Il corpo umano è una macchina perfetta e l’osteopata un vero e proprio meccanico che corregge tutti quei sistemi che non funzionano, ripristinando una corretta mobilità.
Questo il messaggio lanciato ieri dall’osteopata Stefano Pompili a Cose dell’altro Geo, la trasmissione di Rai3 in cui è stato ospite per parlare di osteopatia e sport.
Guarda il video (dal min. 56).

In studio, anche un modellino di macchina da corsa, utilizzata dall’osteopata per paragonarla, sotto alcuni aspetti, al corpo di un’atleta. “Una macchina da corsa può essere paragonata ad un’atleta professionista di qualunque disciplina – ha detto infatti Pompili –  che porta il proprio organismo al massimo del rendimento per poter competere e vincere le gare”.
Oggetto della spiegazione, l’assetto posturale nell’uomo, paragonato all’assetto di un auto da corsa.
Tre gli aspetti che regolano l’assetto di una macchina da corsa: gli alettoni (anteriore e posteriore), lo sterzo e le gomme. Sempre tre quelli che regolano l’assetto posturale nell’uomo:

  • occlusione dentale (arcata dentale superiore e inferiore che possono essere paragonate all’alettone superiore e inferiore di un auto da corsa);
  • oculomotricità, ossia i difetti di convergenza dell’occhio, paragonabili alla funzione dello sterzo di un auto;
  • appoggio plantare, equiparabile alla funzione di gomme e sospensioni in una macchina da corsa.

Pompili ha analizzato uno per uno questi elementi, a partire dal ruolo dell’occlusione dentale.

Occlusione dentale

“Così come gli alettoni servono a far aderire la macchina al suolo – ha spiegato l’osteopata – i casi di mal occlusione dentale possono sortire effetti posturali importanti, anche per atleti molto allenati. Se l’arcata superiore è prominente, automaticamente il nostro organismo, la testa e le spalle, tendono a protendere in avanti. Nel caso contrario, invece, si ottiene uno spostamento verso indietro del corpo che, ovviamente, per non cadere, deve reagire a tutto questo utilizzando la muscolatura anteriore o posteriore in modo continuo”. La mal occlusione nell’atleta può così dar luogo a un grosso affaticamento muscolare, strappi e stanchezza fisica, nonostante un buon allenamento.



Oculomotricità

L’oculomotricità è i secondo aspetto che governa l’assetto posturale umano. Pompili ha paragonato questo aspetto alla funzione dello sterzo in un auto da corsa. “In caso di difetti di convergenza dell’occhio – ha detto l’osteopata a Cose dell’altro Geo – la testa, per recuperare quel difetto, va in rotazione. A livello della colonna vertebrale si verificheranno degli scompensi, e si fisseranno dei blocchi articolari, vertebrali a livello delle anche e del bacino. Bisogna quindi correggere il difetto dell’ipoconvergenza che può causare difficoltà di attenzione, concentrazione, di sbadataggine, per esempio un atleta che non centra mai il canestro”.

Appoggio plantare

Il terzo fattore considerato è l’appoggio plantare, paragonato alle ruote di un auto da corsa “che si possono consumare in modo asimmetrico a causa di un appoggio scorretto – ha detto Pompili – come del resto si può verificare con le scarpe, quando l’appoggio plantare non è corretto”.
Ma qual è l’appoggio corretto quando camminiamo? Secondo la spiegazione di Pompili, due terzi del peso sul tallone, un terzo sull’avampiede. “Prima poggia il tallone poi il carico va verso il 5° metatarso, il pollice si corica sul primo e l’alluce da la spinta in progressione”.

Un piccolo “trucco” per verificare l’allineamento del corpo

Un primo esame di base sull’allineamento per verificare la correttezza dell’appoggio al suolo, si può fare utilizzando un peso legato ad un filo: la perpendicolare deve passare dall’orecchio, dalla seconda vertebra cervicale, terza vertebra lombare, l’articolazione dell’anca e cadere all’interno del poligono d’appoggio del piede.

Già ospite della nota trasmissione pomeridiana della terza rete Rai, lo scorso 7 febbraio Pompili è intervenuto sempre a Cose dell’altro Geo per parlare di Osteopatia e bambini, illustrando la tecnica osteopatica da adottare sui neonati prima e sui bambini di 3-4 anni dopo. Leggi l’articolo