1) Chi comanda nel CPO?

Lo STATUTO del CPO mostra chiaramente che l’ASSEMBLEA è sovrana.
Dallo Statuto all’Articolo 8 – Assemblea dei Componenti – Composizione

  • “L’Assemblea è composta dai seguenti membri permanenti, ciascuno dei quali ha diritto ad un voto ed ha facoltà di delega anche a terzi estranei al Comitato:
    (1) Componenti costituenti;
    (2) Componenti aderenti”.
  • Ogni Scuola, Ente, Istituto che chiede di aderire al CPO e che mostra di possedere i requisiti minimi richiesti e di essere presente sul territorio occupandosi di Didattica/Clinica/Ricerca in Osteopatia e versa l’oblazione stabilita dalla delibera del Consiglio Direttivo è tenuto a partecipare all’Assemblea con diritto di voto.
    Dallo Statuto all’Art. 5 c. 2 – Componenti:
    “Possono aderire al Comitato le Scuole o gli Istituti di Formazione in Osteopatia che aderiscono agli standard OMS 2010, FORE e CEN 2012-2014, nonché altri enti e soggetti pubblici o privati interessati a perseguire il suo scopo istituzionale”. 
  • E’ l’Assemblea che DECIDE le LINEE GUIDA del CPO e poi dà incarico al Consiglio Direttivo di portare a termine quanto deciso. Nell’Assemblea vige la regola: UNA TESTA UN VOTO.
    Dallo Statuto all’Art. 10 – Assemblea dei Componenti – Funzioni:
    “L’Assemblea è il principale Organo deliberativo del Comitato” tra le altre funzioni ha quella di “definisce il programma generale del Comitato”.
  • Chiunque sia COMPONENTE del CPO (Costituente o Aderente), in quanto membro dell’Assemblea (Cit. dallo Statuto all’Art. 10) “elegge in sede costituente gli altri Organi del Comitato per tutta la sua durata” e può candidarsi per essere eletto dall’Assemblea ed entrare nel Consiglio Direttivo. Inoltre, “revoca e sostituisce gli altri Organi del Comitato in caso di necessità”. Una recente indicazione Delibera del Consiglio Direttivo stabilisce le dimissioni dello stesso, al superamento del numero doppio dei Soci Costituenti (oltre 12 su 6), per consentire nuove elezioni già nell’autunno 2014.

2) Quali sono gli Enti che aderiscono al CPO?

Ad oggi, 30 luglio 2014, gli Enti che aderiscono al CPO sono 7:

  1. Scuola di Osteopatia CERDO, Direttore e Delegato al CPO: Maurice Audouard
  2. Scuola di Osteopatia EIOM, Direttore e Delegato al CPO: Maurizio Zanardi
  3. Scuola di Osteopatia AIOT, Direttore e Delegato al CPO: Gina Barlafante
  4. Scuola di Osteopatia ISO, Direttore e Delegato al CPO: Carmine Castagna
  5. Scuola di Osteopatia CROMON, Direttore e Delegato al CPO: Paolo Zavarella
  6. Scuola di Osteopatia SOsI, Direttore e Delegato al CPO: Giusva Gregori
  7. Scuola di Osteopatia AIFROMM, Direttore e Delegato al CPO: Stefano Polistina 
  8. Scuola di Osteopatia ASOMI, Direttore Generale: Dario Silvestri

3) Il CPO è un ente autoreferenziato?

  1. Il CPO non intende essere autoreferenziato. I TECNICI incaricati dal Consiglio Direttivo del CPO suggeriscono costantemente ai membri del Direttivo e all’Assemblea le modalità ed i tempi con cui i Soci Componenti debbano interfacciarsi con le Istituzioni.
  2. I Tecnici, quindi, svolgono un ruolo fondamentale nel riferire ai membri dell’Assemblea come le Istituzioni considerano le azioni messe in atto dagli Osteopati e dal CPO nel particolare momento storico che stiamo vivendo.
  3. CONOSCERE per DELIBERARE.
  4. Il Ruolo dei Tecnici (di diverse estrazioni socio-politico-giuridico-istituzionale-filosofico-mediatico) è anche quello di permettere all’Assemblea di prendere decisioni solo dopo aver conosciuto nei termini reali la situazione FUORI dal mondo dell’Osteopatia e DENTRO le Istituzioni sia Nazionali che Internazionali. Obiettivo fondamentale della presenza dei Tecnici è dare corpo ad un gruppo di pressione (Lobby) che si adoperi a vari livelli per gli interessi dell’Osteopatia.

