Valutazione del caso da parte dell’osteopata

Valutazione dell’osteopata Valeria De Vitis sul caso del paziente Claudio Guido Sala, affetto da limitazioni di mobilità:

Claudio Sala si è rivolto a me qualche anno fa, ma già veniva trattato osteopaticamente dal mio collega Roberto Scognamiglio.
Claudio presentava vari dolori e limitazione della mobilità sia a livello rachideo che degli arti inferiori (soprattutto della caviglia sx).

La prima cosa che mi colpì fu la fiducia che Claudio riponeva nell’osteopatia. Mi raccontò di come i trattamenti avessero migliorato la sua qualità della vita e di come l’osteopatia fosse stata l’unica disciplina che avesse messo l’accento su cosa lui potesse fare e non su cosa non dovesse fare.

Claudio presenta uno schema funzionale in cui il coinvolgimento strutturale (muscolo scheletrico) rappresenta la priorità.  Da piccolo fu sottoposto ad interventi chirurgici per retrazione dei tendini d’Achille che però non risolsero il problema dell’appoggio plantare e lo predisposero a frequenti cadute.
La postura di Claudio è stata influenzata da questa alterazione della propriocezione (appoggio sulla punta dei piedi) così da sviluppare uno schema antero/posteriore in cui tutto è mirato a proteggere la persona dalle cadute e da questo: flessione delle ginocchia, ipercifosi dorsale, ante pulsione del capo (tendenza ad una compressione costante delle vertebre del passaggio cervico dorsale e tendenza ad una II classe occlusale e bruxismo), atteggiamento di rotazione anteriore delle spalle e chiusura anteriore sullo sterno con conseguente rigidità costale.

A questo schema antero/posteriore, negli anni, si è sovrapposto uno schema laterale in cui l’alterazione strutturale e funzionale della caviglia sx (specialmente dopo un grave trauma) ha creato una serie di adattamenti in lateralità (scoliosi).
In questi anni Claudio è riuscito a trovare un suo equilibrio che gli permette di  camminare, salire le scale, lavorare, guidare la moto, senza dover pensare in ogni momento di star compiendo una fatica di Sisifo, ma di vivere la sua capacità di muoversi, di relazionarsi con gli altri, in modo sereno. Credo che questo sia la risultante di tanti fattori, in cui il trattamento osteopatico rappresenta un aiuto nei momenti più difficili e un momento di confronto sia per Claudio che per me.

Testimonianza del paziente

Nella testimonianza lasciata su Tuttosteopatia.it ha parlato di un handicap di cui è portatore. Ci può spiegare la sua storia?
Si, sono nato di 6 mesi con difficoltà respiratorie… I polmoni non erano ancora pronti e questo mi ha provocato una tetra paresi spastica a tutti e 4 gli arti più grave nella parte sinistra. Soffro anche di ipoacusia completa a sx dall’età di 6 anni causata da una reazione allergica ad un antibiotico successivamente ritirato dal mercato.



Quando ha iniziato a convivere con i problemi legati a questa condizione?
Da quando ne ho memoria ho camminato tardi e solo dopo tanta fisioterapia e due interventi chirurgici. Volevo fare quello che facevano tutti i bambini correre giocare, cadevo spesso e mi facevo male.

Riesce a fare un excursus di medici o altri professionisti che ha consultato negli anni e gli effetti che hanno determinato sul suo stato di salute?
Posso dire che da piccolo quando non mi muovevo i medici non sono mai stati ottimisti. Dicevano che non avrei camminato o avuto una vita normale….Devo ringraziare mia madre che ha sempre voluto provare a farmi stare bene. Fisioterapia “forzata”, nel senso che io non mi muovevo e doveva muovermi la terapista, fisioterapia in acqua calda, cavallo. Gli interventi per l’allungamento di tendini e adduttori erano una “novità”. La mia condizione fisica, il mio schema posturale creano vari problemi. Ricordo qualche anno fa avevo male al ginocchio destro perché il mio peso và quasi tutto li…. Mi recai da uno specialista molto famoso a Milano al quale lasciai ben 350 mila lire (per quello che guadagnavo in quel periodo erano moltissimi soldi). Entrai nello studio, il dottore rimase dietro la scrivania, gli porsi la mano e disse “….mi dica”. Raccontai che facevo fatica a stare in piedi ad appoggiare il ginocchio. Non mi fece spogliare, mi disse che era normale vista la mia condizione, e di metterci del ghiaccio. Come dire: cosa pretendevo, di stare meglio?

