Sono 10 milioni gli italiani che vanno dall’osteopata e il 90 per cento si dichiara soddisfatto del trattamento.
Questi i dati salienti emersi dalla prima indagine demoscopica sulla diffusione e la conoscenza dell’osteopatia in Italia, presentati questa mattina a Milano dal prof. Renato Mannheimer e dalla Presidente del ROI Paola Sciomachen.

Realizzata per il ROI, Registro degli Osteopati d’Italia dall’Istituto di ricerca Eumetra Monterosa su un campione rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne, la ricerca “Gli italiani e l’Osteopatia” ha consegnato un quadro significativo che vede l’osteopatia tra le discipline complementari più scelte dagli italiani soprattutto per curare dolori muscolo scheletrici (70 per cento degli intervistati).

Il passaparola resta il principale canale di diffusione dell’osteopatia, quello attraverso il quale si seleziona il proprio osteopata, ma l’evidenza più interessante è, però, che più di un terzo degli italiani che si rivolgono a un osteopata lo fa su consiglio dei medici stessi. Questo risultato dimostra come l’osteopatia sia già, nei fatti, una professione “integrata” con le altre, in un sistema di cura che vede la salute del paziente al centro di un disegno che abbraccia e interessa più discipline.

Alla domanda sui fattori che potrebbero favorire il diffondersi dell’osteopatia, quasi un italiano su due ha indicato il riconoscimento ufficiale della professione, insieme alla copertura dei trattamenti da parte del SSN (43 per cento), alle detrazioni fiscali (21 per cento) e alla copertura assicurativa delle cure (21 per cento), condizioni che si potrebbero realizzare solo a seguito del riconoscimento e di cui oggi gli italiani non possono usufruire.



L’Indagine, infine, rileva, da una parte, l’esigenza di maggiore chiarezza sui benefici delle cure osteopatiche (59 per cento degli italiani) e, dall’altra, un interesse verso tutela e sicurezza: oltre l’80 per cento degli italiani dichiara, infatti, di sentirsi più garantito se il professionista osteopata è iscritto a un’associazione. In un Paese in cui 8 italiani su 10 soffrono di mal di schiena, la diffusione dell’osteopatia, che è particolarmente efficace sulla lombalgia, come dimostrano le “Linee Guida sulla lombalgia” pubblicate sul JAOA (Journal of American Osteopathic Association) nel 2010 e aggiornate nel 2016, rende necessaria ed improrogabile la sua regolamentazione.

“I dati di questa prima Indagine sull’osteopatia in Italia devono essere uno stimolo fortissimo per portare a termine il percorso, già approvato dal Senato e fermo alla Camera che, nell’articolo 4 del DDL Lorenzin, prevede il riconoscimento dell’osteopatia come professione sanitaria”, ha commentato Paola Sciomachen, Presidente del ROI, “i dati dimostrano che l’osteopatia è scelta e apprezzata da milioni di cittadini come sistema di cura ed è quindi già una professione radicata che deve essere riconosciuta”.

Riconoscimento dell’Osteopatia: a che punto siamo

Il riconoscimento dell’osteopatia come professione sanitaria è previsto dall’art. 4 del DDL Lorenzin sulla riforma degli Ordini e le sperimentazioni cliniche. Il DDL Lorenzin, dopo essere stato licenziato dal Senato nel maggio del 2016, è approdato alla Camera dov’è fermo in attesa di essere approvato. Il ROI e il suo Presidente sono impegnati, da più di due anni, nel seguire tutto l’iter del processo di riconoscimento.

Scarica qui i risultati dell’indagine “Gli italiani e l’Osteopatia”.