L’omeopatia è una terapia complementare basata sull’uso di rimedi omeopatici, granuli, gocce e mono dosi che agiscono attraverso il messaggio energetico per ristabilire l’equilibrio psicofisico della persona.
E’ una medicina dolce cui fanno ricorso più di quattro milioni di italiani, in aumento ogni anno, che scelgono di ristabilire la propria omeostasi nel tempo, piuttosto che limitarsi ad alleviare la sintomatologia.

Con principi dunque simili all’osteopatia, l’omeopatia è però regolamentata già da diverso tempo.
Con il D.L. 185 del 17/3/1995 si indicavano le regole di produzione, le procedure per l’immissione in commercio e tutto ciò che poteva e non doveva essere presente nelle indicazioni d’uso.
La più recente normativa Europea del 2006, entrata in vigore nel 2011, permette invece l’immissione sul mercato di nuovi prodotti seguendo però le stesse regole e procedure che si utilizzano per le specialità medicinali. E fra queste rientra la diagnosi omeopatica e la relativa prescrizione; pochi sanno, infatti, che la diagnosi (giudizio clinico nell’identificazione di una malattia) e la prescrizione di un rimedio omeopatico, possono essere fatti solo da un medico con abilitazione all’esercizio della professione. E per prescrizione non si intende solo il nome del farmaco o del rimedio, con relativa posologia su foglio di carta intestata, ma anche il “consiglio verbale” purché dimostrabile.

Chiunque faccia ciò senza avere i suddetti requisiti è penalmente perseguibile per esercizio abusivo della professione medica (reato previsto dall’art. 348 C.P.), anche se i pazienti sono consapevoli che la persona a cui si sono affidati non ha conseguito alcuna laurea in medicina (Corte di Cassazione IV sezione penale sentenza 34200 del 6/09/2007).
Questa sentenza è stata emessa con il preciso scopo di limitare il campo etico di attività e le relative responsabilitaà di ogni professionista, cosi da evitare scritture improvvisate su “foglietti volanti”, senza indicazione alcuna sull’utilità o la durata dell’eventuale terapia.



Per consigliare un rimedio omeopatico con l’intenzione di alleviare un disturbo o far progredire un sintomo, bisogna avere conoscenze specifiche, saper individuare il singolo miasma e seguirne l’evoluzione, cosi come un trattamento osteopatico va eseguito da un professionista attento e preparato.

L’etica professionale è definita come l’insieme dei doveri strettamente inerenti all’attività professionale svolta nella società da cui consegue, a mio parere, il rispetto delle competenze proprie e altrui, soprattutto nell’interesse del paziente. Meglio quindi operare al meglio nel proprio campo, coadiuvando eventualmente il lavoro con l’aiuto di un bravo omeopata, o nel dubbio, chiedendo consiglio al farmacista.