Osteopati italiani alla ricerca di riconoscimento professionale per dare più garanzie ai pazienti”. Così titolava lo scorso 7 settembre il Corriere della Sera nella sezione Salute, che ha dedicato alla disciplina osteopatica ben due pagine, da un lato spiegando i princìpi, le finalità e la pratica dell’Osteopatia, dall’altro ponendo una particolare attenzione sullo status del riconoscimento della professione.
Risale a fine luglio, infatti, l’ultimo step fatto in questa direzione, con la presentazione in Parlamento tre emendamenti al ddl n. 1324 sul riordino delle professioni sanitarie, che prevedono dunque l’inserimento dell’osteopata tra le figure sanitarie a seguito di un percorso formativo quinquennale in osteopatia.

Una vetrina importante per la professione osteopatica, raccontata sia attraverso le sue peculiarità che le sue necessità, prima fra tutta quella di essere “normata” così come avviene all’estero, così da poter offrire più garanzie ai pazienti. Nel dossier a firma di Ruggiero Corcella non manca un cenno agli studi scientifici che valutano l’efficacia dell’Osteopatia in diversi ambiti.

Resta il fatto che ad oggi l’Osteopatia resta in un limbo, una striscia sottile segnata da questi emendamenti al Disegno di Legge del ministro Lorenzin, che speriamo porti al riconoscimento dell’Osteopatia e ad una legge che ne stabilisca univocamente tutti i requisiti e la formazione, senza snaturare in nessun modo i suoi princìpi che, comunque, in questi anni sono stati ampiamente salvaguardati e protetti dalle ingerenze di altre professioni.



Sarebbe utile pensare seriamente alla possibilità di coordinare la comunicazione di tutti gli osteopati in modo tale che essa sia più efficace e pungente in un momento storico così importante, magari affidandola ad una importante società di comunicazione.

Leggi qui l’articolo sul Corriere della Sera.