Si è chiusa dopo 2 mesi l’inchiesta pubblica finale (iniziata il 30 ottobre 2012) relativa al progetto della norma UNI inerente la pratica osteopatica, volta a fissare le caratteristiche standard a cui deve essere conforme la pratica e gli aspetti più rilevanti della professione.
Questa fase, fondamentale nel processo di elaborazione delle norme, si è chiusa il 2 dicembre e – ci dicono dall’UNI “non essendo pervenuti commenti in detta fase – conclusiva dell’iter normativo – è ragionevole che il documento sia pubblicato all’inizio del prossimo anno”.

Con questo articolo proviamo a spiegare al mondo dell’Osteopatia che cos’è una norma UNI, dal momento che il riconoscimento delle professioni non organizzate in ordini o collegi, tra cui anche l’Osteopatia – il cui Disegno di Legge già approvato in Senato e per il quale la Camera dei Deputati ha dato il via libera all’assegnazione in sede legislativa –  avverrà proprio tramite le norme tecniche nazionali. Più volte nel DDL si fa riferimento alla norma UNI, che è dunque un passaggio obbligato affinché una professione possa essere svolta.

L’Osteopatia è in vantaggio rispetto a tutte le altre professioni non regolamentate in quanto questo passaggi normativo è stato avviato da tempo, anche grazie all’impegno di Eduardo Rossi che in funzione delle diverse cariche che ricopre, è riuscito ad anticipare i passaggi necessari. Per questo l’Osteopatia è la prima su oltre 100 professioni non regolamentate ad essere “normata”; a seguire chinesiologi e comunicatori che hanno già terminato il percorso, poi arriveranno fotografi, naturopati, patrocinatori stragiudiziali, traduttori interpreti, tributaristi, counselor, arti terapeuti, i Clinical Monitor, solo per citare le prime 10.

Al  gruppo di lavoro che si è impegnato alla stesura del documento per l’Osteopatia, presieduto da Paola Sciomachen (relatrice), hanno partecipato il prof. Giorgio Berloffa, presidente commissione professioni non regolamentate UNI e di CNA professioni; il prof. Giovanni Tredici ed prof. Cesare Cerri, rispettivamente capo dipartimento del corso di laurea Medicina e Chirurgia e  direttore del corso di laurea Fisioterapia università “Bicocca” di Milano; Carmine Castagna della Commissione didattica ROI; Alfonso Mandara, presidente FESIOS; Dolores Novati, presidente SIFO, Eduardo Rossi rappresentante FAC e vice Presidente CNA professioni, ed i rappresentanti delle associazioni dei Consumatori.

“Si tratta di un passo molto importante – ha detto il presidente del ROI Eduardo Rossi –  attraverso il quale l’Italia si esprime su quello che deve essere la professione osteopatica nell’ambito della formazione, della sicurezza, stabilendo attraverso una norma cos’è l’Osteopatia e quale sia il profilo dell’osteopata”.



Come spiegava Giorgio Berloffa al Congresso di Osteopatia a Firenze: “La norma UNI italiana sarà poi portata in Europa dove esiste il CEN, European Committee for Standardization – al cui tavolo siedono tutti gli enti unici nazionali di formazione. Se una Nazione ha già fatto la sua norma e la sottopone al Comitato Europeo per la Formazione,  nel giro di 2 o 3 anni può diventare una norma CEN, dunque valida in tutta l’Europa comunitaria”.

Scopo della norma UNI, quello di definire i requisiti relativi all’attività professionale dell’osteopata, definito “la figura professionale che riconosce la disfunzione somatica della persona e la risolve attraverso un trattamento manuale”. Nel risvolto pratico dei fatti, questa norma ambisce ad indicare ai professionisti osteopati i compiti, la conoscenza, le abilità e competenze in conformità al Quadro europeo delle qualifiche EQF: un quadro comune europeo di riferimento che collega fra loro i sistemi di qualificazione di paesi e di discipline diverse.
Premesso che i livelli di riferimento basati sui risultati dell’apprendimento definiti dall’EQF sono 8, la nuova norma UNI colloca le conoscenze dell’osteopata in parte a livello 6 EQF, in parte al livello 7 dello stesso Quadro Europeo di Qualifiche. Le abilità del professionista osteopata, invece, si collocano tutte al livello 7 EQF, così come le competenze acquisite. Per saperne di più sull’EQF clicca qui

