Si è svolto pochi giorni fa a Washington DC, dal 18 al 20 Settembre, il 4° International Fascia Research Congress (www.fasciacongress.org/2015/), il più grande evento al mondo improntato sulla ricerca e la clinica applicate al tessuto fasciale. Circa 800 gli iscritti che hanno partecipato all’iniziativa, tra cui professionisti dagli ambiti più disparati e provenienti da tutto il globo, che si sono riuniti attraverso la passione comune per le proprietà strutturali e funzionali di questo incredibile meta-sistema: la fascia.

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Anatomisti, fisiologi, biologi, neurologi, ortopedici, fisioterapisti, chiropratici, nutrizionisti, preparatori atletici, medici veterinari (etc.) ed ovviamente osteopati hanno condiviso le ultime scoperte, evidenze ed ipotesi sul tessuto fasciale, da parte dei più autorevoli esperti del campo, da Andry Vleeming a Leon Chaitow, da Robert Schleip a Serge Gracovetsky. L’evento è stato costellato da workshop pratici pre e post congresso, nonché dalla adesione di numerosi sponsor provenienti da tutto il mondo. L’osteopatia italiana era presente, sia grazie all’attività, in qualità di moderatore di sessione, del Dr. Paolo Tozzi, MSc Ost, FT, docente EDUCAM (C.R.O.M.O.N.-S.Os.I.) e membro di C.O.M.E. collaboration (www.comecollaboration.org/it/), sia grazie al lavoro (su OMT e coccidinia) presentato dal Dr. Daniele Origo della scuola di osteopatia S.O.M.A. di Milano.

Tuttavia, il contributo maggiore del Dr. Tozzi è avvenuto nella giornata del 17 Settembre, in cui egli ha partecipato su invito, come rappresentante della comunità osteopatica, ad un incontro unico nel suo genere, insieme ad altri 18 esperti da tutto il mondo (tra cui J.C. Guimbertau, T. Myers, C. Stecco, J. Van der Wall, R. Schleip, A. Vleeming).

L’obiettivo ambizioso del meeting era quello di trovare un consensus sulla definizione e classificazione della fascia, così da raggiungere un agreement trasversale sull’argomento in tutti gli ambiti della ricerca e della clinica. Infatti, la controversia semantica nasce dal fatto che diversi ricercatori e terapisti di ogni nazione attribuiscono al termine fascia un significato alquanto vario e disomogeneo, indicando con questa parola più tessuti di struttura e funzione diversa: dal tessuto connettivo lasso al denso, dalle sierose ai legamenti viscerali, dal connettivo neurale a quello muscolare. Tale uso indiscriminato di questa parola ha creato a lungo andare confusione terminologica e disorientamento scientifico, considerato che il confine tra connettivo proprio e fascia sembra diventare sempre più labile. Da qui la necessità di un consensus meeting sull’argomento.

L’evento, che è stato l’apice di ben 3 Delphi round studies della durata di un anno circa, si è concluso con la decisione di fornire due definizioni di fascia:

  1. una prettamente anatomica, specifica, rivolta al tessuto fasciale per se, che rispecchia per lo più quella proposta dalla Federative Committee on Anatomical Terminology (A fascia is a sheath, a sheet or any number of other dissectable aggregations of connective tissue that forms beneath the skin to attach, enclose, separate muscles and other internal organs). Questa definizione si propone di stabilire un ponte di comunicazione tra gli anatomisti, ricercatori del tessuto fasciale;
  2. una funzionale, di più ampio respiro, che si rivolge al ‘sistema fasciale’ inteso come network di continuità tra più livelli gerarchici di organizzazione corporea (dalla cellula, agli organi, alle catene miofasciali fino al derma), con proprietà regolatorie a livelli multipli di funzione. Questa definizione (al momento in fase di elaborazione) include ma anche trascende la prima, proponendosi come ponte di comunicazione tra i diversi clinici e terapisti manuali.

“Se vogliamo, una definizione scientifica e una clinica, una strutturale e una funzionale, una anatomica e una fisiologica (che vedranno presto un’adesione internazionale) – spiega Paolo Tozzidue prospettive ed espressioni di un unico, affascinante meta-sistema – la fascia – che avvolge, protegge, permea, sospende, connette e separa, influenza e modula, penetra e trascende ogni altro sistema corporeo, pur mantenendo la sua struttura multidimensionale e la propria natura multifunzionale”.