La maggior parte delle persone non muoiono immediatamente.
Un neurologo sostiene che se si riesce ad intervenire entro tre ore dall’attacco si può facilmente porvi rimedio. Il trucco è riconoscere per tempo l’ictus, riuscire a diagnosticarlo e portare il paziente entro tre ore in terapia. Questo non è facile, molto spesso di non si riesce a riconoscere un attacco ischemico transitorio (TIA) che però annunciano la successiva manifestazione di un’ischemia più seria con sintomi non reversibili.

È il caso di Federica, colpita da ictus durante una grigliata con amici, tuttavia ignari di quanto stesse accadendo.
“Qualcuno vuole chiamare l’ambulanza ma Federica rialzandosi dice di essere inciampata con le scarpe nuove. Siccome era pallida e tremante la aiutammo a rialzarsi. Trascorse il resto della serata serena ed in allegria.
Il marito di Federica mi telefonò la sera stessa dicendomi che aveva sua moglie in ospedale. Verso le 23 mi richiama e mi dice che Federica è deceduta. Ha avuto un ictus cerebrale durante la grigliata. Se gli amici avessero saputo riconoscerne i segni, Federica sarebbe ancora viva.

Basta un minuto per leggere il seguito:

Nei prossimi 4 punti vi è il segreto per riconoscere se qualcuno ha avuto un ictus cerebrale:



  • Chiedete alla persona di sorridere (non ce la farà);
  • Chiedete alla persona di pronunciare una frase completa (esempio: oggi èuna bella giornata) e non ce la farà;
  • Chiedete alla persona di alzare le braccia (non ce la farà o ci riuscirà solo parzialmente);
  • Chiedete alla persona di mostrarvi la lingua (se la lingua è gonfia o lamuove solo lateralmente è un segno di allarme).

Nel caso si verifichino uno o più dei sovra citati punti chiamate immediatamente il pronto soccorso. Descrivete i sintomi della persona per telefono.

“Ogni sei secondi, indipendentemente dall’età o dal sesso, qualcuno da qualche parte muore di ictus”. Questa l’inquietante dichiarazione tratta dall’homepage di worldstrokecampaign.org, il sito dell’Organizzazione Mondiale dell’Ictus – World Stroke Organization (WSO).
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’ictus è la seconda causa di morte per le persone di età superiore ai 60 anni, e la quinta causa nelle persone tra i 15 ei 59. Attacca anche i bambini, compresi i neonati. Ogni anno, quasi sei milioni di persone muoiono a causa di questa malattia.

Sei le sfide lanciate con la campagna biennale  WSO tesa alla riduzione dell’ictus:

  1. Conoscere i fattori di rischio personali: pressione alta, diabete e colesterolo alto
  2. Essere fisicamente attivi
  3. Evitare l’obesità seguendo una dieta sana
  4. Limitare il consumo di alcol
  5. Evitare il fumo di sigaretta. Se fumi, cerca un aiuto per smettere subito
  6. Impara a riconoscere i segni premonitori di un ictus e come agire.

“Uno su sei” è la campagna biennale (2010-2012) lanciata dall’organizzazione WSO a Ginevra lo scorso 29 ottobre, in occasione della giornata dell’Ictus. Avviare una lotta globale contro l’ictus è lo scopo di questa iniziativa, volta cioè ad incoraggiare  un intervento urgente e immediato nella lotta contro questa comune malattia. I membri WSO, presenti in 92 paesi di tutto il mondo, hanno così lanciato un messaggio forte e chiaro: non correre rischi.