Come tutelarsi nella professione di osteopata, il corso del ROI a Bisceglie

Ottimo riscontro per il corso “Responsabilità professionale e rischio clinico nella pratica osteopatica”, organizzato dal Registro degli Osteopati d’Italia e ospitato nella giornata di venerdì 22 marzo da “Abbraccio alla Vita” (Bisceglie – BT), sede di Tuttosteopatia.it.
Ad aprire i lavori il saluto del padrone di casa, Massimo Valente, che ha accolto gli osteopati partecipanti, i quali hanno avuto modo di conoscere gli ambienti della redazione e della libreria; a seguire il benvenuto di Dario Modestini, consigliere del ROI Sud e Isole.
Il corso è entrato nel vivo con la relazione dell’avvocato del Registro degli Osteopati Marco Chiesara, che ha spiegato la differenza tra conseguenze penali e civili in riferimento alla nuova legge Lorenzin sulle professioni sanitarie, la stessa che ha riconosciuto l’osteopatia.
Interessante l’intervento del collega osteopata Marco Castioni, membro del consiglio direttivo di APSILEF (Associazione Professioni Sanitarie Italiane Legali e Forensi), il quale ha parlato degli strumenti da adottare per prevenire eventuali azioni legali da parte dei pazienti. Tra tutti, il consenso informato e la gestione della scheda paziente con relativa autorizzazione al trattamento dei dati personali in base alla legge sulla privacy. In particolare, si è discusso di come tutelarsi soprattutto alla luce del fatto che, essendo ormai diventata l’osteopatia una professione sanitaria, bisogna attenersi alle leggi delle stesse professioni sanitarie.
A tal proposito, l’avvocato Chiesara ha sottolineato in un passaggio un aspetto singolare: in passato nessun osteopata è mai stato condannato o sanzionato proprio in virtù del fatto che l’osteopatia non era riconosciuta ufficialmente. Dunque, non si correvano rischi perché non c’erano regole da rispettare. D’ora in poi, invece, sarà necessario prestare molta più attenzione ond’evitare conseguenze.
Verso la fine della mattinata i corsisti sono stati divisi in tre gruppi, ognuno dei quali si è sottoposto a un’esercitazione con un caso simbolico da analizzare. L’obiettivo era dibattere per trovare la giusta modalità d’approccio al paziente. Le tre diverse situazioni sono state poi illustrate e discusse in plenaria, confermando le strategie elaborate dai colleghi in team-working.
Una piacevole pausa pranzo offerta dal ROI ha interrotto i lavori, ripresi nel pomeriggio con l’intervento in videoconferenza della presidente Paola Sciomachen, la quale non ha potuto presiedere il corso in quanto convocata venerdì stesso dal Ministero.
Durante la mattinata del 22 marzo in sede istituzionale si è infatti conclusa l’ultima fase di definizione della figura professionale dell’osteopata, che precede l’invio ufficiale alla conferenza Stato-Regioni.
Siamo dunque agli sgoccioli con la produzione del primo decreto al quale seguirà un secondo, imbastito tra Ministero e Miur al fine di regolarizzare i percorsi formativi. Il terzo e ultimo definirà invece le equipollenze.
Nelle ore pomeridiane la Sciomachen ha quindi illustrato i passaggi della normativa e confermato che il Ministero si è reso disponibile al dialogo, in attesa di raggiungere il prossimo importante traguardo dell’osteopatia: il primo decreto legge.