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Infertilità

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Secondo il Consiglio Internazionale per la Diffusione di Informazioni sull’Infertilità (INCIID), con il termine infertilità si intende l’assenza di concepimento dopo almeno 12 mesi di rapporti sessuali mirati non protetti.
In Italia, 2 coppie su 10 sono sterili e ogni anno ci sono più di 250-300 mila nuove coppie ad avere problemi di infertilità. A circa due anni dal matrimonio il 15-20% di esse scopre di avere problemi di sterilità o di ridotta fertilità e oltre la metà si rivolge ad un centro specializzato per affrontare il problema.

L’infertilità femminile, responsabile del 35-40% dell’infertilità di coppia, può dipendere da diverse cause:

  • alterazioni ormonali
  • alterazioni tubariche
  • patologie uterine
  • età
  • malattie sistemiche o genetiche.
  • In alcuni casi può derivare dall’impossibilità di avere rapporti sessuali per vaginismo, disturbo sessuale che si manifesta a livello fisico-psico-somatico rendendo difficoltosi i rapporti sessuali.

Punto di vista osteopatico

Il trattamento osteopatico aiuta a migliorare il funzionamento dell’apparato ginecologico attraverso un’ottimizzazione della mobilità degli organi genitali, del sistema muscolo scheletrico, delle ossa del bacino, del sistema circolatorio e, di conseguenza, dei relativi ormoni. L’osteopatia può essere un valido aiuto nel caso di difficoltà di concepimento o infertilità, agendo sul ripristino dell’equilibrio di tutto l’organismo sia sulle condizioni meccaniche che possono impedire l’innesto dell’ovulo o il trasporto dell’ovulo nella camera gestazionale (cause frequenti di infertilità).

Seguendo il principio cardine dell’osteopatia “il movimento è vita“, nel trattamento delle pazienti alla ricerca di una gravidanza l’osteopata inizia dalla verifica di una buona meccanica del bacino e di tutte le articolazioni.



Qualsiasi trauma diretto sulle strutture come sacro e coccige, dovuti spesso a delle cadute, o per esempio dei colpi di frusta che possono compromette la meccanica, va trattato e ripristinato. Per cui l’osteopata attraverso trattamenti mirati, cercherà di:

ristabilire la mobilità dell’utero, liberandolo per esempio da aderenze peritoneali o cicatriziali;
rimettere in equilibrio tutti i legamenti ed il legamento sospensorio dell’ovaio;
ridurre la compressione viscerale sugli organi genitali;
liberare l’apparato ginecologico dal colon sia sinistra che a destra.

Il trattamento osteopatico non sarà concentrato solo sul bacino ma anche su tutta la colonna.

La mobilità diaframmatica ha un effetto diretto sulla massa viscerale, e può essere responsabile di una compressione asimmetrica sull’apparato ginecologico e uno squilibrio della mobilità del fegato con conseguenze sul ritorno venoso.
Per ciò che riguarda specificatamente l’utero, il suo punto più fisso sono i legamenti sacro-uterini (istmo-uterini) che si inseriscono principalmente a livello S2 (seconda vertebra sacrale). Esiste perciò una mobilità dell’utero in relazione a questa inserzione.

L’Osteopatia agisce anche a livello tubarico, la mobilità delle tube consente la funzionalità delle cellule ciliate presenti nella loro mucosa interna, che a loro volta consentono la migrazione dell’ovulo nella tuba. Quando l’utero è spostato da un lato, questo inevitabilmente comporta un adattamento della posizione delle tube e della loro pervietà.

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