4) Il CPO ha chiesto al Ministero una Laurea Quinquennale o 3+2?

  1. Il CPO non ha chiesto nulla e non chiederà nulla né al Ministero della Salute, né al MIUR. Come ben spiegato dai Legali e dai Tecnici del CPO, la questione fondamentale è non porsi in condizione di PARTNER ALLA PARI con le Istituzioni proponendo Progetti Quinquennali o 3+2 come se fossero “conditio sine qua non” per dialogare con le Istituzioni. Questa modalità è stata giudicata controproducente dai Legali e dai Tecnici del CPO.
  2. L’unico atteggiamento che è possibile auspicare e che il CPO intende perseguire è quello della Collaborazione. Il CPO vuole proporsi come un COLLABORATORE dei Ministeri e delle Istituzioni, non un PARTNER. Il CPO non chiede, ma si pone a disposizione delle Istituzioniper le sue competenze, certificate dalla presenza dei Tecnici e dei Consiglieri esperti con esperienza decennale in Italia ed in Europa nella formazione osteopatica.
  3. La vera attenzione che i Tecnici del CPO suggeriscono di avere, circa il processo di riconoscimento professionale ed il percorso formativo mediante Laurea Magistrale e/o Triennale, è la necessità di:
    adeguare il Percorso Formativo delle Scuole agli standard che emergono dal contatto con i Tecnici ed i Politici delle Istituzioni che porteranno inevitabilmente ad abbandonare/integrare l’Ordinamento a tempo Parziale (120 Crediti);
    iniziare un processo di riqualificazione e/o riconversione delle Scuole, delle Cliniche Scolastiche, degli Osteopati Formatori nelle Materie Caratterizzanti, per rendere possibile il futuro riconoscimento e/o accreditamento e/o convenzionamento con le Università;
    iniziare le procedure di registrazione e valorizzazione del Patrimonio Culturale e Professionale (Know How) trasmesso dalle Scuole e sostenuto dalle Associazioni da oltre 30 anni in Italia)
    – sostenere, favorire e semplificare la procedura di riconoscimento del pregresso per tutti gli Osteopati formati e qualificati mediante un percorso formativo almeno quinquennale.
  4. Su questi QUATTRO obiettivi fondamentali il CPO spenderà le proprie energie e le proprie risorse nei mesi a venire.

5) Cosa pensano nel CPO circa l’AUTONOMIA futura dell’Osteopata?

  1. Il CPO in tutte le sue informative e nei confronti delle Istituzioni fin dai primi incontri si è sempre dichiarato disponibile a collaborare con i Ministeri, nella prospettiva della costituzione di una Professione Sanitaria Autonoma con un Percorso Formativo Universitario Autonomo dell’Osteopata, in accordo con quanto stabilito dal Processo di Bologna.
  2. Una Laurea Sanitaria, Magistrale o Triennale, è da ritenersi in ogni caso autonoma nelle proprie competenze. Obiettivo principale del CPO è INDIVIDUARE ed EVIDENZIARE chiaramente la modalità di “Formazione delle Competenze specifiche dell’Osteopata”, in profonda sinergia con il Registro e le Associazioni degli Osteopati, esponendole in maniera chiara alle Istituzioni nonché lavorare sul Progetto Formativo più adatto a raggiungere le stesse Competenze, senza contrapposizione rispetto a quanto stabilito nel Processo di Bologna ed alle indicazioni che verranno fornite dai Ministeri.

6) Il CPO ha dei dubbi sulla Laurea Magistrale a Ciclo Unico?



  • Certamente un percorso formativo quinquennale risponde meglio di altri all’idea che noi abbiamo di Osteopatia. Si deve tener conto che una “Laurea Magistrale quinquennale” non sarebbe sovrapponibile ad una “Scuola di Osteopatia di 5 anni” come siamo abituati a pensare (lezioni teorico-pratiche, pratica guidata, lezioni di sintesi, affiancamento, tirocinio…), ma di un Percorso Universitario gestito dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia e difficilmente integrabile dal know how osteopatico tipico delle nostre Scuole.
  • Il percorso formativo di Laurea Magistrale (2° livello dei 3 cicli di Formazione superiore previsti dalla normativa europea) potrà concretizzarsi successivamente all’entrata in vigore del DDL presentato dal Ministro Lorenzin, sulla Riforma degli ORDINI e ALBI professionali del settore Sanitario.
  • Riteniamo in ogni caso rischioso avere la Laurea Quinquennale come unica “proposta” da parte delle Associazioni degli Osteopati. Se fosse negata, l’alternativa potrebbe tornare ad essere quella proposta da altra lobby (Biennio Specialistico o Master) che si presenta agli occhi del Ministero di più facile realizzazione ed economicamente più sostenibile, ma con caratteristiche che snaturano l’Osteopatia così come la intendono gli Osteopati.
  • Il CPO ha predisposto da tempo uno studio sul Progetto Formativo Quinquennale (cfr. “MANIFESTO DELLA PROFESSIONE E DELLA FORMAZIONE IN OSTEOPATIA”).

