ARGOMENTIARGOMENTI

Osteopatia Pediatrica

Il sonno è salute!

di

In media, il neonato può dormire dalle 16 alle 17 al giorno, il bambino di 3 anni fino a12 ore, quello di 6 anni 10 ore e di 12 anni, 9 ore al giorno.

Il sonno è salute! È un bisogno che varia di un bambino all’altro, talvolta di un giorno all’altro. Un bambino che non dorme abbastanza è difficile da svegliare la mattina, è stanco, sonnolento ed irritabile. Può commettere insoliti errori a scuola perché poco attento.
Il risveglio non deve essere brutale ma progressivo, dunque spontaneo. Il bambino costruisce progressivamente il suo sonno di notte. I suoi ritmi non sono quelli dell’adulto. Una delle particolarità del sonno del piccolo bambino è la presenza di micro-risvegli fisiologici di una durata di 1 a 10 minuti dopo ogni ciclo di sonno. Così, un poppante di meno di 1 anno può svegliare i suoi genitori otto volte per notte. Durante questi risvegli, piange, mugugna per poi riaddormentarsi da solo.
Attenzione dunque a non sopperire a questi risvegli con l’utilizzo del biberon: il rischio è che il bambino avrà sempre bisogno di voi per riaddormentarsi.
Durante questi risvegli il bambino può semplicemente girarsi o strofinarsi gli occhi  e riaddormentarsi, oppure può mettersi a piangere e richiedere l’aiuto dei genitori. Nel primo caso il bambino dormirà  più a lungo, ed i genitori non si accorgeranno nemmeno del risveglio; nel secondo caso, ci sarà bisogno di un intervento amorevole della mamma o del papà.
Naturalmente i risvegli frequenti sono fisiologici nel neonato e rispondono ad esempio al bisogno di poppare frequentemente anche di notte, e non è indicato costringere un bambino molto piccolo a dormire troppo a lungo. Con il passare del tempo il bambino matura la capacità di mettere insieme più cicli di sonno, e dormire ininterrottamente per un tempo maggiore. Questo sviluppo avviene facilmente in alcuni bambini, mentre per altri è molto più difficile addormentarsi o restare addormentati, ed in questo caso si può fare qualcosa. Se si cerca di assecondare e facilitare in maniera consapevole questa evoluzione, si può favorire un buon sonno nel bambino, e sostenere l’acquisizione di ritmi di sonno adeguati all’età, in modo da evitare di creare stress e tensioni legate al momento della nanna, oppure migliorare una situazione già conflittuale.

L’alimentazione può influenzare il suo sonno?
Un buon metodo è anche quello di coricarlo e di svegliarlo quasi sempre alla stessa ora. Talvolta delle difficoltà di sonno possono essere dovute ad un’alimentazione insufficiente o male equilibrata. A 6 mesi, un poppante in buona salute non ha bisogno di essere nutrito la notte. E’ necessario che gli si insegni sin da subito a dissociare il comportamento alimentare dal sonno.

Come conciliare il suo sonno con i ritmi scolastici?
Rispettando i suoi bisogni di sonno. Assicurate degli orari di coricare e soprattutto di sveglia regolari. Non lo coricate troppo tardi, non lo svegliate all’ultimo minuto, concedetegli di fare tranquillamente la sua colazione.Il riposino è un bisogno fisiologico fino a 4 anni.

Sino a che età è normale la pipì a letto?
Non si parla di enuresi prima dell’età di 5 anni. Se il problema persiste dopo i 6 anni, un’educazione specifica fatta sotto il controllo di uno specialista può essere necessaria. Chiedetegli di andare in bagno prima di coricarsi, non impeditegli di bere la sera, ma evitate gli eccessi di liquido dopo cena, soprattutto non devono bere liquidi contenenti caffeina, come cola e altre bevande gassate. Insegnateli fin dall’età di 5 o 6 mesi a dissociare comportamento alimentare e sonno: nessun biberon di acqua, di latte, a letto. Sempre molto importante la regolarizzazione dell’orario in cui si corica e in cui si sveglia al mattino.



