Il corso di Marketing Osteopatico Etico rivolto a osteopati e studenti di osteopatia sarà incentrato sull’offrire gli strumenti utili a consolidare e fidelizzare i propri pazienti, migliorandone il grado di soddisfazione relativo alla pratica osteopatica ed ai suoi benefici.

Come accennato in un precedente articolo partirà dall’analisi dei livelli logici di pensiero formulati nel 1973 da Gregory Bateson ed elaborati da Dilts, per capire in che modo questi possano essere utili oltre che nella vita in generale, anche in quella professionale e, in questo caso, in ambito osteopatico.

I livelli logici di pensiero

Sono diverse le categorie di livelli logici individuate da Dilts.

Partiamo dalla prima, che in una piramide immaginaria ne rappresenta la base, il livello più in basso: l’ambiente. Nel nostro caso esso può essere rappresentato dallo studio osteopatico, dai pazienti oltre che dalla famiglia e tutto il contesto esterno in cui ci si muove. Un assunto fondamentale da tener presente è che se un aspetto del proprio ambiente non ci piace, è del tutto inutile aspettare che cambi e migliori da solo, bensì è necessario agire al livello superiore.

Il 2° livello logico è il comportamento, il modo di agire e di reagire che influenza l’ambiente. E’ interessantissimo dal punto di vista osteopatico e terapeutico sapere che all’interno di questo modello la malattia è un “comportamento”, nel senso che non trovando soluzione nei livelli logici superiori, la malattia risolve l’ambiente, ossia lo influenza e lo cambia. Ciò che spesso succede è usare lo stesso comportamento benché esso non modifichi l’ambiente. E’ invece importante imparare ad ampliare la gamma dei comportamenti per essere efficaci sull’ambiente.
Questo strumento è molto utile nella comunicazione con l’altro, per esempio con il paziente, per capire quale sia la funzione utile del comportamento messo in atto.

Il terzo livello è la capacità: le competenze di ciascuno acquisite a seguito di comportamenti reiterati nel tempo, che definiscono la capacità in un ambito specifico.
Quante volte ci siamo sentiti dire da un paziente “non ci posso riuscire” in riferimento ad un suggerimento sullo stile di vita, per esempio nel campo dell’alimentazione. Ebbene questi manifestano un problema a livello della capacità. Ciò significa che non è con il comportamento o con l’ambiente (livelli inferiori) che questo problema può essere affrontato e risolto, bensì ad un livello superiore.

Emozioni e risentito sono il quarto livello. Le emozioni bloccano le capacità; per trasferire questo concetto in un esempio in termini osteopatici, pensiamo a quando l’osteopata non si sente bene o prova forti emozioni come la rabbia o dispiacere: la sua efficacia nel trattamento potrebbe essere fortemente influenzata. Tutti i livelli inferiori risentono e sono influenzati dalle emozioni: l’ambiente, il comportamento e anche la capacità. Anche qui è importante capire che le emozioni non si possono affrontare con le emozioni, ma ricorrendo anche stavolta al livello superiore.
Per questo diffido di tutte le terapie che cercano di generare delle emozioni per trattare le emozioni; non rifacendosi a questo principio basilare dei livelli logici di pensiero, spesso ottengono scarsi risultati. Le emozioni sono generate da credenze limitanti o valori violati.

Al livello superiore, il quinto, sono presenti i valori e le credenze: i primi sono ciò che riteniamo essere importante per noi; i secondi sono ciò che riteniamo essere vero. Molto interessante, e forse uno dei libri più belli che abbia letto, è proprio “Biologia delle credenze”, che spiega l’influenza delle credenze sulla genetica e sul dna. Bruce Lipton, autore del libro, riporta puntualmente il concetto che spiega come le credenze possano avere degli effetti sulla membrana cellulare.
Costruirsi l’idea che quella generalizzazione, quella credenza sia un fatto, significa convincersi della veridicità della stessa creando e rafforzando nel nostro pensiero delle conferme. Queste credenze possono essere personali, rafforzate cioè dalla propria personale esperienza, oppure avvalorate dalla “prova sociale” che può derivare dalla società dalla televisione e dai mezzi di comunicazione di massa in generale.

