Consegnate ieri al Ministero della Salute le 26mila firme raccolte nell’ambito della petizione per il riconoscimento dell’Osteopatia come professione sanitaria, che da novembre 2014, quando è stata lanciata, ha visto il coinvolgimento e la partecipazione di moltissimi osteopati e pazienti su tutto il territorio italiano.

Consegnate personalmente dal presidente del ROI, Paola Sciomachen, all’On. De Camillis, consigliere politico del Ministro Beatrice Lorenzin, e alla Dott.ssa Ugenti, direttore generale delle professioni sanitarie, le migliaia di adesioni dei cittadini italiani oltre che dei professionisti osteopati operanti in Italia, rappresentano un chiaro segnale di svolta, nella direzione dell’istituzionalizzazione e della regolamentazione di una disciplina sempre più scelta dagli italiani.





“Il successo della petizione dimostra che la strada del confronto con le istituzioni a favore del Riconoscimento non si basa su interessi particolari di una categoria professionale – commenta Paola Sciomachen, presidente  ROI – ma va a colmare una necessità dei cittadini che sempre più si rivolgono alle medicine complementari per far fronte ai propri bisogni di salute. E’ un fenomeno che non può essere ignorato e che richiede di mettere in campo tutte le necessarie tutele, a partire dalla certezza di affidarsi a professionisti qualificati, correttamente formati e che possano offrire una prestazione sanitaria efficacie nel rispetto delle norme che solo il riconoscimento può garantire. Tutto questo all’interno di un quadro che già ci vede collaborare con medici e sanitari con l’obiettivo comune di migliorare la salute pubblica”.

Positiva la risposta del Ministero della Salute che ha accolto la petizione con piena consapevolezza del bisogno, ormai non più procrastinabile, di riconoscere l’Osteopatia soprattutto a garanzia degli utenti.

“Come Ministero della Salute – ha sottolineato l’On. Sabrina De Camillis alla luce anche dei nuovi indirizzi del CEN, siamo convinti che la regolamentazione della professione di osteopata vada fatta per rispondere a due obiettivi principali: garantire il cittadino che deve avere la certezza, quando ricorre alle cure dell’osteopata, di trovarsi di fronte un professionista con adeguate competenze; impedire che ci sia un attività fatta da chi può fare danni al cittadino e alla professione. E’ in questa direzione che va l’emendamento al DDL Lorenzin sulla riforma delle professioni sanitarie, in discussione nella competente Commissione al Senato”.