7) Il CPO ha dei dubbi sulla Laurea Triennale?

  • Il DDL del Ministro Lorenzin, incentrato sulla Riforma degli ORDINI e ALBI professionali del settore Sanitario, indica come fondamentale l’Abilitazione alla Professione, ottenuta mediante l’Accesso all’Albo Professionale, in relazione alle competenze e responsabilità insite del profilo della professione. Un triennio universitario (1° livello dei 3 cicli di Formazione superiore previsti dalla normativa europea) per l’Osteopatia potrebbe non consentire al professionista diplomato di accedere all’Albo Professionale.
  • Il CPO ritiene che se le Istituzioni sceglieranno un Profilo Professionale di tipo sanitario dell’Osteopata che preveda un Percorso Formativo 3+2 (1° e 2° livello dei 3 cicli di Formazione superiore previsti dalla normativa europea) nel pieno rispetto del Processo di Bologna, questo non verrà ad intaccare, né ledere, né ridurre l’AUTONOMIA di cui oggi godono i Professionisti Osteopati, fatto salvo il necessario rispetto delle Regole delle Competenze Sanitarie e l’Accesso all’Albo Professionale.
  • Non il CPO o altro attore autoreferenziato deciderà il tipo di Professione e di Formazione che sarà riconosciuta, ma lo faranno le Istituzioni preposte. Il CPO è pronto a collaborare e a porsi a disposizione delle Istituzioni per salvaguardare l’eccellenza dell’Osteopatia italiana, ben coscienti che nessuno può dettare legge al Ministero.
  • Il CPO è in grado di fornire al Ministero un documento per la definizione del percorso di formazione delle competenze dell’Osteopata connesso ad un Progetto di 1° Livello (formativo) e di 2° Livello (professionalizzante) che consentirà di accedere all’Albo Professionale.
  • Ogni confronto e collaborazione con tutte le altre Associazioni degli Osteopati è auspicabile, su questo punto.

 

 8) Chi sono i TECNICI ed i CONSIGLIERI che lavorano con e per il CPO?

  • Avvocato Roberto Emanuele De Felice
    – Esperto in normativa internazionale, lobbista, riconoscimento professionale.
    – Compito: ispiratore dei progetti attuativi del CPO
  • Avvocato Maria Teresa Bergamaschi
    – Esperta in modo particolare di normativa sanitaria.
    – Compito: realizzazione dei progetti attuativi del CPO
  • Prof. Francesco Guidi
    – Medico chirurgo, Vicepresidente del CPO.
    – Compito: delegato ai rapporti Istituzionali e alle pubbliche relazioni del CPO
  • Avvocato Valter Pagani
    – Esperto di Europass, Ministero del Lavoro, riconoscimento delle competenze professionali secondo il sistema EQF
    – Compito: verifica e supervisione dei Progetti di riconoscimento delle competenze per il pregresso e per gli studenti
  • ALTRI TECNICI COLLABORATORI e CONSIGLIERI per il CPO:
    – Esperti di Programmazione Sanitaria presso il MIUR
    – Politici e referenti rappresentanti delle Istituzioni SSN, MDS, MIUR, MDL, ISPSEL
    – Politici e referenti rappresentanti delle Istituzioni Internazionali, OMS
    – Assessore alle Scuole per i Municipi del Comune di Roma,
    – Professori di ruolo Universitari nei diversi Atenei d’Italia
    – Giornalisti, Esperti divulgatori su temi Scientifici e Politici vii) ecc…

9) Il CPO si occupa di PROFESSIONE o di FORMAZIONE?

