Partita IVA

Non esiste un codice specifico della professione osteopatica, non perché non sia riconosciuta, ma perché non è possibile assegnare ad ogni attività un codice. Ovviamente le professioni più comuni prevedono un codice tutto loro, mentre le altre vengono semplicemente accorpate, dandogli la definizione n.c.a. (attività paramediche indipendentnon classificate altrove). Questo è appunto il caso dell’Osteopatia.

Al momento il codice più adatto in base alle nuove tabelle è il seguente:

869029



Sulle nuove tabelle non vi sono le descrizioni delle attività ma questo codice può essere raccordato al vecchio codice (85142) che, sul vecchio prontuario, riporta come descrizione dell’attività:

“attività professionali paramediche indipendenti – attività sanitarie non svolte da ospedali né da medici, ma da personale paramedico legalmente riconosciuto. Esse possono includere attività di infermiere ostetriche, fisioterapisti o altro personale paramedico, ad es. nei seguenti campi: optometria, ortottica, idroterapia, massaggi, terapia professionale, logopedia, chiropodia, omeopatia, chiroterapia, agopuntura, ippoterapia, ecc. Tali attività possono essere svolte in ambulatori, presso i luoghi dilavoro, scuole, case di riposo, organizzazioni sindacali e confraternite, in centri sanitari residenziali diversi dagli ospedali, nonché in studi privati, a domicilio dei pazienti o altrove.”

Un osteopata assunto presso un ente pubblico, può fare consulenze esterne?

Questa la curiosità espressa da un osteopata assunto a tempo indeterminato presso la Asl in qualità di Fisioterapista: “Per esercitare la mia professione di Osteopata non posso avere un mio studio, devo necessariamente fare consulenze presso altri studi o chiedere alla mia asl un part time al 50%. Considerato il fatto che non possiamo fare “extramoenia” come i Medici, esistano altre “scappatoie” per lavorare privatamente! Ho sentito parlare di un decreto legge (Scandroglio) che favorirebbe chi si trova nel mio stato. Mi aggiorneresti in merito?

Il parere del dott. Giulio D’Imperio, consulente del lavoro:
“le uniche tre soluzioni che vedo sono o l’assunzione come lavoratore dipendente presso una struttura privata, o apertura di partita Iva con regolare emissione di fattura al termine di ogni singola prestazione professionale o ancora, la sottoscrizione con una struttura privata di un contratto a progetto, dal momento che la  prestazione, anche se valauata di tipo intellettuale, non prevede l’obbligo di iscrizione ad un albo professionale per esercitarla”.