione della legge n. 4 “Disposizioni in materia di professioni non organizzate“. L’Osteopatia entra tra le professioni non regolamentate, secondo un modello di autoregolamentazione basata sul rispetto della norma UNI.
5 febbraio 2013: il Ministero della Salute in una missiva al direttore generale UNI con oggetto: “Norme UNI su chinesiologi, naturopati e osteopati”, specifica la propria posizione riguardo l’Osteopatia che – si legge – “rientra tra le attività riservate alle professioni sanitarie. Pertanto si esprime parere contrario sull’ulteriore corso dei predetti progetti di norma, dovendo tali attività trovare regolamentazione positiva nell’ambito delle professioni sanitarie”.
Scarica qui il documento del Ministero della Salute.
7 maggio 2013: seconda comunicazione del Ministero della Salute più dettagliata a conferma del ruolo sanitario dell’osteopatia, con tutta una serie di motivazioni oggettive, persino riferite alla Bozza di norma UNI.
6 giugno 2013: Nasce la norma UNI 11492 (qui una prima bozza) sulla figura professionale dell’osteopata.
Dal Sommario della norma, attualmente non disponibile (come si legge sul sito uni.com): “La norma definisce i requisiti relativi all’attività professionale dell’osteopata, ossia la figura professionale che riconosce la disfunzione somatica della persona e la risolve attraverso un trattamento manuale.Detti requisiti sono specificati, a partire dai compiti e attività specifiche identificati, in termini di conoscenza, abilità e competenza in conformità al Quadro europeo delle qualifiche (European Qualifications Framework – EQF) e sono espressi in maniera tale da agevolare i processi di valutazione e convalida dei risultati dell’apprendimento”.
Qui è possibile scaricare la prima bozza della norma UNI.
Per ulteriori dettagli sulla norma UNI, leggere l’articolo pubblicato su Tuttosteopatia.it.
Gennaio 2014: l’AIFI – Associazione Italiana Fisioterapisti ha sollevato pesanti critiche al documento UNI, a partire dalla terminologia medica utilizzata nel testo (es. “disfunzione somatica”). Il tavolo UNI per l’osteopatia ha apportato le modifiche necessarie al documento. A seguito di ciò, nostro malgrado, l’assemblea plenaria dell’UNI ha deciso di riaprire il documento. Questo ha comportato che la norma fosse rimandata in inchiesta pubblica per 30 giorni in cui l’AIFI ha eccepito ulteriori osservazioni sul testo. E’ possibile che l’interrogazione parlamentare dell’on. Binetti sia stata sollecitata dalle polemiche AIFI.
12 marzo 2014: risposta del ministro Lorenzin all’interrogazione parlamentare dell’on. Binetti: “Per quanto concerne l’osteopata, questo Ministero si è più volte espresso, anche verso l’Ente Nazionale Italiano di Unificazione di Normazione, affermando che le attività svolte dall’osteopata rientrano nel campo delle attività riservate alle professioni sanitarie”.
Qui il documento con l’interrogazione e il testo della risposta.
Ulteriori dettagli sulla vicenda nell’articolo pubblicato su Tuttosteopatia.it: “Osteopatia: professione sanitaria e distorsione dell’informazione“.
24 marzo 2013: riunione e votazione per l’accoglimento della norma europea CEN presso l’Ente Nazionale di Unificazione a Milano conclusasi con un nulla di fatto. Il Tavolo UNI per la professione osteopatica si è espresso con un voto di astensione.
Presenti al tavolo di lavoro UNI Paola Sciomachen, coordinatrice del gruppo di lavoro per l’Osteopatia sia per l’UNI che per il CEN, Giorgio Berloffa, presidente di CNA professioni, Eduardo Rossi (presidente del ROI), Alfonso Mandara (presidente FeSIOs), Carmine Castagna (direttore della scuola ISO), Marco Giardino (direttore della scuola AIMO), Luigi Ciullo (direttore della scuola IEMO) che, sebbene non fosse presente, ha inviato il voto con comunicazione scritta, ed il Prof. Cesare Cerri (Università Milano Bicocca).
