Articolo a cura di Francesca Mancini D.O.

Da circa due anni sono un osteopata, laureata in fisioterapia, specializzanda in osteopatia pediatrica, ho vissuto come tutti questo drammatico periodo in cui il mondo è stato travolto da un’improvvisa pandemia, sono rimasta a casa e mi sono fermata purtroppo fin da subito con il mio lavoro, a cui mi dedico con grande passione e professionalità; tante le domande che mi sono posta in questo periodo. Ma era opportuno che la mia professione si fermasse o se e come potesse essere un contributo per la salute ai tempi del coronavirus?
C’è relazione tra gli effetti osteopatici di resistenza nella difesa immunitaria ed i sintomi con deficit respiratori in seguito all’attacco virale?
La dedizione con amore al mio lavoro ha fatto in modo che mi dedicassi durante la quarantena allo studio più approfondito e ad un aggiornamento continuo, dalla storia osteopatica all’anatomia e fisiologia aumentando sempre le domande che mi ponevo e di cui già conoscevo la risposta, ma certo che Sì!!

L’ osteopatia è un regalo donato dal dott. A.T. Still dal 1874 a tutto il mondo e noi osteopati, “attraverso la conoscenza che dobbiamo servire umilmente l’umanità”, una branca medica affascinante che deve ringraziare immensamente anche figure femminile: dalla dott.ssa Charlotte Weaver, Anne Wales a Viola M. Frymann, che hanno contribuito con le loro scoperte ad implementare il
patrimonio osteopatico. L’ osteopatia non si propone come rimedio assoluto rispetto alla medicina tradizionale ma come componente importante nella ricerca e soprattutto nel mantenimento della salute degli individui, nella sua filosofia essa ricerca le cause che generano i disturbi negli individui in un approccio globale psico-fisico, non si pone mai come antagonista ma in appoggio alla medicina tradizionale, a volte in contrasto con essa, a volte un grande aiuto e supporto a diverse figure mediche che cominciano a riconoscergli l’efficacia e far si che si
eviti di coprire in maniera farmacologica, patologie che sono invece risolvibili in maniera radicale.



Qual è il cardine del principio osteopatico?
Ogni organismo ha la sua capacità naturale di autoguarigione e autoregolazione, attraverso procedimenti fluidici dal sistema vascolare, linfatico, cefalorachideo capaci di ristabilire l’equilibrio naturale nell’organismo con valenza dal neonato all’anziano, per tutta la vita che è movimento e il movimento è vita.

In questo periodo quante le persone costrette a fermarsi nel lavoro, o continuare con lo smartworking, bloccati letteralmente in casa, il forte impatto sanitario, sociale ed economico, per molti l’isolamento, l’incertezza, la paura in notizie dei mass-media non chiare, talvolta contraddittorie, un virus non conosciuto alla scienza, dove condizioni quali l’immobilità, posture errate prolungate nel tempo e lo stress e tutti fattori determinanti per reazioni fisiche quali aumento di tensioni, dolori, retrazioni hanno favorito l’instaurarsi di nuove disfunzioni o accentuandone quelle già presenti;  tutti fattori che contribuiscono a rallentare e mettere alla prova il nostro sistema respiratorio, nervoso, immunitario che mai come ora deve essere forte a reagire. Ed è qui che un trattamento manuale mirato, delicato insieme ad una corretta alimentazione ed il mantenersi in forma riporta in equilibrio una struttura aiutando un sistema che già è capace di viaggiare da solo ma con la necessità di ritrovare un equilibrio, e li dove non siano correlati altri fattori clinici importanti e dopo un’ attenta valutazione della struttura e ritrovando la sua normalità è possibile arrivare alla cura e alla salute.
Ma il tempo non è perso, le domanda che mi hanno tenuta attiva in questo periodo, mi aiuteranno a riprendere al meglio la mia attività e dare un supporto importante a chi già ha avuto la piacevole esperienza di un trattamento osteopatico a chi si approccerà per la prima volta.