Alla luce del fervido dibattito sullo “status dell’osteopatia” scaturito nelle ultime settimane, vogliamo cercare di ricostruire quanto accaduto nel panorama osteopatico italiano negli ultimi tempi, cercando di fare il punto della situazione.

Invitiamo sin d’ora chiunque abbia informazioni ulteriori su date, documenti, comunicazioni ufficiali, a fornircele per poter integrare questo documento.

Credo che possiamo ritenere come obiettivo condivisibile per tutti noi che l’osteopatia possa rientrare nelle professioni sanitarie con un percorso di formazione autonomo e indipendente di almeno 5 anni a tempo pieno, e una formazione simile a quella che in questi anni si è messa a punto in conformità con le direttive OMS.

Nel 2008 in Europa FEO e FORE partecipano all’istituzione del tavolo CEN per l’Osteopatia. Il Comitato europeo di normazione CEN, è un ente normativo che ha lo scopo di armonizzare e produrre norme tecniche (EN) in Europa in collaborazione con enti normativi nazionali e sovranazionali quali l’ISO. Gli standard europei prodotti dal CEN sono normalmente armonizzati e adattati dai singoli paesi che li accolgono, come per esempio l’UNI in Italia.

30 marzo 2011risale a questa data l’ultima Proposta di Legge della precedente legislatura su “Riconoscimento dell’osteopatia come professione sanitaria primaria d’iniziativa dei deputati Scilipoti, Angeli, Barani, Barba, Cesario, Ciccioli, Di Cagno Abbrescia, Di Virgilio, Golfo, Giulio Marini, PAGANO*, Polledri, Razzi, Sardelli, Scalera, Scandroglio, Tortoli, Traversa, Zacchera.

14 gennaio 2013: approvazione della legge n. 4 “Disposizioni in materia di professioni non organizzate. L’Osteopatia entra tra le professioni non regolamentate, secondo un modello  di autoregolamentazione basata sul rispetto della norma UNI.

5 febbraio 2013: il Ministero della Salute in una missiva al direttore generale UNI con oggetto: “Norme UNI su chinesiologi, naturopati e osteopati”, specifica la propria posizione riguardo l’Osteopatia che – si legge – “rientra tra le attività riservate alle professioni sanitarie. Pertanto si esprime parere contrario sull’ulteriore corso dei predetti progetti di norma, dovendo tali attività trovare regolamentazione positiva nell’ambito delle professioni sanitarie”.



Scarica qui il documento del Ministero della Salute.

7 maggio 2013: seconda comunicazione del Ministero della Salute più dettagliata a conferma del ruolo sanitario dell’osteopatia, con tutta una serie di motivazioni oggettive, persino riferite alla Bozza di norma UNI.

6 giugno 2013: Nasce la norma UNI 11492 (qui una prima bozza) sulla figura professionale dell’osteopata.
Dal Sommario della norma, attualmente non disponibile (come si legge sul sito uni.com): “La norma definisce i requisiti relativi all’attività professionale dell’osteopata, ossia la figura professionale che riconosce la disfunzione somatica della persona e la risolve attraverso un trattamento manuale.Detti requisiti sono specificati, a partire dai compiti e attività specifiche identificati, in termini di conoscenza, abilità e competenza in conformità al Quadro europeo delle qualifiche (European Qualifications Framework – EQF) e sono espressi in maniera tale da agevolare i processi di valutazione e convalida dei risultati dell’apprendimento”.

Qui è possibile scaricare la prima bozza della norma UNI.

Per ulteriori dettagli sulla norma UNI, leggere l’articolo pubblicato su Tuttosteopatia.it.

Gennaio 2014: l’AIFI – Associazione Italiana Fisioterapisti ha sollevato pesanti critiche al documento UNI, a partire dalla  terminologia medica utilizzata nel testo (es. “disfunzione somatica”). Il tavolo UNI per l’osteopatia ha apportato le modifiche necessarie al documento. A seguito di ciò, nostro malgrado, l’assemblea plenaria dell’UNI ha deciso di riaprire il documento. Questo ha comportato che la norma fosse rimandata in inchiesta pubblica per 30 giorni in cui l’AIFI ha eccepito ulteriori osservazioni sul testo. E’ possibile che l’interrogazione parlamentare dell’on. Binetti sia stata sollecitata dalle polemiche AIFI.

12 marzo 2014: risposta del ministro Lorenzin all’interrogazione parlamentare dell’on. Binetti: “Per quanto concerne l’osteopata, questo Ministero si è più volte espresso, anche verso l’Ente Nazionale Italiano di Unificazione di Normazione, affermando che le attività svolte dall’osteopata rientrano nel campo delle attività riservate alle professioni sanitarie”.

Qui il documento con l’interrogazione e il testo della risposta.

Ulteriori dettagli sulla vicenda nell’articolo pubblicato su Tuttosteopatia.it: “Osteopatia: professione sanitaria e distorsione dell’informazione“.

