La difficoltà di attenzione e di apprendimento (ADHD) è un disturbo neurologico che colpisce tra il 3 per cento e il 5 per cento dei bambini in età scolare.
Quali fattori eziologici potrebbero essere causa di questo ritardo?
I fattori genetici certamente svolgono un ruolo causando una perturbazione nella sequenza evolutiva dell’attivazione e disattivazione di geni che scolpiscono l’architettura corticale. C’è tuttora una polemica sulla natura di questo disturbo (ADHD): in particolare non è chiaro se esso risulti da un ritardo nella maturazione corticale del cervello oppure rappresenti una deviazione completa dal modello di sviluppo tipico.
La nascita è probabilmente l’evento più stressante della vita. Anche una nascita relativamente semplice impone sollecitazioni enormi sul cranio del bambino, sollecitazioni che potrebbero avere implicazioni per il successivo sviluppo del cervello e del corpo. Dopo la nascita, l’assestamento non armonioso sia suturale che strutturale delle ossa craniche potrebbe ritardare, limitare o addirittura compromettere lo sviluppo delle strutture situate all’interno del cranio. Ad esempio, una micro-plagiocefalia non riconosciuta nella regione del cranio dietro l’orecchio potrebbe in breve tempo compromettere la successiva crescita e sviluppo del lobo temporale, area cerebrale che si occupa del linguaggio e del riconoscimento delle parole.
Da uno studio sostenuto dal programma di ricerca del National Institutes of Health (USA) e condotto nel 2007 su un gruppo costituito da 223 bambini con ADHD, messi a confronto in doppio cieco con altrettanti bambini senza ADHD, è risultato che in entrambi i gruppi lo sviluppo delle aree primarie sensoriali e motorie raggiunge il massimo spessore corticale prima delle aree associative. Questa ricerca stabilisce perciò che l’ADHD è caratterizzato da un ritardo piuttosto che da una deviazione dal modello di maturazione corticale. Ed è per questa ragione che non può essere associato ad altri disturbi dello sviluppo neurologico, come ad esempio l’autismo, in cui sembra esserci un cambiamento repentino delle curve di crescita del cervello. Il ritardo nella maturazione corticale ADHD è più evidente nella corteccia temporale e nella corteccia prefrontale laterale, la quale supporta una serie di funzioni cognitive, come la capacità di sopprimere risposte inappropriate e pensieri, il “controllo” dell’attenzione, la valutazione della ricompensa, il controllo motorio, la memoria di lavoro.
La correlazione tra deficit di queste funzioni cognitive e ipoattivazione della corteccia prefrontale in bambini con ADHD è una scoperta rilevante. Al contrario, la corteccia motoria primaria è stata l’unica zona corticale in cui il gruppo ADHD ha mostrato la maturazione leggermente prima dell’altro gruppo: questo significa che è possibile che la combinazione di maturazione precoce della corteccia motoria primaria con la maturazione tardiva delle regioni motorie di controllo di ordine superiore possa riflettere uno scarso autocontrollo o un’eccessiva attività motoria, tipici della sindrome.
E’ quindi importante essere in grado di riconoscere i primi segnali caratteristici di un problema attraverso il comportamento del bambino.
Fin dalla nascita il neonato manifesta una serie di sintomi comuni che si possono riassumere in:
– pianto eccessivo o stizzoso di un bimbo che preferisce essere cullato in movimento, sia in braccio che nel passeggino;
– poppata troppo lenta o debole oppure poppata troppo vorace, con il costante bisogno di succhiare e spesso una posizione preferita;
– coliche e flatulenza;
– disturbi sonno/veglia, come ad esempio sonno molto leggero e frequente veglia.