La medicina tradizionale quindi non le è stata molto d’aiuto?
I medici mi hanno sempre detto cosa non potessi fare o quale fosse la mia condizione. Io so bene quali siano i miei limiti, non ho bisogno che qualcuno me lo ricordi. So cosa vuol dire avere dolore. Anche Valeria De Vitis, l’osteopata dalla quale sono in cura, mi dice di metterci il ghiaccio, ma esegue un trattamento mirato che ha eliminato o ridotto quasi completamente il dolore. L’approccio è completamente diverso e nel mio caso fa una grande differenza.

Quando e come è arrivato dall’osteopata?
Nel 1997 scivolai e caddi contro un muro faticavo a dormire non potevo muovere il collo e la schiena. Gli antinfiammatori non mi facevano niente. Mio fratello mi suggerì di rivolgermi ad un’osteopata che aveva curato un ballerino suo amico. Io ero molto scettico e non mi interessava, ma quella non era vita. Mi sentivo invalido, so di esserlo già o almeno che gli altri mi vedono così, ma quando “sto bene” al meglio delle mie possibilità riesco a fare ciò che mi piace e a vivere una vita “normale”.
Era domenica fui accompagnato all’ISO (Istututo Superiore Osteopatia) dall’osteopata Roberto Scognamiglio, stava insegnando e dovetti aspettare che la lezione finisse. Devo ammettere che ero dubbioso, avevo molto dolore e il minimo movimento del collo mi causava male come una coltellata…. Io sono basso, vidi questo signore alto, calmo e pacato, la sua vista non mi tranquillizzò.
Roberto mi disse di spogliarmi si mise alle mie spalle. Adesso per me il trattamento osteopatico è qualcosa di familiare, la parte “osservazionale” mi piace. In quel momento invece mi sembrava qualcosa senza senso, quasi una presa in giro. Disse: “capito……” ed io mi domandavo a chi pensasse di essere… Un mago? Mi fece sdraiare su un banco in fondo alla sala, perché quei banchi in realtà erano lettini. E cominciò quella che si chiama “palpazione” e serve per il rilassamento muscolare.

Cosa è successo dopo quel primo trattamento?
Il trattamento durò circa 30 minuti, dopo la fase di rilassamento Roberto effettuò le tecniche vere e proprie per “sbloccare” il mio corpo. Alla fine del trattamento tutti i dolori erano scomparsi! Dissi: “miracolo”! E Roberto sorrise e rispose: “…no Osteopatia”.

In che modo è riuscito a migliorarle la vita? Riesce a fare oggi qualcosa che prima non riusciva a fare?
Vivere in assenza di dolore o con dei dolori sopportabili. Quando “sto male” fatico a camminare non posso andare in scooter, mia grande passione. L’Osteopatia è l’unica risposta positiva. Fare le scale, portare la spesa fare sport palestra ecc…

Cosa si sente di dire a chi non ripone fiducia in questa disciplina, o a chi non ha mai considerato una soluzione complementare alla medicina allopatica?
Di non perdere mai la speranza, di non ascoltare chi dice che non potete stare meglio. Rivolgetevi con fiducia a un bravo/a Osteopata.
L’Osteopatia cura l’individuo come “persona” con una visione a 360 gradi che anche il miglior specialista non può avere.