Contrastanti le posizioni all’interno del gruppo di lavoro, diviso tra favorevoli e contrari alla norma CEN. Il risultato di astensione è stato dunque la conseguenza di tale divisione; se da un lato infatti il presidente del ROI ha espresso parere negativo perché – come ci ha detto lui stesso “la norma CEN è in contrasto con la legislazione italiana e questo ha portato UNI a ritenerla inapplicabile”, dall’altro Luigi Ciullo – direttore istituto IEMO e componente del dell’Associazione Professionale Osteopati – ha dichiarato di “auspicare con tutte le forze che il parere sia favorevole e che si possa, di conseguenza, programmare una riunione UNI d’urgenza per votare nuovamente, questa volta a favore, la stessa norma”.
La norma CEN (qui una bozza) al contrario della norma UNI (adesso sospesa) definisce l’Osteopatia “una branca dell’assistenza sanitaria” e dettaglia le attività proprie e i metodi di esercizio della medesima professione nonché le competenze le abilità le conoscenze e la formazione. “Individua inoltre le caratteristiche degli ambulatori di osteopatia – spiega Paola Sciomachen – utilizzando termini e definizioni che sono proprie della nostra professione, alcuni dei quali non avremmo potuto utilizzare nella compilazione della norma italiana in quanto tipiche di attività sanitarie”.
24 marzo 2014: riunione a Milano del gruppo settoriale UNI. La riunione prevedeva la partecipazione dell’AIFI per un confronto fra le parti, in seguito al quale l’UNI avrebbe preso una decisione in merito alla Norma sull’osteopatia. Il rappresentante dell’AIFI non si è presentato ma la riunione si è svolta ugualmente senza prendere in considerazione le problematiche sollevate dall’AIFI.
“Alla luce invece delle ultime dichiarazioni fatte in Parlamento – afferma in una nota Paola Sciomachen, vice presidente ROI – in cui viene affermato che l’osteopatia è attività sanitaria, dichiarazioni già precedute in altre occasioni da affermazioni del Ministero della Sanità che esprimevano lo stesso orientamento, l’UNI ha deciso di sospendere la Norma” chiedendo però al Ministero della Salute quali siano gli atti riservati alle sole Professioni Sanitarie”.
Molto probabilmente l’UNI non andrà contro il parere espresso dal Ministero della Salute, questo perché lo stesso Ministero assume un ruolo primario nella decisione finale circa un eventuale conferma o definitiva sospensione della norma UNI.
A seguito della sospensione della norma UNI, Paola Sciomachen in qualità di coordinatrice del gruppo di lavoro per l’Osteopatia sia per l’UNI che per il CEN è riuscita a far riconvocare il tavolo per rivedere la posizione di astensione presa in mattinata relativamente all’accoglimento della norma CEN sull’Osteopatia.
4 aprile 2013: per questa data è stata richiesta ed accolta all’UNI una riunione per “un riesame della posizione circa la norma europea”.
L’UNI di Milano ha richiesto al Ministero della Salute un parere preliminare alla norma CEN, chiedendo inoltre ufficialmente allo stesso Ministero un parere in merito ad un eventuale “A-Deviation” (appendice indicante i riferimenti legislativi nazionali) richiesto dal gruppo di lavoro UNI, affinché, all’interno del documento CEN, vengano evidenziati che in Italia alcuni punti presenti nello stesso documento, quali “Diagnosis”, “Clinical Education”, “Patients”, etc, sono in contrasto con la Legislazione Italiana.
“Resta comunque la possibilità reale che questa nostra richiesta non riceva nessuna risposta da parte del Ministero della Salute” dice Carmine Castagna, componente del tavolo UNI e direttore della scuola ISO. “Molto probabilmente – ci dicono dall’UNI – anche la Francia chiederà una A-Deviation, simile alla nostra o addirittura voterà negativamente il Documento CEN; non ci sono certezze sul voto francese ma di certo in commissione CEN avevano comunicato la necessità di richiedere delle AD”.
* Deputati ancora in carica
E quindi il ROI come mi si colloca in tutto questo??????????????