24 marzo 2013: riunione e votazione per l’accoglimento della norma europea CEN presso l’Ente Nazionale di Unificazione a Milano conclusasi con un nulla di fatto. Il Tavolo UNI per la professione osteopatica si è espresso con un voto di astensione.
Presenti al tavolo di lavoro UNI Paola Sciomachen, coordinatrice del gruppo di lavoro per l’Osteopatia sia per l’UNI che per il CEN, Giorgio Berloffa, presidente di CNA professioni, Eduardo Rossi (presidente del ROI), Alfonso Mandara (presidente FeSIOs), Carmine Castagna (direttore della scuola ISO), Marco Giardino (direttore della scuola AIMO), Luigi Ciullo (direttore della scuola IEMO) che, sebbene non fosse presente, ha inviato il voto con comunicazione scritta, ed il Prof. Cesare Cerri (Università Milano Bicocca).
Contrastanti le posizioni all’interno del gruppo di lavoro, diviso tra favorevoli e contrari alla norma CEN. Il risultato di astensione è stato dunque la conseguenza di tale divisione; se da un lato infatti il presidente del ROI ha espresso parere negativo perché – come ci ha detto lui stesso “la norma CEN è in contrasto con la legislazione italiana e questo ha portato UNI a ritenerla inapplicabile”, dall’altro Luigi Ciullo  – direttore istituto IEMO e componente del dell’Associazione Professionale Osteopati – ha dichiarato di “auspicare con tutte le forze che il parere sia favorevole e che si possa, di conseguenza, programmare una riunione UNI d’urgenza per votare nuovamente, questa volta a favore, la stessa norma”.

La norma CEN (qui una bozza) al contrario della norma UNI (adesso sospesa) definisce l’Osteopatia “una branca dell’assistenza sanitaria” e dettaglia le attività proprie e i metodi di esercizio della medesima professione nonché le competenze le abilità le conoscenze e la formazione. “Individua inoltre le caratteristiche degli ambulatori di osteopatia – spiega Paola Sciomachen –  utilizzando termini e definizioni che sono proprie della nostra professione, alcuni dei quali non avremmo potuto utilizzare nella compilazione della norma italiana in quanto tipiche di attività sanitarie”.

24 marzo 2014: riunione a Milano del gruppo settoriale UNI. La riunione prevedeva la partecipazione dell’AIFI per un confronto fra le parti, in seguito al quale l’UNI avrebbe preso una decisione in merito alla Norma sull’osteopatia. Il rappresentante dell’AIFI non si è presentato ma la riunione si è svolta ugualmente senza prendere in considerazione le problematiche sollevate dall’AIFI.
“Alla luce invece delle ultime dichiarazioni fatte in Parlamento – afferma in una nota  Paola Sciomachen, vice presidente ROI – in cui viene affermato che l’osteopatia è attività sanitaria, dichiarazioni già precedute in altre occasioni da affermazioni del Ministero della Sanità che esprimevano lo stesso orientamento, l’UNI ha deciso di sospendere la Norma” chiedendo però al Ministero della Salute quali siano gli atti riservati alle sole Professioni Sanitarie”.
Molto probabilmente l’UNI non andrà contro il parere espresso dal Ministero della Salute, questo perché lo stesso Ministero assume un ruolo primario nella decisione finale circa un eventuale conferma o definitiva sospensione della norma UNI.

A seguito della sospensione della norma UNI, Paola Sciomachen in qualità di coordinatrice del gruppo di lavoro per l’Osteopatia sia per l’UNI che per il CEN  è riuscita a far riconvocare il tavolo per rivedere la posizione di astensione presa in mattinata relativamente all’accoglimento della norma CEN sull’Osteopatia.

4 aprile 2013: per questa data è stata richiesta ed accolta all’UNI una riunione per “un riesame della posizione circa la norma europea”.
L’UNI di Milano ha richiesto al Ministero della Salute un parere preliminare alla norma CEN, chiedendo inoltre ufficialmente allo stesso Ministero un parere in merito ad un eventuale “A-Deviation” (appendice indicante i riferimenti legislativi nazionali) richiesto dal gruppo di lavoro UNI, affinché, all’interno del documento CEN, vengano evidenziati che in Italia alcuni punti presenti nello stesso documento, quali “Diagnosis”, “Clinical Education”, “Patients”, etc, sono in contrasto con la Legislazione Italiana.

“Resta comunque la possibilità reale che questa nostra richiesta non riceva nessuna risposta da parte del Ministero della Salute” dice Carmine Castagna, componente del tavolo UNI e direttore della scuola ISO. “Molto probabilmente – ci dicono dall’UNI – anche la Francia chiederà una A-Deviation, simile alla nostra o addirittura voterà negativamente il Documento CEN; non ci sono certezze sul voto francese ma di certo in commissione CEN avevano comunicato la necessità di richiedere delle AD”.

* Deputati ancora in carica