  • In questa fase, è impossibile separare i due compiti. La definizione del Profilo Professionale (Sanitario o Medico) è strettamente correlato alla predisposizione del Percorso Formativo in riferimento alle COMPETENZE. Il CPO assume il mandato di essere presente, grazie al lavoro congiunto dei Tecnici e degli Esperti, in tutte le fasi del riconoscimento della professione, della definizione del percorso formativo, della sanatoria del pregresso e della riqualificazione delle Scuole, avendo come punto costante di riferimento la Formazione dei futuri Osteopati.
  • Il primo passo (FASE UNO) compete al Ministero della Salute che deve decidere il tipo di Profilo Professionale (Sanitario o Medico). Il CPO si è reso disponibile a collaborare con il Ministero, con il ROI, con le altre Associazioni di Osteopati e con la XII Commissione del Senato per una condivisa definizione del Profilo Professionale che preveda una Formazione delle Competenze adeguata.
  • In seguito alla definizione e promulgazione del DM sul Profilo Professionale, il CPO (FASE DUE) sarà pronto a collaborare direttamente con il MIUR, le Università e con il Ministero del Lavoro per definire le Competenze e la Formazione delle Competenze dell’Osteopata, intese come Conoscenza, Abilità, Responsabilità.
  • Una volta definito anche il Percorso di Formazione si aprirà una terza fase (FASE TRE) relativa alla SANATORIA del pregresso, ivi inclusi TUTTI gli osteopati che esercitano da anni, gli osteopati di recente formazione e coloro i quali sono ancora in formazione, formati nell’Ordinamento a Tempo Parziale, a Tempo Pieno, a Ciclo Unico Quinquennale.
  • Ultima fase in ordine di tempo (FASE QUATTRO), è quella che vedrà impegnata il CPO nel dare indicazioni e sostegno nella RIQUALIFICAZIONE delle Scuola e delle Cliniche di Osteopatia, rafforzando il know how e favorendo le capacità di adattamento e riconversione nel contesto Universitario. Ogni iniziativa presa dal CPO sarà immediatamente resa disponibile alle Scuole/Istituti/Enti che ne sono Membri effettivi.

10) Il CPO vuole dividere il ROI e sovrapporsi alle altre Associazioni storiche esistenti?

  • Il CPO in numerose occasioni e circostanze diverse, ha presentato obiettivi e modalità operative, senza lasciare dubbi sulle intenzioni di collaborazione e di non contrapposizione nei confronti delle Associazioni pre-esistenti. Ciononostante, alcuni osservatori hanno ritenuto di diffondere le proprie interpretazioni distorte, attraverso social network e comunicazioni varie, atte a trasformare il reale contenuto sia del lavoro già svolto dal CPO sia i suoi reali obiettivi. L’informazione diretta rimane l’unica strada percorribile per conoscere i fatti e poterli criticare con la giusta cognizione di causa.
  • Il CPO, come si legge nello Statuto è a disposizione delle Associazioni dei Professionisti ed è pronto ad offrire e raccogliere sostegno e collaborazione dalle stesse.
  • Il CPO non entra in conflitto con gli scopi statutari del ROI perché da Statuto Art. 5 c. 2 – Componenti dichiara esplicitamente che “Possono aderire al Comitato le Scuole o gli Istituti di Formazione in Osteopatia che aderiscono agli standard OMS 2010, FORE e CEN 2012-2014, nonché altri enti e soggetti pubblici o privati interessati a perseguire il suo scopo istituzionale” non i singoli Professionisti, peculiarità delle associazioni di Osteopati.

11) Il CPO non è un doppione inutile della Commissione Didattica del ROI?

  • Il CPO non è organo autoreferenziato, ha rappresentatività autonoma, dispone di un budget economico, sostiene le proprie spese, ha un Codice Fiscale, ha un conto in banca, non si limita a rappresentare una parte delle Scuole presenti in Italia ma è aperto a raccogliere tutte le realtà formative esistenti, ha una sede legale, una sede di rappresentanza, possiede una propria immagine coordinata… e l’adesione al CPO è aperta a tutte le Scuole di Osteopatia che rispettano i requisiti minimi richiesti (rif. OMS, CEN, FORE, OIA).
  • Il CPO non sceglie le scuole in base all’Associazione di appartenenza, ma viene scelto dalle scuole come luogo per PENSARE attorno all’Osteopatia, essendo tutti alla pari.
  • Il CPO è un soggetto giuridico rappresentativo in grado di interagire ed interloquire con gli organismi istituzionali qualificati.
  • Tutte le Scuole, gli Enti, gli Istituti possono scegliere di far parte del CPO, contribuendo a deciderne gli orientamenti ed avere voce sul futuro (vale la Regola: Una Testa Un Voto).

12) Perché il CPO ha scadenza il 30 dicembre 2015?

