Ho pianto e non ero il solo. Tutti noi osteopati siamo orgogliosi del lavoro che facciamo ogni giorno, di poter essere d’aiuto a tanta gente per esempio nell’alleviare i loro dolori, aiutandoli ad essere felici. Ma se al congresso ti mostrano un video con musica di sottofondo strappalacrime che racconta come 29 osteopati in 6 mesi di volontariato in un Ospedale in India hanno aiutato 564 bambini sottoposti a interventi di cardiochirurgia, è difficile trattenere le lacrime.
Ma partiamo dall’inizio di questo 9° Congresso ROI con lo scopo principale di festeggiare i 150 anni dalla nascita dell’osteopatia, che A.T. Still indicò alle ore 10 del 22 giugno 1874. Magistralmente organizzato dal consiglio direttivo presieduto da Paola Sciomachen – in carica ancora per un anno per completare il decreto legislativo – con Mauro Longobardi e la sempre preziosa segreteria Francesca, Cristina e Carlotta sempre in prima linea, il Congresso è si è tenuto all’Ergife di Roma in una sala gremita di partecipanti.

Si è partiti venerdì 21 giugno con la giornata precongressuale, da qualche anno formula vincente all’interno del Congresso ROI, dedicata ai giovani osteopati neo diplomati che presentano i loro lavori di ricerca, quindi di tesi, permettendo così ai presenti di cogliere dal vivo il livello di competenza sempre più alto delle nuove leve dell’osteopatia, perlomeno nell’ambito della ricerca. La mattinata è stata organizzata in collaborazione con l’AISO (Associazione Italiana Scuole di Osteopatia) e introdotta da Gina Barlafante e Andrea Bergna e come ogni anno c’è stata una premiazione dei migliori lavori. Quest’anno per la presentazione orale ha vinto Zambonin Mazzoleni Gabriele con il suo lavoro dal titolo: “La completezza del reporting è carente nei trial clinici randomizzati controllati in ambito osteopatico: uno studio di Meta-Ricerca con ‘Call to Action’ per la ricerca futura in osteopatia”, mentre Bettoni Roberto si è aggiudicato il premio per la sezione Poster con il suo lavoro “Effetto del tocco attentivo in soggetti asintomatici in misure stabilometriche – studio clinico controllato randomizzato”.

Il pomeriggio è iniziato con una attesissima tavola rotonda cruciale per capire la situazione politica attuale, a cui hanno partecipato i nostri principali interlocutori.
Due i temi discussi: a che punto sono le Università per far partire i primi corsi di laurea in osteopatia e la situazione dell’iter legislativo, e il punto della situazione sul decreto relativo alle equipollenze.
La tavola rotonda è iniziata con l’intervento della professoressa Betti Giusti dell’Università di Firenze che ha raccontato l’iter di presentazione della domanda al Ministero per poter partire già con il prossimo anno accademico (ne sapremo di più nell’intervista che abbiamo programmato) e con l’intervento del professor Alessandro Mauro del dipartimento di neuroscienze dell’università di Torino che, pur avendo strutturato il corso con l’aiuto del nostro collega e ricercatore Luca Vismara, partirà nell’anno accademico 2025-2026.

Per il secondo punto relativo alle equipollenze hanno presenziato al Congresso i due principali responsabili del processo: per il MUR Enrico Montaperto e Cristina Rinaldi del Ministero della Salute.
Avevamo già conosciuto Montaperto in occasione della conferenza stampa organizzata alla Camera dei deputati rivelandosi già in quella occasione una persona squisita e attenta alle nostre istanze. Nell’ambito del recente Congresso ROI è entrato nel dettaglio della situazione raccontando della necessità che hanno avuto di integrare con altri documenti, ma assicurando al contempo la conclusione del processo prima della fine dell’anno, probabilmente prima che parta il primo corso universitario.
Dello stesso avviso Cristina Rinaldi dell’ufficio quinto del Ministero della Salute che disciplina le professioni sanitarie e che ci ha ricordato l’obbligatorietà della futura iscrizione all’albo che comporterà l’adeguamento alle regole deontologiche, specificando inoltre che il decreto prevederà un altro passaggio relativo all’accordo della conferenza stato regioni.