Stando al documento è l’ente di formazione a valutare il percorso di formazione dell’osteopata in termini di conoscenza, abilità e competenza. Nello specifico l’osteopata deve aver acquisito 300 crediti formativi, di cui almeno 40 di tirocinio professionalizzante svolto sulla persona in strutture che svolgono attività di formazione osteopatica, post diploma di maturità. Finita la scuola di osteopatia viene effettuata una verifica (un esame clinico sulla persona ed un lavoro scritto di ricerca) con una Commissione composta da membri interni ed esterni all’Istituto di formazione.

“Il Documento Uni – ha dichiarato Alfonso Mandara – è di sicuro il testo più importante che l’Osteopatia Italiana abbia mai prodotto in termini di definizione  dei requisiti, abilità e competenza della figura Professionale dell’Osteopata, la cui produzione  è stata possibile grazie all’abilità, al lavoro, alla tenacia e, soprattutto alla visione prospettica d’insieme di Edoardo Rossi; senza di lui sono sicuro che il testo non sarebbe stato possibile produrlo in cosi breve tempo e non avrebbe avuto pertanto l’importanza necessaria che ha svolto e sta svolgendo nel contesto del riconoscimento dell’Osteopatia”.
Parole di riconoscimento sono state espresse dal collega Mandara anche per Paola Sciomachen e Carmine Castagna “per le loro capacità ed il loro apporto in termini contenutistici e tecnici per la stesura del Documento”.

E’ stato segnato dunque un passo decisivo con la nuova norma UNI sull’Osteopatia; il prossimo che tutti ci attendiamo, è l’approvazione del Disegno di Legge sulle professioni non organizzate in ordini o collegi, che con ogni probabilità avverrà tra il 17 e il 21 dicembre 2012.

UNI: cos’è

L’UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione) partecipa, in rappresentanza dell’Italia, all’attività normativa degli organismi sovranazionali di normazione: ISO (International Organization for Standardization) e CEN (Comité Européen de Normalisation).

Stando alla Direttiva Europea 98/34/CE del 22 giugno 1998, una “norma” è una specifica tecnica approvata da un organismo riconosciuto a svolgere attività normativa per applicazione ripetuta o continua, la cui osservanza non sia obbligatoria e che appartenga ad una delle seguenti categorie:

  • norma internazionale (ISO)
  • norma europea (EN)
  • norma nazionale (UNI)

Il DDL approvato in Senato e adesso in 2^ lettura alla Camera in materia di professioni non organizzate, prevede all’art. 6 l’autoregolamentazione volontaria e la qualificazione dell’attività (osteopatica, per quello che ci interessa) anche indipendentemente dal’adesione ad un’associazione. In questo caso la qualificazione della prestazione professionale si baserà sulla conformità della stessa alla “normativa tecnica UNI”, la quale si distingue per le seguenti caratteristiche:

  • Consensualità: deve essere approvata con il consenso di coloro che hanno partecipato ai lavori (vedi sopra i partecipanti al tavolo tecnico).
  • Democraticità: tutte le parti economico/sociali interessate possono partecipare ai lavori e, soprattutto, chiunque è messo in grado di formulare osservazioni nell’iter che precede l’approvazione finale.
  • Trasparenza: UNI segnala le tappe fondamentali dell’iter di approvazione di un progetto di norma, tenendo il progetto stesso a disposizione degli interessati;
  • Volontarietà: le norme sono un riferimento che le parti interessate si impongono spontaneamente.

Chi rilascia al professionista osteopata il certificato di conformità alla norma tecnica UNI?

ACCREDIA è l’unico Organismo italiano di accreditamento e certificazione affiliato al sistema internazionale ed è atto a verificare l’idoneità degli standard utilizzati dai vari enti di certificazione che appunto rilascia i certificati.
Al momento l’unica società accreditata da ACCREDIA per la certificazione dei professionisti, nello specifico degli osteopati, è la FAC, che ha peraltro partecipato al tavolo tecnico per la norma UNI. Questo ente di certificazione esterno rilascia una certificazione in accordo alla norma ISO/IEC 17024. Il presidente della FAC è Giorgio Berloffa, mentre il vice presidente è il nostro Eduardo Rossi.