Sempre più frequentemente ci troviamo di fronte a delle diagnosi in cui “lo stress” sembrerebbe essere la causa alla base di diversi sintomi, condizione sempre più avvalorata anche nel mondo della medicina complementare.
Questa ipotesi talvolta contende il primato al concetto di “vecchiaia” con cui alcuni pazienti tendono a giustificare i loro sintomi.
Proprio su quest’ultima ipotesi legata alla vecchiaia, per rafforzare il nostro lavoro di osteopati e attenerci alla parola magica che lo caratterizza: “perché”, spesso racconto ai miei pazienti questa storia:

«un anziano va dal suo medico lamentando un dolore al ginocchio destro; il medico dopo un’attenta visita congeda il suo paziente con la seguente diagnosi: “lei non ha niente, la causa del suo problema è la vecchiaia”.
Il vecchietto ci pensa e prontamente dice al medico: “lei non capisce nulla”.
Il medico, stizzito, ne chiede il motivo e di tutta risposta il paziente risponde: “il ginocchio sinistro ha la stessa età e non mi fa male”.»

Allo stesso modo riguardo al presunto stress causa di tutti mali dovremmo rispondere alla domanda “perché compare su un organo e non su un altro”, ma prima ancora ci dobbiamo ricordare che lo stress è fisiologico, che non si può vivere escludendo questa condizione dalla vita in cui necessariamente si alternano giorni di sole e giorni bui. Se consideriamo che la morte dei nostri cari è certamente tra le più “stressanti” condizioni a cui l’uomo è sottoposto, è impossibile per natura non assistere alla dipartita di chi nasce prima di noi.



Ma voglio fare delle considerazioni più specifiche nello spazio e nel tempo.
Se lo stress fosse la causa della malattia in una qualsiasi persona che vive in Italia – a mio avviso il posto migliore del mondo in cui nascere e vivere – nei Paesi in cui si vive la guerra anche in queste ore, la popolazione si estinguerebbe.
E ancora, a parità di territorio, se pensiamo ai nostri nonni durante le guerre e alla frequente perdita dei loro figli per diverse cause (considerando la morte di un figlio la massima condizione di stress a cui sopravvivere), non saremmo arrivati a noi.

Pertanto, volendo fare una analisi arricchita della filosofia osteopatica che nell’approccio al problema non considera mai una causa sola ma un insieme di concause, possiamo senza ombra di dubbio ritenere che lo stress si manifesti sempre sull’organo che non funziona. Non è quindi mai la causa di un problema, ma si aggiunge a delle altre concause.
Usando una metafora esplicativa dobbiamo ricordarci che quando piove (stress) trabocca il vaso che è pieno pertanto il sintomo si manifesterà sempre sull’organo che già non funzionava.
Da osteopati abbiamo una grande forza poiché prima che un organo manifesti dei sintomi fornisce dei segnali che possono essere ignorati anche per anni, ma che un buon osteopata può riconoscere in quanto saranno preceduti da una riduzione della mobilità fisiologica che causerà una riduzione di irrorazione e di innervazione di quell’organo e, solo dopo tempo, alla manifestazione del sintomo.
Alla fine dobbiamo ringraziare le condizioni di stress perché sempre ci metteranno in evidenza l’organo debole e quindi quello su cui dobbiamo lavorare.

Che ben venga.