Lavoro come osteopata professionista da circa 15 anni. Dopo il diploma mi sono dedicato completamente all’attività clinica e all’insegnamento, prima come assistente poi come docente.
Durante questo percorso mi sono reso conto che l’Osteopatia ha enormi potenzialità e nello stesso tempo manca di spiegazioni. Nel 1998 uscì un articolo sull’American Scientific dove venivano presentati gli studi sul concetto di Tensegrità e sulla meccano-trasduzione cellulare. Immediatamente capii che quella era una della possibili strade da seguire per giustificare ciò che i principi dell’Osteopatia dettano da 150 anni.

Raccolsi sempre più materiale sull’argomento, accorgendomi, però, di non avere le basi per poter capire ciò che era scritto nella maggior parte degli articoli. Recettori, pattern molecolari, cascate enzimatiche, reazioni chimiche, rappresentavano spesso una giungla di sigle incomprensibili. Il mio studio più cercava di andare in profondità e più diventava incubo, frustrazione e senso di avvilimento.

Mancava la conoscenza delle materie di base, mancava la Citologia, l’Istologia, la Biochimica, la Fisiologia e tanto altro ancora. I miei precedenti studi in Fisioterapia ed in Osteopatia erano didatticamente insufficienti per queste materie. Cominciai a studiare ed approfondire da solo, per quanto mi era possibile. Nel 2003 presentai la tesi di fine corso su “Tensegrità, struttura e funzione”, spiazzando completamente la commissione ed il mio stesso relatore, un medico francese.

Da allora, l’impulso allo studio ed alla ricerca “del perché” non si è più fermata. Da qualche anno ho intrapreso altri studi in Scienze Biologiche all’Università della Tuscia (Viterbo), con la speranza di colmare le lacune ed avere, soprattutto, la possibilità di entrare nei laboratori.

Durante questo periodo ho esposto le mie idee ad alcuni ricercatori, idee che tendono a spiegare i processi biologici su cui l’Osteopatia si basa. Sorprendentemente, ho avuto sempre un riscontro positivo e stimolato la curiosità di molti, sia in Italia che all’estero.

Si parla di auto-guarigione, ad esempio, ma chi conosce veramente i processi di auto-guarigione? Come fa l’Osteopatia ad intervenire su questi processi? Quali sono le modificazioni apportate alla fisiologia degli organi, dei tessuti e delle cellule dalle tecniche manipolative? Quali sono i pattern molecolari? Come può la meccanica modificare le biochimica? Come la struttura governa sulla funzione? Come il cambiamento funzionale di poche cellule influisce sull’attività di tutto l’organismo?



Queste sono solo alcune delle domande che mi sono posto ad a cui voglio trovar risposta.

L’idea di fondare la OMICRON BETA Osteopathic Research è nata pochi mesi fa proprio da questa necessità e da quella di unire le conoscenze in campo osteopatico, biologico e medico. Sono fortemente convinto che soltanto facendo interagire questi campi si possa dare quel sostegno e quel fondamento scientifico che, allo stato attuale, manca quasi del tutto all’Osteopatia.

La OMICRON BETA si propone di studiare i processi biologici alla base dell’Osteopatia, provarli con rigore scientifico e di divulgarla per ciò per cui è nata, cioè per ricercare lo stato di salute e dare tutte le potenzialità all’organismo per combattere, nel miglior modo possibile, i processi patologici. Credo che la meccano-trasduzione cellulare sia una delle vie da percorrere e che possa dare molte spiegazioni sulle potenzialità, ed anche sui limiti, dell’Osteopatia. Purtroppo, molto spesso, gli osteopati fuggono dalla patologia, tradendo il pensiero di Andrew Taylor Still; tradendo quello che dovrebbe essere la loro stessa professione. Sono convinto che questo modo di pensare nasca solo dalla mancanza di conoscenza.

Abbiamo formato il Comitato Scientifico ed abbiamo iniziato subito a lavorare, ancor prima di ufficializzare lo Statuto.

