Via libera della Consulta alle Regioni: sì all’avvio di progetti osteopatici in ospedale. Intervista all’osteopata D’Antonio
“Gli enti del servizio sanitario regionale possono attivare progetti sperimentali finalizzati all’inserimento dei trattamenti osteopatici nell’ambito delle discipline ospedaliere”. È quanto stabilito recentemente dalla Corte costituzionale che ha respinto il ricorso del Governo contro la legge della Regione Marche 18 aprile 2019, n. 8. Una legge che dà invece legittimità agli enti del servizio sanitario regionale di attivare – mediante specifici protocolli – progetti sperimentali finalizzati all’inserimento dei trattamenti osteopatici negli ospedali. Una grande vittoria per l’osteopatia in generale, ma in particolare per gli osteopati impegnati sin dal 2018 nel bellissimo progetto osteopatico a sostegno dei bimbi ricoverati in cardiochirurgia pediatrica dell’ospedale di Torrette. Dopo questa sentenza possono tornare a fare progetti, continuare il lavoro osteopatico tanto apprezzato dal Comitato Genitori Bambini Cardiopatici di Torrette, che hanno visto sulla pelle dei propri figli i benefici dell’osteopatia nel post operatorio, con tempi di recupero più veloci e un miglioramento della qualità di vita. Qui una nostra intervista a Valentina Felici, presidente del Comitato.
Abbiamo sentito sull’argomento l’osteopata Alessandro D’Antonio, dal 2019 a capo dell’ambulatorio osteopatico gratuito per i piccoli pazienti del reparto di cardiologia e cardiochirurgia pediatrica di Torrette.
Dopo la battuta d’arresto ministeriale dell’anno scorso sull’attività osteopatica nel reparto di cardiologia e cardiochirurgia pediatrica di Torrette, arriva questa sentenza della Corte Costituzionale che dà legittimità alle iniziative regionali, in questo caso delle Marche, di avviare progetti sperimentali finalizzati all’inserimento dei trattamenti osteopatici in ospedale. Un tuo commento a riguardo?
Una tipologia di lavoro che ha prodotto evidenti risultati non può rimanere silente. Soprattutto quando a richiederla sono i diretti interessati, i genitori dei bambini che ogni giorno si trovano a condividere le sofferenze dei propri figli.
Io ho solo cercato di svolgere al meglio la mia professione, i risultati hanno spinto il comitato genitori ad intraprendere questa lunga battaglia.
Abbiamo avuto l’appoggio di chi ha sempre messo davanti a tutto il Cuore e non abbiamo mai pensato di mollare, perché il bene, anche se è una frase fatta, vince sempre sul male. Ci abbiamo sempre creduto.
Un ringraziamento particolare ad Elena Leonardi (fratelli d’Italia) per aver sposato la nostra causa e alla regione Marche.
Come procede il progetto osteopatico in reparto? Ci sono novità all’orizzonte?
Il nostro progetto sta procedendo bene, siamo molto motivati ed il nostro obiettivo è quello di creare una rete di collaboratori pronti ad accogliere questi bambini dopo le dimissioni.
Di novità ce ne sono tante, ma adesso è prematuro parlarne. Siamo un gruppo di professionisti e di persone con lo sguardo volto sempre all’orizzonte, crediamo nei sogni, in quei sogni così belli che prima o poi diventano realtà.
Quali sono questi protocolli specifici a cui gli osteopati in ospedale devono attenersi, così come stabilito anche dalla sentenza?
L’approvazione della legge consente agli enti del servizio sanitario regionale di attivare dei protocolli sperimentali per inserire il trattamento osteopatico in ambito ospedaliero, senza gravare sul bilancio della regione.
I protocolli di trattamento dovranno essere valutati e accettati dalla direzione ospedaliera di riferimento.
Per protocollo si intende un rapporto disciplinato tra il proponente e la direzione ospedaliera, all’interno del quale vengono illustrate le modalità, i tempi e la cadenza del trattamento, l’inquadramento delle figure coinvolte, la tipologia di studio e tutte quelle informazioni che mettono chiarezza sul progetto sperimentale che si intende proporre.