Durante il periodo dell’infanzia (fino ai due anni) il bambino tende a sedersi, strisciare e camminare precocemente, cercando nel movimento una modalità per alleviare il suo disagio fisico. E’ un bimbo che è attratto dai giocattoli solo per breve tempo perché preferisce essere in movimento (questo potrebbe in seguito contribuire ad una scarsa capacità di concentrazione). Ha un sonno spesso disturbato, o molto leggero, oppure con difficoltà all’addormentamento. Anche la dentizione potrebbe avvenire in ritardo e con difficoltà associata ad un posizionamento della lingua non funzionale all’atto della deglutizione e fonazione. Sbattere la testa o tirarsi fortemente i capelli sono spesso indicatori di stress e non vanno catalogati come capricci di un bimbo dal carattere difficile.
Con una diagnosi e un OMT (trattamento manipolativo osteopatico) precoce l’osteopata può aiutare a rimuovere le limitazioni strutturali e le disfunzioni craniche al fine di ottenere uno sviluppo armonioso sia del cranio che del corpo.
L’Osteopatia riconosce che ogni bambino è un individuo con il proprio, personale e unico percorso di apprendimento. La difficoltà nell’apprendimento può impedire che un bambino realizzi pienamente il suo potenziale.
Durante la prima fanciullezza (dai due ai sette anni) un bambino con ADHD non si lamenta di dolori in quanto le sollecitazioni che sono state probabilmente presenti fin dalla nascita sono per lui diventate “normali”. E’ possibile quindi riconoscere il suo disagio ad esempio da un comportamento volubile, oppure teso, o che reagisce in modo eccessivo dal punto di vista emotivo. Il bambino con ADHD ha spesso un sistema immunitario impoverito e quindi è soggetto a molte infezioni croniche dell’orecchio e Glue Ear, con conseguente perdita di udito che può ritardare lo sviluppo del linguaggio e interferire con l’apprendimento. Sono bimbi che spesso respirano abitualmente con la bocca.
L’apprendimento del bambino può essere negativamente influenzato da una sensazione di malessere e dalle assenze alla scuola materna prima e all’asilo poi.
La difficoltà di apprendimento non si manifesta improvvisamente.
L’osteopata, mediante la diagnostica palpatoria del cranio, fin dalla nascita è in grado di rilevare quelle indicazioni/disfunzioni che potrebbero diventare nel tempo un problema.
Nei primi tre o quattro anni di vita il bambino sembra essere in grado di superare le sue difficoltà, e sembra raggiungere i traguardi. Tuttavia, poiché le richieste iniziano ad arrivare nell’età scolare della seconda fanciullezza (dai sette agli undici anni), potrebbe diventare sempre più difficile stare al passo con i coetanei e alla fine “rimane indietro”, ed è a questo punto che viene identificata dalla società la difficoltà di apprendimento.
Il bambino in questa fase della vita potrebbe avere segni fisici quali asimmetrie nella postura (tenere la testa da un lato,o una spalla più alta dell’altra. girarsi meglio da un lato rispetto all’altro). Queste asimmetrie posturali si ripercuoteranno sulla posizione da seduto, su come guarderà l’insegnante o copierà dalla lavagna. Il bambino in questa fase della vita potrebbe avere disagi fisici come mal di testa, dolori della crescita, dolori di stomaco o altre sintomatologie dolorose. Potrebbe provare fatica nello scrivere e spesso avere una grafia disordinata. Essere goffo, con scarso equilibrio, cadere spesso e urtare sempre la stessa parte del corpo (come la testa!).
Come aiutare un bambino con difficoltà di apprendimento?
Attraverso il lavoro di un team in cui le figure dell’osteopata, pediatra, otorinolaringoiatra, logopedista, optometrista, odontoiatra, neuropsichiatra infantile, psicopedagogista, chinesiologo, dietologo e allergologo si interfaccino e interagiscano per il benessere del bambino. La competenza del pediatra è il passo essenziale. La valutazione visiva è utile per individuare eventuali problemi visivi: specialisti in questo campo sono gli oftalmologi e gli optometristi dello sviluppo, che non solo valutano la capacità degli occhi di messa a fuoco, ma anche il tracciato e la capacità del cervello di interpretare le informazioni visive. Un test dell’udito da parte dell’otorino è raccomandato nel caso in cui ci sia stata una storia di Glue Ear (otite sieromucosa), o per altri motivi che facciano sospettare la perdita dell’udito. La terapia dello sviluppo neurologico può essere raccomandata per aiutare lo sviluppo della coordinazione. La dieta è importante perché allergie e intolleranze alimentari possono compromettere l’apprendimento e la concentrazione.
