“Ho raccolto diverso materiale per Norcia, ma nessuno lo porta, andiamo io e te?”. Questo l’incipit di una breve telefonata tra l’osteopata Elisabetta Ruo e Laura la Gamba – insegnante della scuola dell’infanzia – che ha dato il via ad una bellissima iniziativa di volontariato nelle zone colpite dal sisma in questi ultimi mesi.

È così che spinte dall’amore per le rispettive professioni e dal bisogno di offrire un aiuto concreto alla popolazione di Norcia vittima del terremoto dello scorso ottobre – e che disgraziatamente anche in questi giorni è tornato a far tremare la terra nel centro Italia già duramente segnato – hanno dato il via al progetto di volontariato “Diamoci una mano”, supportato da gruppo ocit ❤: osteopatia centro italiano cuore, osteopati volontari, che a dicembre è partito con la prima spedizione raccogliendo subito grande consenso, con oltre 80 osteopati italiani coinvolti.

A seguito del terremoto di questi giorni gli osteopati volontari stanno organizzando una nuova spedizione il 4 e 5 febbraio a Porto Recanati.





“In meno di un’ora ho trovato i furgoni per la spedizione e abbiamo dato il nome all’iniziativa – racconta Elisabetta Ruo, coordinatrice del progetto – ed essendo io osteopata ho pensato di trattare i terremotati riscontrando subito risposte entusiasmanti. Di lì a poco in 5 siamo partiti da Cantù e Como la notte del 7 dicembre per portare innumerevoli quantità di stufette, pile, torce, pasta, olio, sale, zucchero e molti altri beni di prima necessità. Siamo stati subito raggiunti da altri colleghi così abbiamo iniziato a trattare volontari e non nel tendone riscaldato”.

È la prima volta che in Italia osteopati che non si conoscono provenienti da diverse scuole si uniscono dando vita ad un’iniziativa così lodevole in un luogo martoriato, “dove la gente passa solo per mangiare o per questioni burocratiche – racconta un’altra volontaria osteopata, Roberta Landoni di fretta, infreddolita, ma che poi per curiosità si ferma per un trattamento perché a volte anche il proprio corpo fa sentire le sue ragioni. È un modo per distrarsi per un momento dalle fatiche, dai pensieri, da tutto ciò che si è perso e ripartire da sé stessi, recuperare energie e voglia di farcela e dedicarsi del tempo: questo è forse uno dei motivi che spinge la gente a fermarsi e mettersi nelle nostre mani”.

Una “esperienza unica” per l’osteopata Gorio Mandozzi, il quale racconta di quanto sia importante il supporto osteopatico per i terremotati “non solo a livello curativo – dice – ma anche se non soprattutto a livello psicologico, dal momento che intere comunità hanno perso tutte le certezze costruite in una vita senza poter scorgere al momento la strada per risolvere il loro disagio”.

«Chiediti che cosa ti rende felice e poi fallo». “È questo ammonimento contenuto ne Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry che mi ha spinto a fare questa esperienza, mosso quindi dall’idea e dal bisogno di rendere felici chi più merita oggi, perché vittime di eventi impietosi”. Questa la testimonianza di Danilo Dell’Armi, osteopata, che l’8 dicembre scorso ha raggiunto in auto i luoghi colpiti dal sisma spinto dalla grande voglia di mettersi in gioco e di offrire il proprio contributo da osteopata perché – ci racconta – “credo che aiutare le persone attraverso l’uso sapiente delle mani, ma soprattutto con il cuore, sia la più pura espressione dell’Osteopatia”.

Gli osteopati volontari del gruppo ocit ❤: osteopatia centro italiano cuore, osteopati volontari sanno ancora sul campo, questa volta a Porto Recanati, il 4 e 5 febbraio prossimi. Saranno a disposizione gratuitamente per tutta la giornata.

È possibile prenotare o chiedere informazioni chiamando il numero 339 81 84 517.