Il vostro bambino piange… Che fare?
Certi risvegli possono manifestarsi così e sono assolutamente normali. Il bambino si riaddormenta velocemente. Se le lacrime persistono, assicuratevi che non sia in una posizione scomoda. Evitate di toglierlo dalla sua culla. Tra i 3 ed i 6 mesi, un bambino non ha più bisogno di cibo durante le ore notturne. Dovete evitare di rispondere sistematicamente alle sue chiamate notturne per gli interventi alimentari, salvo indicazione medica.

Il bambino urla di notte. Bisogna svegliarlo?
Il vostro bambino può avere dei terrori notturni o può fare degli incubi. I terrori sopraggiungono spesso durante la notte e possono essere impressionanti per il bambino che urla, traspira, ha l’aria terrorizzata. E’ consigliabile non svegliarlo, intervenendo il meno possibile. Perfettamente cosciente ma molto impaurito, il piccolo è allora capace di raccontare il suo incubo. Rassicuratelo, restate vicino a lui finché non ha ritrovato la calma e lasciate che si riaddormenti da solo.

Camera: a parte o in comune?
Fare dormire il bambino nella camera dei genitori può essere pratico fino a 6 mesi, soprattutto per le mamme che allattano. Poi ciascuno deve, se possibile, ritrovare il suo spazio. A partire da 6 mesi, il vostro ruolo è insegnargli ad addormentarsi solo.

La roncopatia (russare) cronica è normale in un bambino?
Se il vostro bambino è raffreddato, può capitargli di russare. Se notate che russa tutte le notti, parlatene al vostro osteopata:  il bambino ha forse le tonsille gonfie. Il ronzio può essere sintomo di infezioni ORL che possono creare difficoltà nella respirazione durante il sonno.

In linea generale ci sono alcune cose da prendere in considerazione  per favorire un buon sonno nel bambino:

  1. osservare i segni di stanchezza del bambino in modo da metterlo a dormire “esattamente” quando è stanco. Spesso, se i bambini superano il “momento buono”, poi diventa molto più difficile farli dormire!
  2. Favorire l’instaurarsi di “buone” associazioni con il sonno. Ad esempio, è utile cercare di fare addormentare il bambino nello stesso posto nel quale dormirà (culla, lettino, lettone), anziché addormentarlo in braccio e poi posarlo. Molti  autori concordano nell’affermare che se, al momento di un “micro-risveglio”, il bambino  trova intorno a sé la stessa situazione (associazione) nella quale si era addormentato, può passare al ciclo di sonno successivo più facilmente, ovvero senza svegliarsi completamente.
  3. Curare una “routine” piacevole e rilassante (per tutti!) per l’ora precedente il momento della nanna, per calmare, rassicurare e  “preannunciare” il momento del sonno.
  4. Favorire una regolarità negli orari dei sonnellini e nella nanna.
  5. Avere aspettative realistiche: per un bambino di alcuni mesi “dormire tutta la notte” significa dormire 5 ore di fila! E non le 12 ore ininterrotte che alcuni “metodi” sbandierano, e che sono, in realtà, un’acquisizione graduale e che non avviene per tutti allo stesso momento.

Leggi anche

Il sonno dei bambini
d.repubblica.it

Letture consigliate

Facciamo la nanna di Grazia Honegger Fresco, edito da Il Leone Verde.
Se avete pensato di usare un “metodo” per insegnare al bambino a dormire piangendo, questo libro ve ne toglierà definitivamente la voglia. Molto interessante per comprendere e seguire le esigenze del bambino, prevenire i malesseri da sonno e riflettere su cosa sia veramente utile per sostenere il bambino nel suo sviluppo.

Cerca un osteopata

Trova un professionista nella tua città

Copyright © 2004 – Tuttosteopatia.it Tutti i diritti riservati
Powered by Eter s.r.l. Società Benefit P.I. 07180680725
Tuttosteopatia, testata giornalistica reg. n. 10/12 – Registro dei giornali e periodici – Tribunale di Trani del 30 maggio 2012