  • Il CPO ha un mandato ed un obiettivo preciso: il riconoscimento della Formazione delle Competenze dell’Osteopata, che passa attraverso la definizione delle competenze che rendono propria ed autonoma la professione, nei confronti dell’area medica e della riabilitazione. Questo è un obiettivo a scadenza: al 30 dicembre 2015.
  • Altro motivo che ha fatto scegliere un Comitato a scadenza è la necessità di utilizzare questo tempo (18 mesi) per imparare a collaborare tra Scuole ed Istituti diversi che divengono consapevoli di avere una serie di obiettivi comuni, al di la della concorrenza commerciale:
    1) mantenere elevata (durante e dopo il riconoscimento) la qualità dell’Osteopatia in Italia, di cui TUTTI gli Osteopati sono fautori;
    2) rendere possibile e favorire il riconoscimento di TUTTO il pregresso, di cui TUTTE le Scuole italiane sono responsabili;
    3) sostenere la riqualificazione delle Scuole e delle Cliniche scolastiche per poter collaborare con le Università continuando a diffondere il know how osteopatico, di cui TUTTE le Scuole sono portatrici.
  •  I Soci Costituenti del CPO sono convinti che sarà necessario proseguire le attività di condivisione anche oltre la scadenza del 30 dicembre 2015, auspicando fin d’ora la nascita di una Federazione delle Scuole che davvero riunisca tutti gli attori che si occupano con serietà e da anni di Formazione, Ricerca e Clinica.

13) Il CPO vuole gestire in proprio e trarre lucro dalla Sanatoria del Pregresso?

  • Soci del CPO intendono contribuire con la propria esperienza tecnica a rendere possibile per ciascuno degli Osteopati già formati ed in formazione, la Sanatoria ovvero il Riconoscimento del Pregresso;
  • La modalità di riconoscimento del Pregresso, fondamentale ed imprescindibile passaggio di ogni Proposta di Legge di Riconoscimento della Professione di Osteopata, dipenderà dal Profilo e dal Percorso Formativo che sarà definito dalle Istituzioni e dal tipo di formazione pregressa ricevuta;
  • Come avvenuto in passato in seguito al riconoscimento di una nuova professione, è probabile che le Istituzioni chiedano, per alcune categorie di Osteopati, la frequenza ad un Corso di Riconversione presso le Università, al termine del quale sarà concessa l’equipollenza alla Laurea di Osteopatia costituenda e saranno riconosciute le relative Competenze e Responsabilità Professionali: potrebbero essere predisposti percorsi differenti per le varie categorie in relazione ai Titoli di Laurea pregressa.
  • Il CPO ritiene che il riconoscimento della formazione pregressa dovrà tenere conto:
    * Titolo di Osteopata D.O. conseguito presso una Scuola di Osteopatia nazionale previo percorso formativo minimo quinquennale (120 Crediti – 300 Crediti) o corsi equipollenti conseguiti all’estero;
    * Titolo Universitario precedente / successivo al diploma di Osteopata (120 Crediti), nella Classe di Laurea in Medicina e Chirurgia e/o Classi di Laurea Sanitarie e/o Classe di Laurea in Scienza Motorie;
    * Riconoscimento delle Competenze pregresse:
    – Conoscenze acquisite mediante Formazione continua teorico/pratica/tutoriale/clinica in Osteopatia
    – Abilità acquisite mediante formazione sul campo e lavoro clinico ambulatoriale.
  • I Componenti del CPO, nel caso in cui fosse affidato alle Scuole e non alle Università un eventuale Corso di Riconversione, si sono impegnati a NON TRARRE LUCRO dalla Sanatoria. Le spese di un eventuale Corso Teorico/Pratico e Clinico di Sanatoria e Riconversione saranno semplicemente suddivise tra i partecipanti, garantendo la massima sostenibilità economica e “costo – guadagno zero” per le Scuole che saranno impegnate nella logistica.
  • I Componenti del CPO sono convinti che il “PREGRESSO”, siamo NOI. Tutti siamo stati formati alla Professione dalle Scuole e non c’è contrapposizione o antitesi tra Didattica e Professione. 

 14) L’adesione al CPO è possibile per i Professionisti e gli Studenti?

