“Non esiste un effetto clinicamente rilevante che provi l’efficacia e la sicurezza di glucocorticoidi sistemici e per
via inalatoria nei bambini con bronchiolite virale acuta”. Questo il risultato  di un studio scientifico pubblicato sulla prestigiosa rivista Cochrane il 4 giugno 2013,  poi ripreso sulla rivista JAMA a gennaio 2014 (qui l’abstract su JAMA), in cui gli autori dimostrano attraverso una metanalisi condotta su 17 studi randomizzati (e 2596 partecipanti), che i cortisonici non siano di alcuna utilità nella terapia dei bambini con bronchiolite da virus respiratorio sinciziale. Nello specifico i glucocorticoidi (cortisonici) non hanno ridotto significativamente i ricoveri ambulatoriali rispetto a placebo, e non hanno prodotto alcun beneficio per pazienti ricoverati.

A conferma di ciò, le linee guida sulle bronchioliti in bambini da 1 a 23 mesi di età pubblicate nell’ottobre 2014 sulla rivista Pediatrics a cura dell’American Academy of Pediatrics, che di fatto dichiarano la non efficacia dei broncodilatatori nel modificare il decorso clinico di questa infezione virale. Le stesse linee guida raccomandano invece l’uso di soluzione salina ipertonica nebulizzata. Via libera dunque a lavaggi nasali inalazioni con la soluzione fisiologica.

L’Osteopatia, nel suo piccolo, può essere d’aiuto per questo tipo di patologia con un approccio naturale e fisiologico. Il compito dell’osteopata – come diceva Still già agli esordi dell’osteopatia – è quello di “localizzare con precisione e identificare le cause del problema per rimuoverle, cercando di ripristinare il normale movimento della macchina della vita”.
Fermo restando l’approccio osteopatico “globale” che è quello di potenziare la salute, una concausa importante delle bronchioliti è legata alla mobilità del torace per cui si può provare ad aiutare i bambini in questo modo insieme a tutto quello che la pediatria giustamente propone.