Nel Comitato Scientifico sono coinvolti:
– Dott. Giuseppe Morelli. Medico chirurgo specialista in Chirurgia Toracica. È stato Dirigente Medico dell’Unità Operativa di Chirurgia Toracica dell’Ospedale San Filippo Neri – Roma. Attualmente esperto di Pianificazione Ospedaliera ed extra ospedaliera negli interventi relativi a situazioni di maxi emergenza da contaminazione Chimica, Biologica, Radiologica e Nucleare.
– Dott.ssa Marina Capasso. Medico chirurgo specialista in Oncologia Digestiva. Master presso la LUISS Business School. Esperta nel campo delle neuroscienze dei processi di percezione ed apprendimento e della bio-comunicazione.
– Dott.ssa Daniela Wlillems. Biologa ricercatrice. Dottorato di ricerca in Scienze Morfogenetiche e Citologiche. E’ stata Docente nei corsi di Laboratorio di Colture Cellulari nel corso di Laurea Magistrale di Biologia Cellulare e Molecolare (Università di Viterbo). Attualmente insegna laboratorio di Ecotossicologia. L’attività di ricerca si focalizza sul differenziamento cellulare animale attraverso l’utilizzo di modelli di colture in vitro per saggi di tossicità di inquinanti ambientali.
– Dott. Valerio Chiurchiù. Biologo ricercatore. Attualmente presso Scuola di Medicina e Centro Integrato di Ricerca del Campus Bio-Medico e presso la Fondazione Santa Lucia IRCCS di Roma. Laboratorio di Neurochimica dei Lipidi. Studia il ruolo dei lipidi nella modulazione delle risposte infiammatorie nelle varie popolazioni del sistema immunitario, sia nei processi fisiologici che patologici neurodegenerativi ed infiammatori cronici (sclerosi multipla, Alzheimer). Studia il ruolo di nuovi lipidi bioattivi (resolvine, maresine etc.), collaborando quotidianamente con prestigiose università tra cui l’Università di Stoccolma e Harvard University di Boston.
– A.J. deKoning, D.O. Osteopata. Direttore dell’ International College of Osteopathic and Manual Medicine (ICOMM). Presidente del registro degli osteopati olandese dal 1990 al 2001. E’ stato Presidente dell’ Upledger Institute . Collabora con il Barrall Institute. Attività di ricerca sulla fibrillazione atriale con il reparto di cardiologia del Fatebenefratelli.
– Jonathan Parsons, D.O. Osteopata. Responsabile della didattica presso Eureopean School of Osteopathy (ESO) di Maidstone (UK).
– Dott.ssa Federica Tamburella, D.O. Osteopata. Master in Scienza ed Ingegneria Biomedica conseguita presso Università di Aalborg (Danimarca). Ricercatrice presso lo SPInal REhabilitation Lab (SPIRE) e il NeuroRobot Lab del dipartimento di riabilitazione neurologica Fondazione Santa Lucia IRCCS di Roma.

Altri professionisti fanno parte dello staff o collaborano in forma indiretta. Molte sono le specializzazioni che stanno convergendo alla OMICRON BETA e vanno dalla Veterinaria all’Ingegneria.

Sono certo che la collaborazione e l’interazione tra diverse discipline scientifiche produca proprietà emergenti, nuove idee, nuovi mezzi e dia il giusto impulso per potenziare la Conoscenza. Lo scorso anno sono stato in visita al Koch Institute for Integrative Cancer Research, ho capito il loro modo di lavorare e sono stato ispirato, trovando la conferma di ciò che pensavo. Il concetto chiave è: collaborazione tra professionisti di diversa formazione.

La OMICRON BETA sta già lavorando su un primo ambizioso progetto. Per motivi di riservatezza e segreto industriale non posso (e non voglio) rivelare i dettagli. Basterà sapere che ci sarà la possibilità di utilizzare le più moderne tecnologie, di sviluppare nuovi strumenti in grado di studiare ciò che l’osteopata produce nei tessuti durante la manipolazione, di studiare quali sono i cambiamenti nei pattern molecolari e come possono essere modificati alcuni processi patologici, tra cui quelli infiammatori ed oncogenetici. Per questo progetto partiremo con il sostegno di due importanti enti, l’Università di Tor Vergata di Roma e l’Università della Tuscia di Viterbo.

Pensa, credi, sogna ed osa! Il nostro obiettivo finale è quello di riservare per l’Osteopatia un posto di rilievo tra le Scienze ufficiali.

Inoltre, sto dando vita alla GAMMA WAVE – Advanced Osteopathic Education and Training. Sarà una associazione con lo scopo di fare formazione post-graduate di alto livello. L’idea è quella di agire in due settori:
– Corsi post-graduate in ambito osteopatico, prevalentemente inerenti argomenti poco trattati nel panorama della formazione attuale.
– Corsi sulle materie scientifiche di base come Citologia, Istologia, Biochimica, Fisiologia, Fisiopatologia, ecc….

Il motivo di questa scelta risiede nella convinzione che se l’osteopata professionista vuole interagire ed essere accolto nel mondo scientifico ufficiale deve avere le conoscenze adatte. Questo spesso viene a mancare. Per avere la pretesa di aggiustare qualcosa bisogna sapere come è fatta e come funziona. La complessità estrema dell’organismo umano e la sua interazione con l’ambiente è per molti versi ancora sconosciuta, ma credo sia un dovere etico, per tutti gli osteopati, conoscere il più possibile della “macchina straordinaria” su cui si lavora tutti i giorni.

Per fare questo bisogna iniziare dalle basi: “Bisogna conoscere l’alfabeto per definirsi poeti”. Le materie di base sono l’alfabeto della nostra professione. Sono ciò che può mettere l’osteopata allo stesso livello di qualsiasi scienziato e che può dare un valore aggiunto alla professione. Inoltre, visti i tempi di battaglia per il riconoscimento, sarebbe da considerarsi fondamentale.
“Mira alla luna, anche se la manchi atterrerai tra le stelle”.