Giuseppe Garofalo è un osteopata che pratica canottaggio, in passato ha gareggiato a un buon livello come “singolista” nella categoria pesi leggeri e si è diplomato allenatore di canottaggio nel 2004, ultimamente ha partecipato ai mondiali di Coastal Rowing svoltisi a Bari a Ottobre. Laureato in scienze motorie con la tesi sull’Analisi cinematica ed elettromiografica del ciclo di voga, ha dedicato anche la tesi di diploma in Osteopatia al canottaggio, focalizzando lo studio soprattutto sul mal di schiena.

Che cosa pensi dell’Osteopatia in ambito sportivo e in particolare nel canottaggio?
Da osteopata credo che tutti gli sportivi debbano conoscere l’utilità di questa medicina complementare, perché può essere davvero risolutiva per tanti disturbi dovuti all’allenamento e ottima come sistema di prevenzione. Da atleta invece posso dire di rimpiangere il fatto di non aver conosciuto prima l’osteopatia, avrei sofferto meno e probabilmente avrei raggiunto dei risultati ancora migliori. Adesso però mi sto divertendo moltissimo nel praticare questo sport seppure a livelli minori, ma comunque da agonista.

Che tipo di problematiche hai riscontrato nel canottaggio, e quali tecniche utilizzi?
Dall’esperienza fatta in studio e riportate nella mia tesi di diploma, ho costatato che le problematiche del canottiere sono maggiormente muscolo-scheletriche e viscerali, per cui le tecniche che utilizzo maggiormente sono fasciali e strutturali.



Qualche esempio?
Il mal di schiena nel tratto lombo-sacrale è il più frequente, segue poi il tratto dorso-lombare e infine la regione inter-scapolare. È frequente anche il dolore nella regione inguinale, sede delle inserzioni dei muscoli Ileo-Psoas e Retto Femorale, molto sollecitati durante il ciclo di voga. Le articolazioni come ginocchia, caviglie, spalle e gomiti non subiscono grossi sovraccarichi, tuttavia possono verificarsi dei disturbi giacché la preparazione fisica si serve della corsa di mezzofondo e pesi. In letteratura esistono diversi studi che riguardano le fratture da stress costali nei canottieri d’èlite, anche se personalmente casi simili non ne ho trattati. Penso che le fratture da stress costali debbano interpretarsi su una linea di confine tra disturbi osteo-articolari e viscerali. Infatti, il mio sospetto è che questi infortuni derivino da disfunzioni della meccanica diaframmatica e quindi viscerale oltre che a un probabile blocco costo-vertebrale. C’è da dire, infatti, che durante il ciclo di voga l’atleta è costretto a compiere una manovra di Valsalva per spingere al massimo delle proprie forze. Inoltre, uno studio afferma che in atleti di livello olimpico, la pressione sistolica durante il massimo sforzo arriva a 260 mm/Hg! Per quanto riguarda i problemi prettamente viscerali, posso riportare esperienze di gastrite, ernia iatale, digestione lenta, colon irritabile ed emorroidi. Anche qui le disfunzioni viscerali e le pressioni intraddominali scaturite dal gesto giocano un ruolo fondamentale. Finora ho potuto costatare che la figura dell’osteopata è poco presente nelle società. Sto infatti lavorando per organizzare degli incontri con i comitati regionali più ricettivi all’argomento per far conoscere la nostra professione agli atleti e tecnici delle società remiere. Il mio è un impegno che sento dal cuore per dare un contributo a uno sport che mi ha insegnato e dato tanto.
Leggendo nel sito gli altri articoli riguardanti questa sessione di osteopatia e sport mi sento di dire che sono perfettamente d’accordo con Gigi Devizzi (leggi l’intervista all’osteopata Gigi Devizzi), collega di grandissima esperienza negli sport invernali: “conoscere il gesto tecnico e aver provato le stesse sensazioni degli atleti che vengono in studio, dà una marcia in più all’operatore.”

Colgo l’occasione per invitare tutti i colleghi che hanno avuto esperienze nel canottaggio a mettermi in contatto tramite mail per un confronto utile alla crescita professionale. Inoltre mi metto a disposizione di tutti i canottieri per ascoltare le proprie esperienze di mal di schiena o altre problematiche. Trovate tutti i miei contatti sul mio sito: www.giuseppegarofalo.it.