Ma perchè non li mandiamo tutti a ……
CHE BEL CASINO! MA PERCHE’ NON SI INSISTE SUL RICONOSCIMENTO COME PROFESSIONE SANITARIA PRIMARIA E BASTA! LE MEZZE VIE PORTANO SOLO AD ETERNA CONFUSIONE. PER OTTENERE L’ELEMOSINA NO SI PENSA AD OTTENERE IL GIUSTO POSTO….ORA COME ORA NON CREDO CI SIA PIU’ IL RISCHIO DI ESSERE MESSI FUORI LEGGE. INSISTIAMO CON FORZA SUL RICONOSCIMENTO COME PROFESSIONE SANITARIA PRIMARIA. SI L’HO GIA’ DETTO, MA E’ MEGLIO ESSERE CHIARI!
Urge chiarimento da parte del ROI come nostro garante.
Quindi la norma UNI ad oggi è sospesa? Quindi,ad oggi, qual’è identità giuridica dell’osteopata?
mi piacerebbe sapere che cosa c’era scritto nella definizione della disfunzione somatica che ha urtato i fisioterapisti e che quale correzione sono state fatte per favore ?
Intanto il ministero della sanità se riconosce l’osteopatia come professione sanitaria dovrebbe anche abolire l’iva di cui attualmente le prestazioni osteopatiche sono soggette.
Poi a nessuno dice niente questa società che si chiama Accredia, società accreditata dallo stato per la messa in opera delle norme UNI
Ma perchè ci dobbiamo sottomettere ai voleri dei fisioterapisti?? Cosa centra la Scienza Osteopatica con la Tens-massaggio-ionoforesi ….Ma non scherziamo!!!!!!
La cosa oscena è che non bastava l’ostracismo della classe medica ora dobbiamo fare i conti anche con i fisioterapisti!!! ma Ci rendiamo conto?????
Complimenti al sig. Piergiovanni, vedo che è molto informato sulla fisioterapia.
Chi commenta su questo blog è iscritto,quindi anche osteopata. Comunque la guerra tra poveri è utile solo ai "ricchi".
A parte che da Fisioterapista a diplomando Osteopata ricordo ai colleghi attuali e futuri che la Fisioterapia non è tensione massaggio ultrasuoni, che nel mio centro non si usano più, ma il punto e’ che la formazione osteopatica da 6 seminari per 5/6 anni quando va bene, esistono scuole di 2/3 anni, per un totale nel migliore dei casini di 120 giorni e’ RIDICOLA….professionalmente parlando!!!
Caro Domenico! Io non voglio fare la guerra tra poveri!!!!Non scherziamo!!!!Sono anch’io un ex rerapista prima di diventare dopo anni di studio e sudore un Osteopata. Per finire dico solo che siamo in ambiti COMPLETAMENTE diversi, non credo di offendere nessuno!!!!
L’osteopatia in Francia dove mi sono diplomato dopo 5 anni di corso, è riconosciuta, con tutti i suoi pregi, ma anche limiti. Per poter eseguire manipolazioni cervicali è necessaria la presrizione medica, o addirittura la presenza dello stesso. Per non parlare dei neonati. Per cui ben venga il riconoscimento, ma con regole non limitanti.
Carissimo Daniele non scherziamo!!!!Non so quale scuola tu stia frequentando, e che la Tens la ionoforesi non siano il pane quotidiano del terapista mi sembra una barzelletta. Ma lo sai quante ore abbiamo fatto di tirocinio?? Ma la tua scuola è riconosciuta dal ROI?? Conosci quali sono i requisiti per poter accedere??? Dai su , non scherziamo!!!!
Scusate ma…??? Un professionista che non ha una formazione Universitaria Sanitaria, che fattura con IVA , non è per caso che sta facendo un’abuso della Professione??? Piccolo post per riflettere…
Conosco conosco, e da come parli penso tu sia uno di quelli che deve tutto al ROI, altrimenti , ma solo in Italia non potresti espletare questa professione…il ROI cos’è in soldoni????
Comunque frequento una scuola riconosciuta purtroppo dal ROI!!!
