Apnee ostruttive del sonno nella Sindrome di Down è il titolo della ricerca interdisciplinare condotta da Chiara Greco dell’Istituto IEMO di Genova, in collaborazione con la Fondazione ligure CEPIM ONLUS, da molti anni impegnata nel campo della disabilità infantile seguendo oltre 300 bimbi disabili, ed interessata a tutte le potenzialità di cura sanitaria e inter-professionale collegate.
Le stime attuali collocano una prevalenza di Apnea Ostruttiva del Sonno (OSA) del 50-100 per cento in soggetti in età pediatrica con Sindrome di Down e vicina al 100 per cento in età adulta. Da qui e per tutti i disturbi strutturali e funzionali che causa la sindrome di Down, fra cui il sonno disfunzionale e la Sindrome della Apnea Ostruttiva del Sonno (OSA), nasce l’idea di questo lavoro di ricerca con l’obiettivo di utilizzare il trattamento osteopatico su pazienti con SD e valutarne gli effetti sui disturbi del sonno (DRS) e sull’Apnea Ostruttiva del Sonno e individuare pazienti con probabile OSA non diagnosticata.

L’osteopatia migliora la qualità e la durata del sonno in bambini con sindrome di Down

I 22 pazienti con sindrome di Down di età compresa fra 1 e 12 anni oggetto della ricerca, affetti da disturbi respiratori nel sonno come russamento frequente, insonnia, risvegli notturni, sono stati sottoposti a 7 trattamenti manipolativi osteopatici che, stando all’analisi statistica effettuata, sono risultati sufficienti per ottenere miglioramenti sull’82 per cento della popolazione.
Fondamentale nell’instaurare una relazione empatica con i piccoli pazienti per comprendere meglio le loro esperienze e per abbassare i livelli di stress e migliorare i risultati, è il “tocco” osteopatico, che svolge un ruolo cruciale nella diagnosi e nel trattamento e crea un rapporto terapeutico con il paziente. “Molti studi – si legge nella descrizione dello studio dell’autrice Chiara Grecoriconoscono l’efficacia del trattamento manipolativo osteopatico (OMT) nella gestione di specifiche popolazioni cliniche, in particolare quella pediatrica. Dalle riflessioni sui possibili meccanismi d’azione dell’OMT sembrano emergere evidenze secondo cui il tocco delicato, tipico dell’approccio osteopatico, agisce sul sistema nervoso autonomo (SNA) riducendo la liberazione di citochine e l’attività simpatica”.

Sebbene sia opportuno ampliare il numero di pazienti per conferite maggior rilevanza ai risultati ottenuti, le conclusioni di questo studio dimostrano chiaramente già dei sostanziali miglioramenti alla fine dei trattamenti osteopatici sia nella qualità di vita che nella durata del sonno, con influenze positive sia sull’aspetto comportamentale che sull’attenzione scolastico, in soggetti con Trisomia 21 in età pediatrica.



“L’autorizzazione formale per l’insegnamento della Medicina osteopatica, di cui da circa 10 anni dispone l’Istituto IEMO di Genova da parte del Ministero dell’Istruzione della Liguria – spiega Luigi Ciullo, presidente ADOE-direttore IEMO – consente ai propri diplomandi l’accesso alle strutture sanitarie per svolgere attività di tirocinio e ricerca. Analoga facilitazione riguarda i professionisti in formazione IEMO ai fini dell’accreditamento dei Bandi per le 150 ore di diritto allo studio. Indicatori questi che non si limitano a testimoniare l’eccellenza della formazione osteopatica italiana ma, soprattutto, che depongono a favore dell’istituzione più dignitosa e autonoma della professione di osteopata in Italia. Il lavoro di Chiara Greco risponde a questi requisiti nel testimoniare la vocazione preventiva e interdisciplinare della Terapia Manuale Osteopatica nella disabilità infantile”.

Leggi qui l’articolo descrittivo del lavoro ad opera della sua autrice, Chiara Greco.