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Reflusso gastroesofageo

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Descrizione

La sindrome da reflusso gastroesofageo (GERD) è una condizione clinica caratterizzata da reflusso del contenuto gastro duodenale nell’esofago di entità e frequenza rilevante tale da causare lesioni della mucosa esofagea.

I meccanismi fisiopatologici alla base della GERD sono molteplici e includono riduzione del tono dello sfintere esofageo inferiore (LES), rilassamenti transitori del LES, ridotto clearing esofageo, alterato svuotamento gastrico e ridotta salivazione.

I sintomi considerati tipici (85%, 90%) sono rappresentati dalla pirosi retro sternale (sensazione di bruciore al petto) e dal rigurgito (percezione di liquido amaro o acido nella cavità orale). Sintomi frequenti ma meno specifici sono l’odinofagia, la disfagia, le eruttazioni, l’ipersalivazione, il dolore epigastrico, il gonfiore, la difficoltà digestiva.
Pazienti con reflusso gastroesofageo possono presentare manifestazioni atipiche o “extraesofagee” quali dolore toracico non cardiaco, asma bronchiale, tosse cronica, raucedine, globo faringeo, faringodinia, faringite, laringite, perdita di smalto dentario.

Inoltre, abitudini dietetico comportamentali (pasti abbondanti, cibi ricchi di grassi, caffeina, clinostatismo), farmaci, gravidanza e obesità possono esacerbare la sindrome da reflusso gastroesofageo. Essa risulta essere spesso associata a ernia iatale (circa 50% dei pazienti con GERD) e la continua esposizione esofagea al contenuto gastroduodenale può causare danno alla mucosa (esofagite) o complicanze come ulcere, sanguinamento, stenosi.



Diagnosi

La diagnosi di GERD si basa essenzialmente sui dati derivanti dall’anamnesi (si sono studiati dei metodi di diagnosi non invasivi come l’utilizzo di questionari basati sui sintomi lamentati dai pazienti). L’esecuzione di indagini strumentali è utile per definire la gravità della malattia e la strategia terapeutica.
Le indagini più importanti sono:

  • manometria: consente di dimostrare un’alterazione della peristalsi e un ridotto tono del LES;
  • phmetria: consente di evidenziare la presenza di reflusso;
  • endoscopia con prelievi bioptici: consente di evidenziare le lesioni mucose.

Terapia

La terapia della GERD varia in funzione dello stadio della malattia. In assenza di esofagite l’obiettivo è rappresentato dalla risoluzione della sintomatologia correlata (pirosi retrosternale) attraverso alcune modificazioni dello stile di vita. In presenza di esofagite, è necessario provvedere alla riduzione del processo infiammatorio con prevenzione di altre complicazioni; pertanto in questo caso, oltre alle modificazioni dello stile di vita, la terapia si avvale di  diverse classi di farmaci (inibitori di pompa e procinetici).

Il trattamento chirurgico viene riservato a soggetti giovani in ottime condizioni generali, che necessitano di una terapia continuata ad elevati dosaggi. Le possibili indicazioni alla terapia chirurgica sono: refrattarietà al trattamento medico, necessità di aumentare il dosaggio di farmaci, scelta del paziente in favore dell’intervento, complicanze ripetute della malattia, esofago di Barret, stenosi esofagea, sintomi atipici, ernia iatale voluminosa o ernia paraesofagea.

L’operazione che si esegue di solito è chiamata fundoplicatio o plastica antireflusso. Questa operazione serve a ricostruire la valvola tra esofago e stomaco. L’operazione viene fatta in due modi: in modo tradizionale (aprendo il torace) o in laparoscopia. La laparoscopia è una tecnica meno “invasiva” poiché evita di fare una grossa incisione sull’addome. L’operazione è efficace nella maggior parte dei casi. Nell’80% dei casi i sintomi scompaiono e  il reflusso non torna per almeno 5-10 anni.

Punto di vista osteopatico

Lo scopo del trattamento osteopatico consiste nel rinforzare e rilassare la giunzione gastro-esofagea, attraverso l’induzione concentrata in questa zona e di aprire qualsiasi fissazione fibromuscolare della giunzione e delle strutture circostanti.

Per ottenere una maggiore efficacia le tecniche vanno eseguite in una sequenza specifica:

  • ascoltare l’addome
  • liberare le zone di inserzioni del fegato
  • liberare il piloro e lo stomaco
  • liberare la giunzione gastro-esofagea
  • manipolare le fissazioni scheletriche importanti che persistono (ad esempio le articolazioni costo-condrali)
  • normalizzare le fissazioni craniche e sacrali

Stando allo studio Efficacia del trattamento manipolativo osteopatico in pazienti affetti dalla sindrome di reflusso gastroesofageo, gli autori hanno potuto apprezzare come la malattia da reflusso gastroesofageo sia una condizione piuttosto frequente nella popolazione generale e come tale sindrome riduca notevolmente la qualità della vita a causa di una serie di sintomi tipici (ad esempio il bruciore al petto) e atipici (ad esempio la raucedine) che ne conseguono.

All’anamnesi, la maggior parte dei pazienti manifestavano sintomi somatici quali: cervicalgia, dorsalgia, dolori al petto e cefalea.

Il campione di 33 pazienti sottoposto alle 3 sedute osteopatiche da noi effettuate ha evidenziato una significativa diminuzione dei sintomi correlati al GERD (in particolare il dolore al petto) e un conseguente miglioramento della qualità della vita.

Pertanto possiamo sostenere che il trattamento manipolativo osteopatico si dimostra essere un metodo efficace per diminuire la sintomatologia di questa patologia.

Consigli per il paziente

  • non andare a letto subito dopo il pasto
  • non indossare cinture o indumenti stretti
  • dormire su un cuscino alto
  • evitare la posizione decliva
  • non tenere le braccia in alto e la testa inclinata indietro a lungo
  • evitare l’assunzione di alcuni cibi che possono irritare il tratto esofageo come cioccolato, caffè, tè, alcol, arance

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