Il prossimo 21 aprile, presso l’Accademia Italiana di Medicina Osteopatica AIMO si inaugurerà l’undicesima edizione dell’International Conference on Advances in Osteopathic Research, fondato nel 1999 dal British College of Osteopathic Medicine (BCOM) di Londra.
Durante i 3 giorni di congresso – fino al 23 aprile – verranno presentate quasi 30 ricerche in ambito osteopatico, e accanto a questi interventi ci saranno anche 5 keynote speeches tenuti da importanti ricercatori internazionali.
Per conoscere meglio questa nuova edizione ICAOR, abbiamo incontrato Alberto Maggiani, coordinatore della Ricerca in AIMO che con i colleghi di BCOM ha elaborato le linee tematiche attorno a cui si svilupperà il congresso.

Cosa succederà a questa undicesima edizione di ICAOR?

Chi parteciperà al congresso potrà seguire le relazioni dei ricercatori che, da tutto il mondo, presenteranno i loro ultimi studi. Le ricerche vengono raccolte grazie ad una Call for abstract a partire da un anno prima della data di inizio del congresso. Sono poi selezionate in blind da un comitato scientifico internazionale e quindi quelle ritenute degne sono infine ammesse a ICAOR. Si tratta di lavori perlopiù inediti, e per questo interessanti, anche perché capaci di stimolare la discussione su scelte di argomento e sulla bontà dello stesso progetto di ricerca. Esse possono restituirci l’idea di quale sia l’orientamento della ricerca, oggi. Una riflessione che si allarga al panorama internazionale, che potrebbe far emergere dati interessanti, confrontando ricerche provenienti dai differenti paesi, e che potrebbe raccontarci anche qualcosa di più sulle tendenze e sugli orientamenti metodologici dei paesi di provenienza dei singoli ricercatori: quali siano le questioni più indagate o su cosa si stia puntando di più.

E qual è in ICAOR il ruolo dei Keynotes Speaker?

La scelta dei cinque ricercatori invitati a partecipare alla Conferenza è venuta a seguito di riflessioni su quello che poteva essere il tema trainante di questa nuova edizione di ICAOR, anche alla luce delle nuove tendenze della ricerca scientifica. Con riferimento alla nostra disciplina, abbiamo riflettuto sul fatto che chi si rivolge all’osteopata, il più delle volte lo fa perché accusa dolore; ragionando su questo aspetto abbiamo pensato ad un tavolo di relatori che non fossero soltanto osteopati, e che dai rispettivi ambiti di studio potessero dare un significativo contributo alla discussione scientifica che, in questa edizione cercherà di far luce anche sul ruolo del Sistema Nervoso Autonomo, spesso coinvolto in questo fenomeno. Anche in questo caso si tratta naturalmente di personalità di respiro internazionale. Ciascuno di loro offrirà uno sguardo d’insieme sulle ultime evidenze scientifiche emerse nel proprio ambito di studio, ma a livello mondiale.



Può darci una breve descrizione dei loro interventi?

Il Professor Leon Chaitow ND DO tratterà il tema della disfunzione fasciale, di cui egli è tra i massimi esperti al mondo; l’immunologa Dottoressa Lisa Hodge parlerà dell’Infiammazione e di come essa si relaziona con il sistema linfatico; il Dottor Silvestro Roatta è da anni impegnato nell’indagine scientifica sulla modulazione che il sistema nervoso simpatico esercita nelle funzioni motorie muscolari in relazione anche allo stress; il Professor Wilfrid Jänig, figura di rilievo internazionale nell’ambito della Fisiologia tratterà della relazione tra Infiammazione e Sistema Nervoso Autonomo; infine lo psicobiologo, Dottor Alberto Gallace, che conduce da tempo ricerche sulle correlazioni cognitive e neurali della percezione somato-sensoriale, del dolore e della rappresentazione corporea, ci introdurrà al concetto di “Body Matrix” ossia al concetto della rappresentazione corticale delle aree connesse alla percezione e al dolore.
Inoltre, per chiunque voglia approfondire, il Professor Chaitow e il Professor Jänig terranno anche due corsi post graduate in AIMO, ciascuno nelle materie di rispettiva competenza (L’approccio fasciale in osteopatia: workshop teorico pratico di Chaitow e Considerazioni osteopatiche sull’organizzazione del sistema nervoso autonomo nell’enterocezione e nel dolore di Jänig).

Un programma ricco di contenuti, per chi è pensato? Solo professionisti?

Naturalmente, avere accesso agli ultimi dati e risultati della ricerca in merito a quelli che sono temi fondamentali per la professione diventa un elemento di grande interesse per tutti gli osteopati, ma anche per gli studenti degli ultimi anni delle scuole di Osteopatia. Mi sentirei anche di aggiungere che, chiunque guardi con interesse ad un approccio integrato delle discipline biomediche potrà trovare interessante il congresso: chi si occupa di terapia manuale, per esempio, potrebbe avere interesse ad ascoltare gli interventi dei keynote speakers. Infine, anche all’interno dello stesso ambito osteopatico verranno toccati aspetti differenti: tra le ricerche presentate ce ne sono alcune che possono offrire spunti di riflessione a chi si occupa di formazione, e che presentano modelli osteopatici che dovrebbero essere maggiormente introdotti a livello della formazione osteopatica di base, come il “modello biopsicosociale”.

Tornando invece alla ricerca osteopatica, vorrei raccogliere una sua ultima riflessione: da ricercatore e alla luce dell’esperienza nell’organizzazione di ICAOR, cosa può dirci dello stato della ricerca in questa disciplina nel nostro Paese?

In questo momento l’Italia è uno dei paesi che sta producendo il maggior numero di ricerche, ma il rischio è quello di produrre tanto senza essere incisivi, per il livello non alto degli studi e la frammentazione degli argomenti scelti. Si ha così una ricerca che nel complesso non ha livelli elevati di evidenza scientifica: sono molti gli studi pilota prodotti, a cui purtroppo non hanno seguito i Trials successivi. Le ragioni sono differenti: si va dalla mancanza di fondi, alla difficoltà ad avere accesso ai comitati etici, ma anche ad una congenita mancanza di ricercatori. Non siamo in molti a fare questo lavoro, per ragioni diverse, ma sicuramente una progressione dello status della professione in Italia – il riconoscimento come professione sanitaria, con ciò che ne potrebbe conseguire – porterebbe a evoluzioni positive anche nella ricerca, e faciliterebbe il lavoro di quei ricercatori che stanno cercando di elevare il livello della ricerca osteopatica anche qui da noi.

Per maggiori informazioni sul congresso, visita il sito di ICAOR11.