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Osteopatia in Gravidanza

Partorire naturalmente

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Ogni donna ha il diritto fondamentale a ricevere un’assistenza prenatale appropriata; la donna deve svolgere un ruolo centrale in tutti gli aspetti di questa assistenza, compresa la partecipazione nel pianificare, nel portare avanti e nel valutare l’assistenza stessa; i fattori sociali, emotivi e psicologici sono decisivi per capire e porre in atto un’assistenza perinatale appropriata. Questi i princìpi alla base delle Raccomandazioni OMS per la nascita del 9 maggio 1985 prodotte a seguito del Congresso “Tecnologia appropriata alla nascita”.

In sostanza queste raccomandazioni sottolineano un concetto base, cioè che la nascita è un processo naturale e normale.

Cosa si intende per “parto veramente naturale”

E’ un parto che, dal suo inizio e fino alla sua conclusione, si espleta in modo del tutto spontaneo; ciò significa senza l’utilizzo di farmaci, interventi ostetrici manuali o strumentali. Questo può discostarsi molto rispetto a quello che in molti ospedali viene chiamato “parto spontaneo”, il quale a volte può avere molto poco di naturale… In condizioni di fisiologia è fondamentale rispettare la naturalità dell’evento, sia per una valenza etica, sia per prevenire situazioni patologiche. Il bambino, durante questo tipo di parto, si trova in posizione di vertice tra le 37 e 42 settimane, e l’espulsione vaginale avviene in maniera spontanea, consentendo altresì buone condizioni fisiche di mamma e bambino dopo la nascita. Si sottopongono a parto “veramente naturale” anche le donne che, sebbene abbiano avuto problemi durante la gravidanza, presentano le condizioni sopra citate per un parto spontaneo.
Questo tipo di parto esclude interventi medici, farmacologici(epidurale o ossitocina per provocare le contrazioni dell’utero) e chirurgici(episiotomia per esempio).

Il parto è un processo involontario

Non si può aiutarlo si può solo cercare di disturbarlo il meno possibile.
La funzione del parto, come le altre manifestazioni della vita sessuale, è profondamente legata all’istinto, cioè ai comportamenti governati dal cervello arcaico, quello dei mammiferi, quello direttamente connesso ai meccanismi di conservazione e continuazione della specie, quindi anche alla riproduzione.
Cosa può inibire la capacità del cervello arcaico? La stimolazione della parte moderna del cervello: la neocorteccia.
Le notizie avanzate ora dalle  neuroscienze mostrano che, in aggiunta all’emisfero destro e sinistro, il cervello si suddivide in tre parti distinte che funzionano ciascuna come organi separati, con una struttura cellulare e delle funzioni differenti.
Anche se queste tre parti del cervello comunicano tra loro, ciascuna di esse ha una funzione specifica:

  • Il Neocervello “pensa”. Il cervello razionale (la corteccia cerebrale) tratta i dati razionali e condivide  le sue deduzioni con gli altri due cervelli.
  • Il Cervello arcaico “sente”. Il cervello intermedio tratta le emozioni ed i sentimenti profondi e condivide i suoi risultati con gli altri due cervelli.
  • Il Cervello antico “decide”. Il cervello primitivo prende in considerazione l’apporto degli altri due cervelli, ma controlla il processo decisionale.

Privacy

La maggior parte delle femmine dei mammiferi cerca istintivamente un angolo intimo e oscuro per mettere al mondo la prole, e del resto l’intimità è un ingrediente fondamentale di un attività notturna e segreta come quella sessuale. E il parto, non dimentichiamolo è un aspetto della vita sessuale.
Anche alle donne serve sentirsi al sicuro e non osservate, pertanto è meglio che le persone presenti stiano dietro e non davanti. La lunghezza di un parto è in proporzione al numero di persone che la circondano

Silenzio

Il linguaggio stimola la neocorteccia. La migliore ostetrica è quella capace di stare in silenzio.

Buio

La luce intensa aumenta l’attività della neocorteccia. La luce soffusa è un modo per permettere alla donna di sintonizzarsi con le sue risorse interne.