A parte ogni polemica , stimo chi abbraccia l’Osteopatia, non mi piace chi si fregia di questo titolo guardando tutti dall’alto….e ti assicuro che molti possono permetterselo solo in Italia, leggi le normative che regolano la formazione delle figure sanitarie in ambito Universitario, da il parti per specializzarti!!!non mi sembra ci sia una laurea breve o diploma universitario in Osteopatia!!!
Un ultima cosa…frequenta altri fisioterapisti, perché quelli che frequenti mangiano un pane quotidiano un poco stantio!!!!!!!!!!!
La Repubblica Italiana mi ha nominato Fisioterapista non l’A.I.F.I, non mi interessa che sia il ROI , per di più senza nessun titolo, a nominarmi Osteopata…voglio che sia la Repubblica Italiana a riconoscermi questo titolo, con un vero inquadramento professionale…se ti pigliano a fatturare da Osteopata quindi con IVA,chiedi al ROI che ti rappresenti poi in sede legale….
Salve, vorrei che qualcuno mi spiegasse questo: come è considerata in Piemonte l’osteopatia, dove mi hanno parlato di una delibera regionale…… di più non so.Grazie
Sono uno studente al 2 anno di osteopatia!
Caro Daniele!!!Per fortuna che non esiste una laurea universitaria in Osteopatia!!! A quest’ora staremmo a parlare del sesso degli Augeli; per quanto riguarda il ROI credo che ti convenga documentarti!!!Per quanto riguarda il pane stantio..lascia stare è una battaglia persa
PS: ho tenuto anche corsi ai fisioterapisti pertanto parlo con cognizione di causa. Stammi bene trova il tuo STILL POINT….
ROI AIFI FISIOTERAPISTI OSTEOPATI, uniamoci per creare una professione riconosciuta…e’ l’unica soluzione…
Grazie Piero, lo farò, ovviamente mi scuso se nella concitazione del Blog posso averTi offeso, e’ una questione che difficilmente si può liquidare su un Blog spero si arrivi alla fine, capisco che chiedere un percorso Unoversitario in Italia di un certo valore sia un Utopia!!
Amici come prima!!!Stammi bene, Pietro.
Certo che la vita è proprio curiosa.
Se non leggo male, non vedo citato in quest’articolo il Presidente del ROI Eduardo Rossi, il già Vice Presidente Iginio Furlan e, permettetemi, nemmeno il sottoscritto.
Il primo a credere nel percorso della Certificazione del Professionista, nel percorso della normativa UNI, come strumenti non per aggirare l’ostacolo o sminuire l’osteopatia rispetto alle professioni sanitarie, ma semplicemente per sedersi in qualche tavolo che conta, è stato il presidente Eduardo Rossi e l’unico a dargli fiducia ai tempi, è stato Iginio Furlan.
Stesso discorso vale per :
il tavolo del CNEL.,
la prima proposta di legge a firma della Sen. Ombretta Fumagalli,
l’iter dell’on Lucchese
i contatti con gli attuali interlocutori istituzionali che, attualmente, dovrebbero occuparsi del riconoscimento
i contatti con i registri europei
il primo congresso internazionale di osteopatia a Torino nel 1999 opportunamente disertato
e molto altro ancora….
Io, allora studente di osteopatia anni 96/97, ho faticato un po’ ha comprendere che per un obiettivo ambizioso quale il riconoscimento dell’osteopatia come professione sanitaria si dovesse e si debba ancora passare obbligatoriamente attraverso tavoli istituzionali.
Vi rammento ancora, che mi sono occupato della Legge Regionale Piemontese primo percorso istituzionale che riconosceva l’osteopatia pur sapendo che correva il rischio di essere cassata successivamente dalla Corte Costituzionale, ma sempre con l’intento di farci conoscere ovunque come rappresentanti del più importante Registro degli Osteopati Italiani.
Si ringrazia chi ha redatto l’articolo per aver ricordato tutto questo.
Il Segretario del Roi – Francesco Scolaro
Onoriamo Dott.A.T.STILL !!!
Onoriamo!!!!
