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Il ruolo degli ottavi nel trattamento osteopatico delle discrepanze

Autori

Daniele Dellepiane e Davide Traverso

Abstract

Per comprendere il rapporto che esiste tra osteopatia cranica, occlusione e ottavi, è indispensabile conoscere la dinamica di sviluppo dello splancnocranio e dell’apparato stomatognatico.

Durante la fase di accrescimento dentale i primi denti che generalmente eruttano sono gli incisivi superiori. L’ostacolo meccanico che gli incisivi pongono al normale scivolamento dei due piani mascellare e mandibolare durante la suzione determina la necessità di apprendere un meccanismo di “scavalcamento” degli incisivi. La mandibola inizierà quindi a compiere un movimento di scivolamento e apertura; tanto maggiore sarà l’altezza incisivale, tanto sarà necessaria una maggior apertura mandibolare.

L’inserimento di questo nuovo parametro nel movimento necessario all’alimentazione del neonato creerà una modificazione di forma dell’ATM con un aumento dell’altezza del tubercolo articolare direttamente proporzionale alla dimensione dell’incisivo. Inoltre si verrà a creare un asse di inclinazione dell’ATM che sarà in rapporto con i vari assi di intercuspidazione dentale.

L’intercuspidazione è fondamentale nella determinazione delle classi occlusali e quindi l’eruzione dentale durante lo sviluppo determinerà la forma d’arcata e la classe occlusale nell’adulto.
L’eruzione dentale prevede lo spostamento delle gemme dentali, che si trovano all’interno dell’osso, verso l’esterno, la così detta eruzione dentale. Fisiologicamente le prime cinque gemme dentali di ogni lato si trovano su un piano orizzontale e parallelo al piano masticatorio. Quindi la loro insorgenza avviene semplicemente per una discesa verticale. Questo non avviene invece per le ultime tre gemme dentali (sesta, settima e ottava), che si trovano più distanti dal piano occlusale, su un piano più paraverticale. L’eruzione di questi denti sarà quindi condizionata dalla maggiore o minore possibilità di effettuare un movimento iniziale di posteriorità e poi di discesa verso il piano masticatorio.

Questa potenziale capacità di posteriorizzarsi dipende da una corretta cinetica sfenoidale. Quando lo sfenoide è coinvolto in un corretto movimento dal punto di vista craniosacrale, la pressione presente a livello delle gemme dentali superiori ne consente un’eruzione senza ostacoli. Queste emergeranno in tutta la loro altezza creando un piano masticatorio poco inclinato posteriormente, con una curva di Spee poco accentuata (curva piatta).

Nel caso opposto, si determinerà una situazione per cui queste gemme dentali troveranno un ostacolo alla loro eruzione e quindi non potranno emergere in tutta la loro altezza. Questa mancanza di altezza nella parte posteriore dell’arcata determinerà una curva di Spee accentuata. Ne consegue che uno dei fattori determinanti della forma d’arcata, dell’intercuspidazione e, in conseguenza, della forma dell’ATM è la presenza o l’assenza di una disfunzione cranica.

Le disfunzioni craniche determinano delle alterazioni della cinetica e della forma della base cranica. Tali alterazioni porteranno l’osso sfenoide in diverse posizioni nello spazio. La stretta correlazione anatomica che esiste tra i processi pterigoidei dello sfenoide e la porzione postero-laterale delle ossa mascellari ci spiega la via di comunicazione di queste disfunzioni con l’apparato stomatognatico.



Ricordiamo inoltre che, durante lo sviluppo, l’osso mascellare si accresce in direzione antero posteriore, andando incontro allo sfenoide.

Curva di Spee

Linea immaginaria posta sul piano sagittale, passante per l’apice delle cuspidi dei denti premolari e molari, con concavità posta verso l’alto.

La curva di Spee divide il piano occlusale in due parti, con la parte posteriore che assume un andamento più o meno ripido e una parte anteriore paraorizzontale. Il posizionamento più o meno alto dei molari rispetto agli incisivi determina un’accentuazione o una riduzione di questa curva.

