Approvato all’unanimità dalla X commissione della Camera dei deputati, il disegno di legge sulla Riforma delle Professioni non regolamentate. “Una rivoluzione  – ha spiegato Giorgio Berloffa, presidente di CNA Professioni – e il nostro obiettivo oggi è di sveltirne il più possibile l’iter facendolo uscire al più presto dalla Camera, per arrivare al Senato”. La proposta di legge in Parlamento prevede il riconoscimento delle professioni non regolamentate attraverso la norma UNI, che consentirà anche agli osteopati, insieme agli oltre 3 milioni di professionisti italiani non iscritti ad albi od ordini, di essere “normati”.

Obiettivo della norma, quello di definire chi sono e cosa fanno gli osteopati, ad oggi professionisti non regolamentati, garantendo uno standard di qualità permanente, che può anche portare – su base volontaria – alla certificazione del professionista.

Di questo si è parlato lo scorso 14 febbraio nel convegno Professione non regolamentate. Un appello alla trasparenza che si è svolto alla Camera dei deputati alla presenza di Eduardo Rossi, presidente del Roi e vicepresidente del CNA Professioni, Giorgio Berloffa, presidente del CNA Professioni, Laura Froner, vicepresidente della X commissione della Camera e altri componenti della stessa commissione.

Superata l’approvazione della X commissione della Camera, il ddl giace in Parlamento in attesa di un parere dalla commissione Bilancio, “dopodiché noi siamo pronti ad andare in aula”, ha detto Ignazio Abrignani, relatore del ddl nella X commissione della Camera dei deputati.



Positivi i pareri espressi da diversi parlamentari. Roberto Rao, componente della II commissione della Camera ha parlato di dovere di salvaguardia  degli interessi di quanti lavorano in questo mercato e degli utenti: “le professioni non regolamentate sono l’esempio più avanzato che abbiamo di flessibilità e di capacità di aggiornamento nel mondo del lavoro – ha detto Rao – non si tratta di ‘chiuderli’ in un ordine, ma di consentire loro di lavorare al meglio in piena concorrenza”. E secondo Anna Rita Fioroni, componente della X Commissione del Senato, non si deve dimenticare che le professioni non regolamentate rappresentano “uno sbocco occupazionale importante, proprio adesso che il tema lavoro è all’ordine del giorno”.

Come nasce la norma UNI

Una commissione UNI riunisce tutti i diretti interessati alla specifica professione (i professionisti, i clienti, i fornitori, eventuali autorità pubbliche interessate) che tramite una discussione democratica e un’approvazione consensuale elaborano un testo che definisce gli aspetti più rilevanti della singola professione. Questo testo viene sottoposto in fase di ‘inchiesta pubblica’ a tutti gli stakeholders, che hanno un periodo di tempo utile per fare osservazioni. Scaduto il termine, la proposta diventa una norma tecnica Uni, e cioè un testo di autoregolamentazione non obbligatorio ma ufficialmente riconosciuto, al quale però tutti i professionisti possono far riferimento per dare contenuti di certezza e qualità alla propria prestazione professionale. Il ministero dello Sviluppo economico prende in carico le norme e riconosce la professione in base a quanto ha dichiarato l’UNI.