La valutazione osteopatica è utile sia per la normalizzazione di eventuali disfunzioni fisiologiche o traumatiche craniche, sia per garantire una redistribuzione degli equilibri corporei che contribuiscono ad un buon assetto posturale e quindi all’eliminazione della sintomatologia dolorosa articolare.
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L’Osteopatia migliora i sintomi di bambini affetti da deficit di attenzione ed iperattività
complimenti alla collega!
il problema è sintetizzato in una frase dell' articolo: "la competenza del pediatra è il passo essenziale".
grazie per aver condiviso il tuo lavoro
complimenti alla collega!
il problema è sintetizzato in una frase dell’ articolo: "la competenza del pediatra è il passo essenziale".
grazie per aver condiviso il tuo lavoro
salve se il titolo è
"Osteopatia e disturbi di apprendimento"
dunque, DSA..
perchè si Parla di ADHD???
perchè poi, si riparla difficoltà di apprendimento??
Che non sono Ne DSA Ne ADHD??
Mi sembra solo un articolo che in maniera -forzata- prova a mettere in relazione l'osteopatia con DSA, ADHD e difficoltà di apprendimento in un mix senza logica.
mio figlio a 13 anni e anche se abbiamo scoperto da molto che e dislessico combatto ancora con la scuola che non vuole capire non so piu come fare
salve se il titolo è
"Osteopatia e disturbi di apprendimento"
dunque, DSA..
perchè si Parla di ADHD???
perchè poi, si riparla difficoltà di apprendimento??
Che non sono Ne DSA Ne ADHD??
Mi sembra solo un articolo che in maniera -forzata- prova a mettere in relazione l’osteopatia con DSA, ADHD e difficoltà di apprendimento in un mix senza logica.
mio figlio a 13 anni e anche se abbiamo scoperto da molto che e dislessico combatto ancora con la scuola che non vuole capire non so piu come fare
ADHD è un disturbo evolutivo dell'autocontrollo che include difficoltà di attenzione e concentrazione che sono i prerequisiti fondamentali all'apprendimento.
Probabilmente è un disturbo di cui ha sofferto anche il Lo Presti dato che non è riuscito a integrare i dati che, nella SUA visione, risultano -appunto come afferme- senza logica. La sua.
ADHD è un disturbo evolutivo dell'autocontrollo che include difficoltà di attenzione e concentrazione che sono i prerequisiti fondamentali all'apprendimento.
Probabilmente è un disturbo di cui ha sofferto anche il Lo Presti dato che non è riuscito a integrare i dati che, nella SUA visione, risultano -appunto come afferme- senza logica. La sua.
ADHD è un disturbo evolutivo dell’autocontrollo che include difficoltà di attenzione e concentrazione che sono i prerequisiti fondamentali all’apprendimento.
Probabilmente è un disturbo di cui ha sofferto anche il Lo Presti dato che non è riuscito a integrare i dati che, nella SUA visione, risultano -appunto come afferme- senza logica. La sua.
salve se il titolo è
"Osteopatia e disturbi di apprendimento"
dunque, DSA..
perchè si Parla di ADHD???
perchè poi, si riparla difficoltà di apprendimento??
Che non sono Ne DSA Ne ADHD??
Mi sembra solo un articolo che in maniera -forzata- prova a mettere in relazione l'osteopatia con DSA, ADHD e difficoltà di apprendimento in un mix senza logica.
mio figlio a 13 anni e anche se abbiamo scoperto da molto che e dislessico combatto ancora con la scuola che non vuole capire non so piu come fare
complimenti alla collega!
il problema è sintetizzato in una frase dell' articolo: "la competenza del pediatra è il passo essenziale".
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