Tutto ciò di cui l’osteopatia ha bisogno sono le mani di un osteopata ed un lettino da trattamento. Per questo è tra le discipline più utili ed efficaci quando si tratta di aiutare le popolazioni in Paesi in difficoltà, dove l’accesso alle cure mediche tradizionali è quasi impossibile per moltissime persone, e dove l’intervento di organizzazioni di volontariato si rende essenziale. È il caso per esempio della Fondazione canadese (del Québec) Osteopathy Without Borders – che ha il merito di aver formato i primi 4 o 5 osteopati di tutto il Perù in collaborazione con l’Università cattolica – a cui si è unito di recente l’osteopata italiano Guido Giuliani per una missione di volontariato osteopatico ad Arequipa, seconda città per numero di abitanti del Perù,“dove – ci racconta – l’unico ospedale pubblico ha liste di attesa lunghe mesi se non addirittura anni, con l’aggravante che molti interventi chirurgici salva vita non possono essere eseguiti per mancanza di strumentazione, così che gli ospedali privati suppliscono a questa mancanza facendo pagare i servizi con costi del tutto proibitivi per un cittadino medio”.
Diplomato al CIO di Bologna, dove adesso è assistente alla docenza oltre ad esercitare privatamente la professione di osteopata, Giuliani ha partecipato alla missione in Perù lo scorso luglio, assecondando la sua grande passione per l’osteopatia ed “il grande amore per l’america latina nato da innumerevoli viaggi fatti in Paesi del centro e sud del continente americano”.
È così che Guido si imbatte in Osteopathy Without Border con cui prende subito contatti dando luogo all’esperienza a suo dire più bella, formativa e gratificante della sua vita, realizzata proprio ad Arequipa per due settimane, in un team di 12 osteopati fra canadesi e francesi.
Moltissimi i pazienti trattati malgrado il poco tempo a disposizione, e per i disturbi più disparati: da quelli di origine metabolica con sintomi da reflusso gastroesofageo dovuti per lo più, come ci racconta lo stesso osteopata Giuliani, all’eccessivo consumo di bevande zuccherine e gasate e di dolci, alle sintomatologie dolorose della colonna e radicolopatie lombari dovute per lo più ad uno stile di vita sedentario e a carenza di
attività fisica. Diversi i casi di radicolopatie cervicali e cervico brachialgie soprattutto in chi svolgeva attività lavorative manuali con azioni meccaniche ripetute che coinvolgevano gli arti superiori.
“La cosa che mi è rimasta più impressa – racconta l’osteopata Giuliani – è la forte necessità che queste popolazioni hanno di poter servirsi a prezzi accessibili di un consulto medico, riabilitativo e nel nostro caso osteopatico. Mi ha davvero colpito la loro impossibilità di accedere a cure e trattamenti per la loro salute. Ho trattato tanti pazienti di una certa età che in vita loro non avevano mai visto un camice bianco. A queste carenze della sanità si aggiunge l’abitudine di sostituire il medico con il farmacista che, a prezzi abbordabili, fa le sue veci prescrivendo farmaci senza alcuna diagnosi. Pertanto ho notato una gran voglia da parte del paziente di essere aiutato, minimizzando a volte egli stesso il suo male, essendo abituato alla sopportazione del dolore, cosa diametralmente opposta a quello che in molti casi succede in Italia, ma questo – aggiunge – è un altro argomento”.
Grande è stato l’aiuto osteopatico offerto anche in ambito pediatrico. “Mi ha colpito l’altissimo numero di mamme che affidavano i propri piccoli neonati alle mani dell’osteopata pur senza conoscere a fondo la nostra professione”, spiega Guido Giuliani, che ha riscontrato alcune tra le patologie più frequenti nei neonati e lattanti oggetto di trattamenti manipolativi osteopatici, quali: costipazione, problematiche di suzione, alterazione del ritmo sonno – veglia, otiti medie ricorrenti; in età più avanzata innumerevoli casi di problematiche del linguaggio “a mio avviso – spiega – non tanto per predisposizioni genetiche o traumi da parto, ma per lo più per una carenza di stimoli cognitivi e culturali da parte dei genitori con il conseguente ritardo nell’uso del linguaggio che tanto sconforta i genitori, portati ad interpretarlo come una condizione patologica organica”.
Molto positivo il riscontro ottenuto sia nei pazienti visti una sola volta che in quelli più complessi rivisitati, “nei quali si sono ottenuti risultati positivi in termini di miglioramento della sintomatologia, riscontrabili con feedback nei primi casi, e in termini di disfunzioni osteopatiche intraoperatore nei secondi”.
Osteopathy Without Borders: chi sono
La Fondazione OWB è stata creata nel 2007 per offrire assistenza sanitaria olistica ai paesi in via di sviluppo, a cominciare dal Pakistan.
Osteopathy Without Border è presente in diversi paesi in via di sviluppo con una mission precisa, quella di colmare il vuoto lasciato dalle cure tradizionali spesso inaccessibili alla maggior parte della popolazione, e proponendo l’osteopatia come forma di medicina efficace a basso costo che può ridurre drasticamente i costi dell’assistenza sanitaria, fornendo inoltre finanziamenti per la formazione osteopatica rivolta agli studenti locali.