La Repubblica Italiana mi ha nominato Fisioterapista non l’A.I.F.I, non mi interessa che sia il ROI , per di più senza nessun titolo, a nominarmi Osteopata…voglio che sia la Repubblica Italiana a riconoscermi questo titolo, con un vero inquadramento professionale…se ti pigliano a fatturare da Osteopata quindi con IVA,chiedi al ROI che ti rappresenti poi in sede legale….
A parte ogni polemica , stimo chi abbraccia l’Osteopatia, non mi piace chi si fregia di questo titolo guardando tutti dall’alto….e ti assicuro che molti possono permetterselo solo in Italia, leggi le normative che regolano la formazione delle figure sanitarie in ambito Universitario, da il parti per specializzarti!!!non mi sembra ci sia una laurea breve o diploma universitario in Osteopatia!!!
ROI AIFI FISIOTERAPISTI OSTEOPATI, uniamoci per creare una professione riconosciuta…e’ l’unica soluzione…
Comunque frequento una scuola riconosciuta purtroppo dal ROI!!!
L’osteopatia in Francia dove mi sono diplomato dopo 5 anni di corso, è riconosciuta, con tutti i suoi pregi, ma anche limiti. Per poter eseguire manipolazioni cervicali è necessaria la presrizione medica, o addirittura la presenza dello stesso. Per non parlare dei neonati. Per cui ben venga il riconoscimento, ma con regole non limitanti.
Un ultima cosa…frequenta altri fisioterapisti, perché quelli che frequenti mangiano un pane quotidiano un poco stantio!!!!!!!!!!!
Caro Daniele!!!Per fortuna che non esiste una laurea universitaria in Osteopatia!!! A quest’ora staremmo a parlare del sesso degli Augeli; per quanto riguarda il ROI credo che ti convenga documentarti!!!Per quanto riguarda il pane stantio..lascia stare è una battaglia persa
PS: ho tenuto anche corsi ai fisioterapisti pertanto parlo con cognizione di causa. Stammi bene trova il tuo STILL POINT….
Caro Domenico! Io non voglio fare la guerra tra poveri!!!!Non scherziamo!!!!Sono anch’io un ex rerapista prima di diventare dopo anni di studio e sudore un Osteopata. Per finire dico solo che siamo in ambiti COMPLETAMENTE diversi, non credo di offendere nessuno!!!!
Grazie Piero, lo farò, ovviamente mi scuso se nella concitazione del Blog posso averTi offeso, e’ una questione che difficilmente si può liquidare su un Blog spero si arrivi alla fine, capisco che chiedere un percorso Unoversitario in Italia di un certo valore sia un Utopia!!
Conosco conosco, e da come parli penso tu sia uno di quelli che deve tutto al ROI, altrimenti , ma solo in Italia non potresti espletare questa professione…il ROI cos’è in soldoni????
Carissimo Daniele non scherziamo!!!!Non so quale scuola tu stia frequentando, e che la Tens la ionoforesi non siano il pane quotidiano del terapista mi sembra una barzelletta. Ma lo sai quante ore abbiamo fatto di tirocinio?? Ma la tua scuola è riconosciuta dal ROI?? Conosci quali sono i requisiti per poter accedere??? Dai su , non scherziamo!!!!
Chi commenta su questo blog è iscritto,quindi anche osteopata. Comunque la guerra tra poveri è utile solo ai "ricchi".
Onoriamo!!!!
Salve, vorrei che qualcuno mi spiegasse questo: come è considerata in Piemonte l’osteopatia, dove mi hanno parlato di una delibera regionale…… di più non so.Grazie
Sono uno studente al 2 anno di osteopatia!
Scusate ma…??? Un professionista che non ha una formazione Universitaria Sanitaria, che fattura con IVA , non è per caso che sta facendo un’abuso della Professione??? Piccolo post per riflettere…
Onoriamo Dott.A.T.STILL !!!
Certo che la vita è proprio curiosa.
Se non leggo male, non vedo citato in quest’articolo il Presidente del ROI Eduardo Rossi, il già Vice Presidente Iginio Furlan e, permettetemi, nemmeno il sottoscritto.