Discrepanza e malocclusione

Una funzione occlusale anormale è spesso causata dalla discrepanza.
Si parla di discrepanza dento-scheletrica quando le dimensioni longitudinali dentali e ossei non sono uguali. La discrepanza è uguale a zero, cioè non esiste, quando il valore dello spazio disponibile sull’arcata ossea è uguale al valore dello spazio richiesto dai denti per allinearvisi.
Il valore dentale è fornito dalle ampiezze mesio distali di tutti i denti permanenti anteriormente ai due primi molari permanenti dell’arcata. Il valore scheletrico è fornito dalla lunghezza della curva dell’arcata scheletrica compresa tra le superfici mesiali dei due primi molari permanenti.

La discrepanza può portare ad artrosi dell’ATM, problematiche muscolari, posturali e carie.
Il vecchio concetto di discrepanza considerava soltanto i rapporti morfologici.
Lo studio della relazione fra movimento cranio sacrale e l’apparato stomatognatico è più importante che la sola valutazione morfologica del rapporto dimensionale tra arcata dentale e dente. La valutazione della discrepanza con un semplice esame odontoiatrico può quindi non essere sufficiente.
La discrepanza è considerata una della cause principali dello sviluppo di una mal occlusione. Un piano occlusale anormale è correlabile a malattie quali la disfunzione mandibolare, malformazioni temporomandibolari e funzionalità muscolare alterata.

Affollamento e inclinazione mesiale dei molari

Uno dei sintomi più evidenti della discrepanza è l’affollamento, che si evidenzia maggiormente sui denti anteriori, inclusi i premolari. Non bisogna però dimenticare i casi di affollamento nell’area posteriore. Durante la crescita della mandibola l’eruzione del primo molare permanente divide l’arcata dentale in due aree, una anteriore e una posteriore. I sintomi principali della discrepanza anteriore sono lo spostamento dei denti che, eruttando in uno spazio insufficiente, si inclinano e ruotano. Nei casi di discrepanza posteriore, il problema principale è l’interferenza occlusale causata dall’affollamento. Questo determina prevalentemente discrepanze verticali (squeezing out effect), cioè un innalzamento o una discesa di uno o più denti sul piano frontale che causa alterazioni dell’altezza del piano masticatorio. Questa situazione, a sua volta, porta alterazioni della dinamica masticatoria, modifica l’armonia dello scheletro maxillofacciale e può portare, durante la crescita, a malformazioni di tipo scheletrico.

Il ruolo degli ottavi nel quadro delle discrepanze

In odontoiatria tradizionale gli studi più recenti hanno riconsiderato il ruolo degli ottavi. Non vengono più considerati come fautori di una spinta attiva anteriore durante la loro eruzione. Dal punto di vista osteopatico possiamo concordare con questa visione. Non è l’ottavo che attivamente “spinge” in avanti causando una situazione di discrepanza, ma è la condizione di disfunzione in estensione dello sfenoide in toto (o di un emisfenoide) che ne impedisce la corretta eruzione in direzione postero-inferiore.
Un ottavo eruttato alto e anteriore causerà una condizione di discrepanza.

Conclusioni

Di tutte le estrazioni quella dell’ottavo è la preferibile. Essendo il terzo molare situato nella parte più posteriore della dentizione, una sua estrazione non comporta alterazioni della morfologia di base della dentizione in toto; ma al contempo libera una considerevole quantità di spazio per permettere ai denti anteriori di posizionarsi nel modo più corretto. Per prevenire l’insorgenza della discrepanza posteriore e dell’affollamento molti ricercatori hanno iniziato a studiare la tecnica dei estrazione precoce della gemma dentale degli ottavi. La germectomia si è rivelata vantaggiosa rispetto all’estrazione tardiva. L’intervento è meno invasivo e il periodo di recupero è breve.
Per questo motivo la germectomia è un metodo efficace per prevenire la discrepanza posteriore. Ovviamente se lo spazio disponibile è sufficiente a un eruzione dentale corretta, non è necessario procedere all’estrazione.
Il trattamento cranico osteopatico, precedente alla fase di sviluppo della dentizione permanente, è di fondamentale importanza nell’eliminazione di disfunzioni craniche che andrebbero a impedire una corretta eruzione delle ultime tre gemme dentali.In assenza di disfunzioni craniche l’eruzione dentale avverrà al massimo delle sue potenzialità.

Bibliografia

Osteopatia in ambito craniale, di Harold Ives Magoun. Ed Futura

 

 

 

 

KEYWORDS: Atm, dente del giudizio, denti, disturbi mandibolari, odontoiatria

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