Conclusa la fase preliminare del lavoro di ricerca condotto dal dipartimento di Ricerca e Tesi della Scuola di Osteopatia CROMON sugli Standard di Pratica Osteopatica in Italia. Curato dall’osteopata Christian Lunghi, dai tesisti Cristiano De Simone e Flavio Zampini, e da Claudio Vitturini dell’Università La Sapienza di Roma, lo studio ha permesso di contattare 580 osteopati, di cui 55 hanno compilato il questionario di 33 domande, con un tasso di risposta stimato intorno al 9,48 per cento.
Come anticipato da Tuttosteopatia.it in un articolo pubblicato a gennaio (leggi l’articolo), lo studio ha voluto definire in maniera univoca i requisiti minimi, strutturali e organizzativi, che l’osteopata in Italia deve possedere per soddisfare gli standard di competenza professionale, in termini di sicurezza, efficacia e appropriatezza.

Prerequisito fondamentale, la conoscenza da parte degli osteopati professionisti di una terminologia e una pratica comune, verificando in particolare la loro conoscenza di alcuni documenti rilevanti sia per la specifica terminologia da adottare, che per gli Standard di Pratica e sicurezza:

Obiettivo: far si che anche in Italia, come in molti paesi europei, si dia il via ad un processo di certificazione e rivalidazione (“certification and revalidation”) che sottoponga cioè i professionisti sanitari a periodiche valutazioni della propria competenza con relativa conferma (o meno) dell’abilitazione professionale (http://gimbe.org).

Abbastanza scoraggianti però i risultati raggiunti che dimostrano, in linea di massima, il non utilizzo di una terminologia osteopatica comune né, in relazione alla Pratica Osteopatica, un’assoluta conformità agli standard emanati. “Gli osteopati intervistati dimostrano una conoscenza mediocre dei documenti – si legge nel documento – sottolineata ancor più dal fatto che la maggioranza di essi ha conosciuto i documenti tramite questo questionario”.



Scarica qui l’abstract dello studio con i grafici di riferimento

In relazione alla conoscenza, da parte del campione, dei 4 documenti sopracitati, lo studio ha rilevato che solo il 53 per cento degli intervistati non conosceva o conosceva al massimo 1 documento, mentre il 55 per cento ha conosciuto i documenti tramite il questionario stesso.

In merito alla Pratica Osteopatica, il 40 per cento è risultato essere totalmente coerente con gli standard, mentre la restante percentuale è risultata esserlo solo parzialmente, con un recepimento da parte degli osteopati propendente verso la coerenza con gli standard.