Spesso queste credenze investono anche l’ambito della salute, motivo per cui un paziente altamente influenzato da una credenza può ammalarsi a seguito di questa, a dimostrazione dello stretto legame tra placebo e credenze. Questo perché quando la convinzione è strutturata, non riguarda la realtà, ma la supera ed è indipendente da essa. Anche in questo caso, per risolverle si rende necessario intervenire ad un livello superiore.
Nella nostra attività di osteopati non è raro, anzi oserei dire che è cosa consueta, trovarci di fronte a nuovi pazienti giunti attraverso il passaparola; persone che sono state cioè motivate a seguito del racconto positivo fatto da un nostro paziente in base alla propria soddisfacente esperienza osteopatica. Questo a dimostrazione dell’importanza delle convinzione, della credenza che il paziente ha e che gli permette di compiere una scelta, in questo caso quella di ricorrere all’osteopatia. Questo vale naturalmente anche al contrario, con un’esperienza negativa, che non abbia funzionato.
Per spiegare questo concetto cito un esperimento compiuto su 100 sopravvissuti a un cancro le quali erano accomunate, indipendentemente dal tipo di terapia, dalla credenza che quello che stavano facendo avrebbe funzionato.
I valori sono nello stesso livello logico di pensiero delle credenze perché queste si strutturano a partire dai valori che si posseggono e questi, a loro volta, sono regolati dal sistema di credenze. I valori identificano ciò che è importante per noi e a cui si attribuisce una valenza “universale”, assoluta. Ed è per questo che lo scontro tra valori crea conflitto. Anche qui il problema legato a valori e credenze deve essere risolto al livello superiore. L’ideale è fare in modo che entrambi i valori, entrambi i bisogni, vengano rispettati. E’ importante agire sulle credenze che sottostanno ai valori.

Il sesto livello logico di pensiero è l’identità. Chi ha costruito la sua identità incentrandosi sulla malattia (es. “io sono un malato di cancro”), molto difficilmente troverà una soluzione, se non andando ai livelli superiori.
A livello educativo è molto importante dare peso alle espressioni che possono avere un’incidenza importante sul consolidamento dell’identità ed, eventualmente, per la strutturazione di un problema a livello di identità. E’ calzante un esempio basilare in pedagogia riguardo all’enorme differenza e peso identitario della frase “la tua stanza è in disordine” e “sei disordinato” detta ad un bambino. Nel secondo caso senz’altro lo si influenzerà a livello identitario; nel primo si rimane al livello ambiente, o al più, a quello di comportamento.

Il livello superiore è la visione. Ossia ciò che sarebbe ideale; una sorta di utopia legata alla creatività, un sogno che si genera nella mente sin dall’infanzia e che a seconda che sia negativa o positiva, influenzerà tutti i livelli sottostanti.

La mission è l’apice di questa piramide immaginaria, l’ultimo livello logico di pensiero messo a punto da Dilts. E’ il ruolo svolto quotidianamente per soddisfare la propria visione, i propri valori. La mission risponde alla domanda: “per chi altri”, e per un osteopata è quella di aiutare gli altri in modo efficace, ecologico ed etico.

Parlando di mission, quella del corso di Marketing Osteopatico Etico è orientata proprio ad analizzare i livelli logici di pensiero e da qui, capire come sia possibile lavorarci per ottenere un beneficio in termini di marketing e di potenziamento delle nostre possibilità e professionalità.

L’appuntamento è il 5 e 6 marzo al Business Center di Milano, in via Mauro Macchi 8.
Per iscrizioni: info@tuttosteopatia.it