W. G. Sutherland
William Garner Sutherland, terzo di quattro figli, nacque a Portage County (Wisconsin) il 27 marzo del 1873, in una modesta famiglia d’origine scozzese.
Il suo primo lavoro fu come reporter investigativo per un giornale locale del Wisconsin settentrionale, l’Austin Daily Herald. Incontrò l’osteopatia nel 1895 a causa di problemi di salute di un suo fratello, decidendo così di iscriversi all’American School of Osteopathy (successivamente Kirksville College of Osteopathic Medicine), scuola al tempo molto contestata in tutti gli ambienti della medicina ufficiale.
Il 28 giugno del 1900, all’età di 25 anni, si laureò all’ASO distinguendosi come uno degli studenti più brillanti del Dott. A.T Still, e già durante il corso dei suoi studi ebbe le prime intuizioni sulla mobilità delle ossa del cranio per giungere poi, grazie alle sue ricerche durate una vita, ad estendere i principi osteopatici allo studio del cranio e porre le basi per lo sviluppo dell’osteopatia craniale.
“L’idea nacque osservando le ossa di un cranio umano presente nell’A. T. Still Infirmary. Le superfici articolari di queste ossa mi sembrarono, con il loro contorno, destinate ad una mobilità articolare.”
Ma, come disse bene Lionelle Issartel:
“l’idea malsana ritornava ad ossessionarlo e decise, per mettersi l’anima in pace, di mettere alla prova ciò che gli avevano insegnato, cioè che a parte la mandibola, tutte le ossa del cranio sono statiche“.
da Vinci’s Seat of the Soul (…) “Fu allora che G. Sutherland iniziò con la punta di temperino a disarticolare i crani, e il suo approccio paziente, meticoloso, approfondito, si rivelò di notevole importanza. Sutherland stupefatto, fu capace di dimostrare la mobilità delle ossa del cranio, e con un manuale di meccanica in mano, iniziò ad analizzare precisamente ogni osso, ogni superficie, ogni sutura e incastro tra le ossa”.
(..)“Ossessionato dalla sua scoperta, tenne solo per lui e per numerosi anni il frutto delle sue ricerche. Cominciò a studiare e a verificare su se stesso le possibili conseguenze di una lesione osteopatica. Provò con diversi metodi, e i risultati ottenuti dalle sue esperienze (lesioni scomparse grazie ad autotrattamenti basati su forti conoscenze anatomiche e sue abilità tecniche), lo convinsero che poteva iniziare senza rischio a trattare anche il suo pazienti”.
Nel settembre 1929 Sutherland sentì che era giunto il momento di condividere la sua scoperta con tutto l’ambiente osteopatico e, approfittando di una riunione della zona del Minnesota, presentò il concetto craniale, al quale aveva dedicato vent’anni della sua vita.
Malgrado il suo duro e lungo lavoro di ricerca, il concetto craniale venne in quella circostanza in gran parte ignorato dai professionisti del suo campo.
Sutherland fu caparbio, e provò a far arrivare il suo messaggio scrivendo un articolo per il Journal of Osteopathy, che purtroppo decise di non pubblicare.
Finalmente nel luglio del 1931 il suo primo articolo intitolato “Skull motion” fu pubblicato sul Northeast Bulletin, e venne poi seguito da una serie di altri articoli. Tra gli altri, “Cranial membranous strains” pubblicato nel dicembre dello stesso anno sul Western Osteopathic.
Da quel momento in poi una serie di eventi favorevoli si susseguirono.
L’interesse per il concetto craniale elaborato e difeso da Sutherland fu crescente, e nel corso dell’estate del 1932 fu invitato ad esporre le sue idee alla Convenzione Nazionale dell’American Osteopathic Association a Detroit.
Alcuni punti fondamentali della vita di Sutherland
1939 – (dieci anni dopo la sua prima conferenza senza eco) pubblicò il suo primo libro, The Cranial Bowl (La Sfera Craniale);
1940 – ebbe l’autorizzazione a condurre due settimane di corso al Polyclinic and Post-graduate College di Denver;
1942 – in occasione della Convenzione Nazionale di Chicago molti membri dell’ AOA gli chiesero informazioni sulle sue idee. E in seguito venne anche costituita una commissione di lavoro che incaricò il Dr. Howard e Rebecca Lippincott di preparare un Manuale di tecniche craniali;
1943 – venne fondato il primo gruppo di studi sull’osteopatia cranica;
1944 – Il Collegio d’osteopatia di Moines organizzò una serie di corsi post-universitari sull’argomento;
1946 – il dott. Raleigh fondò l’Osteopathic Cranial Association che successivamente, nel 1960, si chiamerà Cranial Academy. Pubblicò la bibbia degli osteopati: “Osteopathy in the Cranial Field”, il lavoro di riferimento per gli osteopati che si avvicinano al trattamento osteopatico craniale;
1953 – Sutherland vede nascere il Sutherland Cranial Teaching Fondation che si proporrà come obiettivo di condurre studi scientifici sul meccanismo respiratorio primario;
Sutherland morì il 23 settembre 1954, all’età di 84 anni, lasciando un contributo inestimabile nell’ambito osteopatico e della ricerca in genere.
