Il 24 maggio 2016 alle ore 17:03, con 165 voti favorevoli, 33 contrari e 30 astenuti viene approvato l’articolo 4 che riconosce l’osteopatia come professione sanitaria.
Mai nella storia dell’osteopatia italiana eravamo andati così in avanti. Il prossimo passo sarà alla Camera.

Ma vediamo la storia degli ultimi giorni: nel primo punto all’ordine del giorno della seduta pomeridiana c’era proprio la discussione del disegno di legge che ci riguarda da vicino: “Deleghe al Governo in materia di sperimentazione clinica dei medicinali, di enti vigilati dal Ministero della salute, di sicurezza degli alimenti, di sicurezza veterinaria, nonché disposizioni di riordino delle professioni sanitarie, di tutela della salute umana e di benessere animale”.

La seduta, cominciata il 18 maggio e sospesa a causa della duplice mancanza del numero legale, è iniziata con la relazione della Senatrice De Biasi alle ore 18:14, trattando i diversi aspetti delle professioni sanitarie da regolamentare presenti nel DdL 1324.
La relatrice ha riferito sul contenuto del provvedimento: l’articolo 3 reca una revisione della disciplina degli ordini delle professioni sanitarie. In via generale, l’esercizio della professione è subordinato all’iscrizione nel relativo albo e gli ordini sono costituiti su scala provinciale e riuniti in federazioni nazionali; l’articolo 4, introdotto in Commissione, istituisce la professione di osteopata.

Nella seconda giornata del 19 maggio, a seguito di un’ampia discussione cominciata alle 9:33 tra i vari esponenti presenti, la De Biasi ha concluso il dibattito sottolineando la lunga attesa dell’approvazione del procedimento: “Un milione e duecentomila professionisti della sanità che stanno attendendo questo provvedimento. Non sono pochi: aspettano da quattordici anni. – e prosegue – Penso dunque che la cosa più importante sia far uscire il provvedimento da quest’Aula, perché è fermo qui da troppi anni, e farlo approdare per la seconda lettura alla Camera, in cui, in accordo con i Ministeri, si potranno fare dei ragionamenti.

Ci sono due nuove professioni che vengono istituite (osteopata e chiropratico). […] Gli osteopati avranno per la prima volta l’obbligo di conseguire una laurea triennale. È un fatto importantissimo, perché oggi quest’obbligo non c’è.”



(In realtà l’emendamento rimanda per la formazione ai Ministeri di competenza, per cui riteniamo che sia una partita ancora da giocare, se ne parlerà certamente il 27 maggio durante il Convegno del ROI, dove la Senatrice De Biasi sarà ospite.)

“Preferiamo che ci siano studi con targhe recanti la scritta «osteopata» senza che sia stata conseguita una laurea? Preferiamo che vi sia la scritta «fisioterapista» senza che sia stata conseguita una laurea o esista un albo? Preferiamo che vi sia l’etichetta «chiropratico» senza che vi sia la validazione di una laurea? Oppure preferiamo che, insieme, lavorino in modo trasparente, finalmente, con sanzioni deontologiche ad oggi assenti in questo Paese?” 

Conclude affermando: “Dobbiamo decidere, finalmente, perché il tempo è adesso. Non possiamo permetterci, ancora una volta, di voltare la testa dall’altra parte per piccole o grandi miserie quotidiane o per piccoli o grandi conflitti d’interesse. Siamo consapevoli che stiamo compiendo un passo molto più importante di quanto molti di noi possano pensare in favore di una migliore sanità e di un migliore Servizio sanitario nazionale.” 

La seduta di giovedì 19 maggio si è conclusa senza votazione di tutti gli articoli.
Oggi, martedì 24 maggio, si è ripreso dall’articolo 4, approvato – come detto in apertura –  alle ore 17:03. Continuerà la votazione di tutti gli articoli fino all’approvazione del Disegno di legge nel suo complesso.

Per questo primo passo bisogna dare grande merito alla Senatrice De Biasi che ha difeso con i denti il nostro emendamento ancora più del Ministro Lorenzin che lo ha voluto.
Dal canto nostro va ricordato in questo momento storico il ruolo di guida del legislatore che ha avuto il Registro degli Osteopati Italiani per cui tutti noi dobbiamo ringraziare la nostra Presidente Paola Sciomachen in rappresentanza del Consiglio direttivo e di tutta l’associazione.