Il primo a credere nel percorso della Certificazione del Professionista, nel percorso della normativa UNI, come strumenti non per aggirare l’ostacolo o sminuire l’osteopatia rispetto alle professioni sanitarie, ma semplicemente per sedersi in qualche tavolo che conta, è stato il presidente Eduardo Rossi e l’unico a dargli fiducia ai tempi, è stato Iginio Furlan.
Stesso discorso vale per :
il tavolo del CNEL.,
la prima proposta di legge a firma della Sen. Ombretta Fumagalli,
l’iter dell’on Lucchese
i contatti con gli attuali interlocutori istituzionali che, attualmente, dovrebbero occuparsi del riconoscimento
i contatti con i registri europei
il primo congresso internazionale di osteopatia a Torino nel 1999 opportunamente disertato
e molto altro ancora….
Io, allora studente di osteopatia anni 96/97, ho faticato un po’ ha comprendere che per un obiettivo ambizioso quale il riconoscimento dell’osteopatia come professione sanitaria si dovesse e si debba ancora passare obbligatoriamente attraverso tavoli istituzionali.
Vi rammento ancora, che mi sono occupato della Legge Regionale Piemontese primo percorso istituzionale che riconosceva l’osteopatia pur sapendo che correva il rischio di essere cassata successivamente dalla Corte Costituzionale, ma sempre con l’intento di farci conoscere ovunque come rappresentanti del più importante Registro degli Osteopati Italiani.
Si ringrazia chi ha redatto l’articolo per aver ricordato tutto questo.
Il Segretario del Roi – Francesco Scolaro
CHE BEL CASINO! MA PERCHE’ NON SI INSISTE SUL RICONOSCIMENTO COME PROFESSIONE SANITARIA PRIMARIA E BASTA! LE MEZZE VIE PORTANO SOLO AD ETERNA CONFUSIONE. PER OTTENERE L’ELEMOSINA NO SI PENSA AD OTTENERE IL GIUSTO POSTO….ORA COME ORA NON CREDO CI SIA PIU’ IL RISCHIO DI ESSERE MESSI FUORI LEGGE. INSISTIAMO CON FORZA SUL RICONOSCIMENTO COME PROFESSIONE SANITARIA PRIMARIA. SI L’HO GIA’ DETTO, MA E’ MEGLIO ESSERE CHIARI!
Urge chiarimento da parte del ROI come nostro garante.
Quindi la norma UNI ad oggi è sospesa? Quindi,ad oggi, qual’è identità giuridica dell’osteopata?
Ma perchè non li mandiamo tutti a ……
Ma perchè ci dobbiamo sottomettere ai voleri dei fisioterapisti?? Cosa centra la Scienza Osteopatica con la Tens-massaggio-ionoforesi ….Ma non scherziamo!!!!!!
E quindi il ROI come mi si colloca in tutto questo??????????????
A parte che da Fisioterapista a diplomando Osteopata ricordo ai colleghi attuali e futuri che la Fisioterapia non è tensione massaggio ultrasuoni, che nel mio centro non si usano più, ma il punto e’ che la formazione osteopatica da 6 seminari per 5/6 anni quando va bene, esistono scuole di 2/3 anni, per un totale nel migliore dei casini di 120 giorni e’ RIDICOLA….professionalmente parlando!!!
Complimenti al sig. Piergiovanni, vedo che è molto informato sulla fisioterapia.
Amici come prima!!!Stammi bene, Pietro.
mi piacerebbe sapere che cosa c’era scritto nella definizione della disfunzione somatica che ha urtato i fisioterapisti e che quale correzione sono state fatte per favore ?
La cosa oscena è che non bastava l’ostracismo della classe medica ora dobbiamo fare i conti anche con i fisioterapisti!!! ma Ci rendiamo conto?????
Intanto il ministero della sanità se riconosce l’osteopatia come professione sanitaria dovrebbe anche abolire l’iva di cui attualmente le prestazioni osteopatiche sono soggette.
Poi a nessuno dice niente questa società che si chiama Accredia, società accreditata dallo stato per la messa in opera delle norme UNI