Come da consuetudine, il 6 e 7 giugno,  si è svolto a Roma il 5° congresso del Roi. Scenario di quest’anno è stato l’hotel Ergife, luogo storico per l’Osteopatia italiana,  essendo stata la sede didattica del C.E.R.D.O. per molti anni.

Tema centrale del Congresso è stato il “Paziente con Cronicità” e il contributo osteopatico nella gestione di questi casi, grazie ad un approccio multidisciplinare che metta al centro le fragilità ed i bisogni del paziente.

Ad aprire l’evento, Mauro Longobardi, Paola Sciomachen e Marco Tramontano con la presentazione del Core Competence in Osteopatia, un documento cardine per la definizione del profilo professionale di ogni osteopata.

Vincente anche in questa edizione del Congresso ROI la formula che ha visto la presentazione di 4 workshops in 2 giorni. Dalla gestione del rischio clinico in osteopatia di Marco Castioni e Marco Chiesara, e il tema della gestione del paziente pediatrico in osteopatia a cura di Marco Petracca, alla comunicazione con il paziente nella cronicità di Emanuela Mazza ed infine Lorenza Garrino con Epistemologia del corpo: il contributo delle Medical

Humanities.



E’ con la sessione delle 4 presentazioni di Abstracts che si è entrati nel vivo del Congresso e che ha visto vincitrice Federica Tamburella per il lavoro scientifico presentato “Signora mi faccia sapere tra 3 giorni”… Studio randomizzato controllato sulle modificazioni cerebrali dopo trattamento manipolativo osteopatico, facente capo al gruppo di Marco Tramontano di cui abbiamo ampiamente parlato nellarticolo www.tuttosteopatia.it/il-trattamento-manipolativo-osteopatico-modifica-la-perfusione-cerebrale-in-soggetti-con-disfunzione-osteopatica/ .

La giornata del venerdì è iniziata con l’ormai usuale incontro con le altre professioni a noi vicine; quest’anno infermieri, logopedisti e fisioterapisti sono intervenuti rispettivamente su “Il ruolo dell’infermiere nella gestione del malato con cronicità” con Barbara Mangiacavalli, “Il tree thinking come nuovo modello di analisi in medicina” a cura di Daniela Barberini ed infine “Fisioterapia nel soggetto fragile: quale esercizio per quali outcomes” di Roberto Gatti e Federico Temporiti.

La presidente del ROI Paola Sciomachen è intervenuta nella sessione mattutina prettamente osteopatica, analizzando i dati relativi al questionario inviato a tutti gli osteopati del ROI e che ha visto la partecipazione di almeno 700 colleghi che rispondendo alle domande hanno messo in luce un quadro significativo del nostro approccio al paziente cronico.

A seguire l’intervento di Vincenzo Cozzolino che con la sua solita sagacia e corposa competenza ha illustrato il suo punto di vista sul ragionamento clinico nell’approccio osteopatico al paziente con cronicità.

La mattinata si è conclusa con l’intervento della collega Chiara Arienti che sempre più dimostra la sua competenza in ambito scientifico con una disamina dei lavori sul tema in questione in letteratura.

La seconda ed ultima giornata congressuale è proseguita con i workshop prima della tavola rotonda finale che è stata molto interessante perché ha ripreso il solito dilemma che affligge l’osteopatia dai tempi di Still, ossia il rapporto fra Scientificità e tradizione, che però col passare del tempo, a mio avviso, sta trovando il giusto compromesso.

Negli intermezzi per allietare il congresso un interessante lavoro di gruppo sulla musica di insieme a ritmo di samba con tutti i partecipanti e soprattutto la bellissima sorpresa dell’inno del ROI che questo consiglio direttivo uscente ha voluto donare a tutti i soci.