H. I. Magoun
Il lavoro di W.G. Sutherland continua ancor oggi ad esser considerato con rispetto, grazie anche a coloro che hanno continuato a diffondere il concetto craniale dopo la sua scomparsa.
E’ noto come Sutherland sul suo letto di morte, fece promettere a Harold Ives Magoun, suo allievo e collega, di diffondere il concetto e il trattamento cranico in Europa, dove l’osteopatia, non ancora istituzionalizzata, poteva esser libera da qualsiasi pregiudizio.
Fedele alla sua promessa Magoun incontrò il Dott. Denis Brooks, un osteopata inglese formatosi in America, che tentò di avvicinare al craniale i suoi colleghi inglesi. Questi ultimi si dimostrarono chiusi e si rifiutarono di mettere in discussione le loro convinzioni.
Denis Brooks gli disse “ ho degli amici francesi…”, e dieci anni dopo la morte di Sutherland, era già il 1964, Harold Magoun, Viola Frymann e Thomas Schooley si ritrovarono a Parigi per insegnare l’arcano del Meccanismo Respiratorio Primario.
Nove erano i presenti in aula: quattro medici e tre chinesiterapeuti che, dopo il corso, passarono allo studio più approfondito dell’osteopatia.
PARIGI 30 settembre 1964, 1° seminario di osteopatia craniale in Europa In prima fila: Dr Tom Schooley, Dr Viola Frymann, Dr Harold Magoun. Dietro da sinistra a destra: Renè Quéguiner, Margaret Cockbain, Dr Burleigh Carson, Dr Lung, M.Dixon, Dr Mau, Dr Denis Brookes, Francio Peyralade, Bernard Carillon.
J. Upledger
“Per molte ragioni la religione e la scienza hanno cercato di separare negli esseri umani il corpo dalla mente. Hanno anche cercato di separare lo spirito dal corpo e dalla mente. Nonostante questo sforzo sia stato inutile, ha creato confusione nella nostra capacità di capire noi stessi.
Con il suo lavoro scientifico, ormai venticinquennale, nella Terapia Craniosacrale, John Upledger dimostra che il sistema craniosacrale è il luogo dove il corpo e lo spirito trovano un terreno comune, e come la Terapia Craniosacrale possa integrare queste tre componenti dell’essere umano.
La separazione del corpo dallo spirito è artificiosa, probabilmente creata dall’intelletto umano nella sua ricerca del sempre più piccolo. Questo bisogno di frammentazione è presente in molti sforzi umani. Una volta studiati, i frammenti devono però essere rimessi nel tutto. La Terapia Craniosacrale offre l’opportunità di ricostruire questa unità, sia ai pazienti sia ai suoi praticanti”Tratto dalla presentazione di una conferenza di John Upledger (Amsterdam 1996)
L’evoluzione di un concetto: il Rilassamento Somatoemozionale
John Upledger approfondisce i complessi rapporti che sussistono tra mente, corpo e spirito sviluppando il concetto del SER (Somato Emotional Release), il processo terapeutico che usa e si basa sui principi della terapia Cranio Sacrale per aiutare mente e corpo a liberarsi dagli effetti di un trauma.
“Il SER è l’espressione di un’emozione che, per ragioni ritenute appropriate da una parte del nonconscio del paziente, è stata trattenuta, soppressa o isolata all’interno del soma, intesa come ‘psciche somatica’. Alcune osservazioni rivelano che una ritenzione autonoma di energia o di memoria dovuta a un trauma sia fisico che emotivo, viene spesso assorbita da specifiche parti del corpo.
Il processo SER inizia attraverso una comunicazione tattile tra il terapista ed il paziente, e tutte le mie osservazioni personali mi hanno portato a postulare che organi, tessuti e forse addirittura singole cellule possiedono memoria, capacità emozionale e intelligenza.
Il rilascio di emozioni e dolori passa in genere attraverso una successiva consapevolezza del paziente, che rivive consciamente emozioni isolate nella memoria e ricordano solo più tardi l’incidente originario.”(da Il trauma e la mente. Rilassamento Somatoemozionale e oltre, di John Upledger)