Manca davvero poco all’apertura dei giochi olimpici che partiranno domani 23 luglio sino all’8 agosto, dopo lo slittamento causa Covid che ha posticipato di un anno le Olimpiadi di Tokyo 2020. L’osteopatia italiana con gli osteopati  Davide Dariva e Max Mancini sarà protagonista seppure a distanza grazie al “Shanghai project Olympic games“, il progetto cinese che vede protagonisti i due osteopati italiani che hanno seguito le medaglie d’oro degli atleti olimpici in diverse discipline prima in loco, poi a distanza, dall’Italia, avvalendosi di osteopati cinesi formati all’uopo a seguito delle restrizioni causate dal Covid.

“Una delle atlete del trampolino elastico che ho trattato  per una tendinopatia inserzionale dell’arto inferiore ora ha risolto ed è divenuta prima nel ranking mondiale della sua disciplina – ci racconta Davide Dariva –; ho eseguito tecniche hvla e fasciali dove erano presenti disfunzioni e ho lavorato sulla integrazione biomeccanica del gesto atletico. Questa atleta gareggerà il 30 luglio e chiaramente è molto dispiaciuta che non sarò lì con lei”.

Da settembre dell’anno scorso, quando è partito il progetto “Shanghai project Olympic games” voluto dal governo cinese e affidato agli osteopati Dariva e Mancini con il supporto in presenza dell’osteopata Luca Ferraro della scuola Educam di Roma per seguire gli atleti olimpici, sono stati trattati un centinaio di atleti di varie età e molte discipline fra cui baseball, softball, handball (maschile e femminile), ginnastica artistica, anelli, trampolino elastico, judo, nuoto, arti marziali, canottaggio, basket e altri sport.



“L’osteopatia ha favorito i processi di integrazione del gesto atletico rispetto all’anatomia e fisiologia propria dell’atleta – spiega Dariva – quindi non come un gesto di allenamento stereotipato che va bene per tutti quelli che eseguono quella data disciplina; è stata integrata la funzione viscerale, cosa che non veniva assolutamente considerata. Ad esempio ricordo un’atleta donna (handball) che aveva problemi a garantire la sua prestazione per il tempo della gara a causa di improvvisa debolezza alle gambe, aveva un problema a livello coccigeo, pavimento pelvico e difficoltà ad evacuare, oppure un corridore donna che aveva problemi al ginocchio e la cui valutazione osteopatica ha evidenziato problematiche cranio-oculari con difetti di convergenza e divergenza oculare. Dopo il trattamento è riuscita a correre per tutta la durata della maratona senza dolori. L’affaticamento cronico dovuto all’iper allenamento e alla ripetizione dello stesso gesto atletico ha trovato nel trattamento fasciale un valido aiuto alla risoluzione del problema di cui sono testimoni anche gli atleti di ginnastica artistica sugli anelli”.

Un apporto decisivo dunque quello osteopatico che ha suscitato la curiosità di molti medici “i quali – confida l’osteopata Davide Dariva –ci facevano molte domande fino a chiederci come si faceva a diventare un osteopata!”.

Malgrado l’impossibilità di raggiungere il Giappone per questa 32^ edizione dei giochi olimpici, il fattore positivo è che il progetto è piaciuto molto, l’osteopatia è risultata molto importante per il supporto agli atleti, per cui sarà esteso alle Olimpiadi invernali di Pechino 2022.