Presenza di una figura materna

Una figura materna fa sentire la donna sicura.
In Giappone molte donne vanno a vivere con le loro madri prima di partorire. In origine questo ruolo era rivestito dall’ostetrica. Anche elefanti e delfini partoriscono protetti dal branco.

Libertà di seguire l’istinto

Le donne in travaglio trovano diversi modi di proteggersi. Una donna potrebbe chiudersi in bagno per rimanere sola potrebbe farsi una doccia o mettersi carponi con la testa in giù, coprirsi con una coperta o chiudere gli occhi. Quando una donna non si sente osservata può assumere una posizione comoda spontaneamente. Molto importante poi, familiarizzare con il luogo di nascita e sentirsi lì come a casa propria.

Che cosa abbiamo il diritto di ottenere?

  • Di essere informati sul nostro stato di salute e sugli eventuali interventi ostetrici proposti (rischi e benefici, loro appropriatezza), essere così in condizione di poter scegliere responsabilmente (ad es. rifiutare procedure dettate dalla routine e non dal nostro bisogno di salute);
  • Di essere rispettati nel nostro bisogno d’intimità e di non essere disturbati durante il travaglio: l’ambiente, il numero di persone coinvolte, il loro comportamento, la nostra libertà di movimento e di fare ciò che ci dice l’istinto.
  • Nei limiti del luogo e del personale che ci assiste, dovremmo avere a nostra disposizione la persona che desideriamo ci accompagni in questa esperienza, i metodi naturali per la gestione del dolore e il tempo e la pazienza degli operatori.

Nonostante a volte sia necessario delegare agli operatori alcune decisioni, se scegliamo chi ci assiste in questo percorso anche sulla base di valori comuni, è probabile che queste vengano prese in sintonia con il nostro volere. Resta quindi a noi la responsabilità di informarci in tempo utile per poter scegliere consapevolmente: non tutti i luoghi possono rispondere ai nostri bisogni, e i diversi operatori  possono avere una concezione del parto più medicalizzata o più naturale. E’ allora importante già dall’inizio cominciare a costruire un rapporto di fiducia reciproca con chi ci accompagnerà verso il miracolo della vita.

A quali procedure non dobbiamo essere sottoposti di routine?

  • La tricotomia (rasatura dei peli nella zona perineale) e il clistere evacuativo;
  • induzione e/o accelerazione del travaglio (con farmaci e/o a mnioressi);
  • La posizione litotomica durante travaglio e parto;
  • Il monitoraggio cardiotocografico continuo;
  • La visita ostetrica ogni ora durante il travaglio (soprattutto a membrane rotte);
  • Il digiuno in travaglio;
  • L’utilizzo di farmaci analgesici;
  • La dilatazione manuale del collo dell’utero;
  • La manovra di Kristeller (peraltro vietata!);
  • La spinta espulsiva a “comando”;
  • L’episiotomia;
  • Il clampaggio precoce del cordone ombelicale;
  • L’allontanamento del neonato dalla madre per procedure non urgenti;
  • L’utilizzo di utero-tonici per prevenire l’emorragia post-partum;
  • Il management attivo del secondamento (farmaci, trazione controllata sul funicolo, spremitura   dell’utero);
  • Il taglio cesareo programmato a causa di un pregresso taglio cesareo.

Qui di seguito le indicazioni sull’assistenza perinatale definite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e che avvallano ciò che è stato detto fin ora.

  1. L’intervento medico e l’uso della tecnologia devono essere appropriati, bisogna ridurre il ricorso a tecnologie sofisticate se sono sufficienti procedure semplici;
  2. l’assistenza deve essere basata sull’evidenza;
  3. deve essere olistica, incorporando i bisogni intellettuali, emozionali, spirituali, sociali e culturali delle donne, e non occuparsi solo degli aspetti biologici;
  4. deve essere centrata sulla famiglia e sui bisogni di tutti i suoi membri;
  5. deve coinvolgere la donna nelle decisioni;
  6. deve rispettare la dignità e l’intimità delle donne.

Leggi anche
Indagine dell’Istituto Superiore della Sanità sull’evento nascita: Più informazione alle donne favorisce il parto naturale e la salute di mamma e bambino

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