Osteopathic Manipulative Treatment Regulates Autonomic Markers in Preterm Infants. Questo il titolo dello studio clinico randomizzato pubblicato lo scorso 27 aprile sulla rivista open access Healthcare, un lavoro RAISE Lab della Foundation COME Collaboration, condotto da marzo a giugno 2019 su un campione di 145 neonati reclutati entro 1 settimana dalla nascita dalla terapia intensiva neonatale dell’Ospedale Buzzi di Milano, di cui 100 assegnati in modo casuale a ricevere il Trattamento Manipolativo Osteopatico o Static Touch e sottoposti a un unico protocollo di 20 minuti così articolato: una registrazione di base di 5 minuti prima del tocco; una procedura di tocco di 10 minuti e una registrazione post-tocco di 5 minuti.

“Abbiamo iniziato un progetto che vede la presenza di osteopati in Tin – spiega Gianluca Lista della Divisione di Neonatologia dell’ospedale pediatrico V. Buzzi di Milano – dove svolgono attività nella parte clinica, che consiste nell’aumentare le performance respiratorie, il miglioramento della condizione posturale e migliorare le altre condizioni fisiologiche come quelle gastrointestinali, migliorando la qualità di vita dei bambini ricoverati”.

Una collaborazione molto importante per l’osteopatia in ambito neonatologico sia per la parte clinica che per quanto riguarda la ricerca osteopatica in questo ambito, come sottolinea Andrea Manzotti, co-autore di questo studio che ci spiega il ruolo del gruppo di ricerca presente in Terapia Intensiva Neonatale “che valuta e produce articoli scientifici atti a misurare i risultati dell’attività clinica, oltre che sensibilizzare le società scientifiche che ruotano intorno alla neonatologia, per esempio la Sin, affinché si possa realmente creare la figura dell’osteopata specializzato in ambito Neonatologico”.

A partire dall’importanza ormai dimostrata da diversi studi del “tocco gentile” nel ridurre lo stress sperimentato dai bambini prematuri, questo lavoro condotto da Manzotti e al. è volto a indagare possibili effetti diretti del Trattamento Manipolativo Osteopatico sulla variabilità della frequenza cardiaca (HRV), un fattore molto importante che riflette le condizioni cliniche e lo sviluppo neurologico del neonato, scarso o deteriorato. “In particolare – si legge nell’articolo recentemente pubblicato su Healthcare –  abbiamo esaminato se l’OMT potesse suscitare modifiche specifiche dell’HRV attraverso diverse metriche che la letteratura ha correlato a varie condizioni fisiologiche e patologiche”.

L’esito primario dello studio è stato il cambiamento nella varianza da battito a battito della frequenza cardiaca, misurata dalla radice media quadrata delle differenze di intervallo RR consecutive (RMSSD); altre metriche sono state utilizzate come analisi secondarie ed esplorative.

Il “tocco osteopatico”

È noto come questo tipo di contatto manuale denominato “tocco” osteopatico possa influenzare direttamente il SNA del bambino e la regolazione dello stress favorendo la riduzione della quantità di cortisolo prodotta e, in generale, migliorando le condizioni generali nei neonati pretermine. Questo tipo di “tocco gentile”, attivato naturalmente durante le interazioni madre-bambino – influenzando positivamente il sonno, la temperatura, la regolazione delle risorse umane, lo sviluppo cognitivo e la qualità dell’attaccamento – nel caso dei nati prematuri, dunque in assenza del contatto materno, può essere stimolato in terapia intensiva neonatale proprio dal trattamento manipolativo osteopatico: uno dei modi per stimolare le fibre C-tattili, delle particolari fibre afferenti non mielinizzate che innervano selettivamente alcune zone della superficie corporea e si attivano solo quando lo sfioramento della cute avviene a una velocità tale da essere avvertito come piacevole, rispondendo dunque in modo ottimale al tocco leggero osteopatico.

“Uno studio recente – si legge nell’introduzione alla ricerca pubblicata su Healthcare –  ha dimostrato che il trattamento manipolativo osteopatico (OMT) rispetto al tocco statico, ovvero appoggiare semplicemente le mani sul corpo del neonato, mantenendo la posizione per diversi minuti, può influenzare positivamente la regolazione del SNA nei bambini riducendo la frequenza cardiaca e aumentando SpO2, ossia la saturazione di ossigeno dell’emoglobina presente nel sangue arterioso periferico”.

Qui lo studio completo pubblicato su Healthcare.