Centrale anche l’intervento di Teresa Calandra, presidente del TSRM PSTRP più conosciuto come “maxi ordine” in cui noi confluiremo e che si è complimentata con il Registro degli Osteopati d’Italia per aver già adottato la loro costituzione etica.
Sono seguiti due interventi politici: la senatrice Elena Murelli che si è proposta per farsi mediatrice con Fedriga che è il presidente della conferenza delle Regioni, e l’intervento registrato della senatrice Elena Leonardi che ha ribadito il suo sostegno. In chiusura gli interventi di Marco Sbarbaro come presidente dell’AISO che ha sottolineato l’importanza di non perdere il prezioso know how delle scuole e Paola Sciomachen che da perfetta padrona di casa ha ringraziato gli ospiti intervenuti per la loro presenza, cosa non scontata, che dimostra l’ottimo lavoro fatto dal Registro per accreditarsi come principale interlocutore nei confronti delle istituzioni.
Chiude la giornata un interessantissimo World cafè egregiamente organizzato da Matteo Turinetto e che quest’anno ha coinvolto tutti i partecipanti sul significato attribuito da ognuno di noi al concetto di “disfunzione somatica”. Ogni tavolo di confronto aveva dei facilitatori: Cristian Lunghi, Carmine Castagna, Marco Verzella, Andrea Bergna, Francesca Berti, Luca Vismara e Francesca Baroni, che hanno restituito all’assemblea il risultato del lavoro.

La prima giornata congressuale si apre sabato 22 giugno con i saluti istituzionali della presidente Paola Sciomachen che ha fatto una sintesi per i colleghi assenti nella giornata precongressuale, relativa alle informazioni emerse nella tavola rotonda.

Prima relatrice la dott.ssa Chiara Milani dell’università di Firenze che ha cercato di fare chiarezza sul significato di “prevenzione” e “promozione della salute”. A seguire un sempre emozionante intervento del prof Fabrizio Consorti su “salute e malattia” che ci ha illuminato sul valore del termine “persona” da utilizzare al posto di “cliente” o “paziente”.

Dopo il coffee break per la prima volta da relatore in un convegno ROI, dopo l’assidua frequentazione di tutti i congressi tenutisi in Italia (non fosse altro che per scrivere queste note che state leggendo), siede dall’altra parte della platea Massimo Valente con una relazione sulla storia dell’osteopatia a partire da Still, sino alla nascita delle scuole italiane (leggi la Storia dell’Osteopatia in Italia).

“L’enigma della disfunzione somatica: storia ed evoluzione del concetto” è stato il tema affrontato da Christian Lunghi, che come al solito ha condiviso con i presenti talmente tanto materiale che il tempo che gli è stato assegnato non poteva essere sufficiente.
A seguire una tavola rotonda condotta con grande maestria da Giacomo Consorti (potrebbe pensare di farlo come professione) che ha visto partecipi alcuni dei colleghi italiani che hanno pubblicato ricerche sulla disfunzione somatica e che si sono confrontati sul suo significato: Andrea Bergna, Francesca Berti, Carmine Castagna, Marco Verzella e Luca Vismara.
Durante la tavola rotonda con grande sorpresa per tutti i partecipanti e per onorare al meglio il 22 giugno giorno indicato da Still come inizio della nascita dell’osteopatia, abbiamo avuto la visita di Renzo Molinari per 12 anni Direttore dell’European School of Osteopathy di Maidstone e testimone vivente di gran parte della storia dell’osteopatia mondiale degli ultimi 50 anni (leggi l’intervista a Renzo Molinari su Tuttosteopatia.it).
Nel pomeriggio assemblea del ROI e 4 workshop.
In chiusura di serata un brindisi per festeggiare i 150 anni con un messaggio arrivato direttamente da Still (ma con uno strano accento napoletano) e la classica cena di gala.

Domenica 23 giugno apre l’ultima giornata congressuale Luca di Pietrantonio introdotto da Mauro Polverino, che illustra i risultati del progetto Cronos giunto alla quarta edizione e che ha visto coinvolti 193 colleghi con 1019 trattamenti effettuati su prevenzione e promozione della salute.
Con un video messaggio registrato Francesco Cerritelli ha illustrato il progetto Opera 2 che ha ancora censito gli osteopati italiani per darci il quadro della nostra professione.
Il finale di giornata è stato interamente dedicato al progetto “Mi stanno a cuore” con un primo intervento del dott. Marco Pozzi cardiochirurgo e vera anima di tutto quello che è stato fatto. A seguire Marco Petracca ha illustrato tutti i dati che questa missione ha prodotto e che porterà a delle ricerche scientifiche con dati di inestimabile valore sia per il mondo della cardiochirurgia che per l’osteopatia, ma nulla rispetto ai risultati umani di crescita personale di tutte le persone (osteopati, personale sanitario famiglie ma soprattutto bambini) coinvolte in questo progetto e che ha onorato nel migliore dei modi i veri principi dell’osteopatia e che avrebbe fatto molto felice il Grande Vecchio più di qualsiasi altra cosa e non ci sarebbe stato modo migliore per onorare quel 22 giugno 1874 che bagnato dalle nostre lacrime.