  • Il CPO è stato definito da uno degli ispiratori del progetto: un “Crogiuolo di Cervelli Pensanti” oppure un “network costruito attorno all’Osteopatia, formato da cuori e da cervelli, da uomini, donne e soprattutto da idee”. Ma lo Statuto prevede l’adesione solo a Scuole, Istituti, Enti. Questo significa che le Scuole, gli Istituti e gli Enti (i loro Delegati eRappresentanti) che si occupano di Didattica, Ricerca e Clinica possono aderire al CPO, pagando l’oblazione e assumendo ruoli in Assemblea e nel Consiglio Direttivo.
  • Il CPO non ha l’obiettivo né la volontà e capacità organizzativa di iscrivere centinaia o migliaia di Professionisti o Studenti tra i suoi Soci, ma CHIUNQUE può partecipare alle Assemblee aperte, proporre dei Progetti di Ricerca e sostenere in molti modi diversi il Comitato.
  • Chiunque sia interessato ai lavori e ai progetti del CPO può proporre una modalità di vicinanza e collaborazione, anche se non è collegato a nessuna Scuola, Ente o Istituto e quindi non potrebbe aderire come Socio al CPO.

15) La Quota di Adesione al CPO è annuale?

  • Il CPO è un Comitato Promotore e non un’Associazione. Non è prevista una Quota Associativa Annuale. Come ogni Comitato Promotore, durante le Assemblee (ove partecipano e votano tutti i Componenti costituenti ed aderenti), vengono valutati i Progetti, verificati i costi e le spese connesse per la loro realizzazione, si valuta la disponibilità di cassa, si contano i Componenti associati presenti al momento e si delibera l’Oblazione che ciascun Componente del CPO deve versare per far fronte alla spesa per il/i progetto/i deliberato/i.
  • Ogni nuovo Associato, al momento del suo ingresso nel CPO verserà l’oblazione stabilita dall’ultima delibera in vigore. In un anno potrà essere necessario versare più oblazioni, oppure al contrario, un’oblazione potrà essere sufficiente per coprire il bisogno per un tempo superiore ad un anno, fino a scadenza.
  • Il rifiuto o l’impossibilità di versare l’oblazione richiesta da parte del Componente (costituente o aderente) è incompatibile con la permanenza nel CPO ed il mantenimento delle cariche eventualmente ricoperte.
  • Qualora entrassero nelle casse del CPO finanziamenti, donazioni o elargizioni, la quota dell’Oblazione potrebbe essere ridotta. Una fonte ulteriore di entrate nelle casse del CPO che i legali stanno seriamente considerando è il risarcimento pecuniario del danno d’immagine che il CPO ed alcuni dei suoi Soci stanno ricevendo negli ultimi mesi da alcune espressioni molto gravi che sono apparse sulla rete. I titolari che si riconoscono nelle espressioni su citate saranno chiamati a rispondere anche economicamente, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi del CPO e quindi favorendo il riconoscimento dell’Osteopatia.

16) Perché l’Oblazione per aderire al CPO è così alta?

  • Al momento della sua costituzione, il CPO si è trovato davanti ad un preventivo di spesa per il Progetto di Costituzione pari ad € 30.000. I Componenti costituenti erano in 6 e una ripartizione equa ha determinato l’importo dell’oblazione (come da delibera del 26 giugno 2014) che è risultata pari ad € 5.000 € per ciascun Componente costituente.
  • Nella delibera attualmente in vigore, del 26 giugno 2014, è stabilito, inoltre, che ogni Componente aderente debba contribuire al fondo patrimoniale con una oblazione pari a quella versata dai Componenti costituenti, avendo in effetti gli stessi diritti
  • Per l’anno 2014 si stanno già prefigurando altri scenari di spesa per il CPO (Eventi, Convegno, Conferenze Stampa, Ufficio di Rappresentanza, ecc), che saranno assorbiti dall’entrata di nuovi Componenti e da nuove Oblazioni raccolte tra tutti i Componenti del CPO o da altre fonti di finanziamento.
  • Lo Statuto all’Articolo 18 – Eleggibilità, Gratuità e Durata delle cariche stabilisce che: “Tutte le cariche nel Comitato sono a titolo onorifico, sono svolte a titolo gratuito, fatto salvo il rimborso delle sole spese sostenute e giustificate”. Pertanto non sono previste né permesse forme di pagamento e/o stipendio e/o diaria per i Componenti, i Consiglieri e chiunque assuma le cariche del CPO.

17)  Come avvengono i Controlli sulle Scuole che aderiscono al CPO?

  • Le Scuole che aderiscono al CPO sottoscrivono un documento di Autocertificazione sui criteri di ammissione, spiegando quali requisiti sono già in essere e quali in progettazione.
  • Dall’autunno 2014 una Società che opera nell’ambito EQF Europeo ed EUROPASS assumerà l’incarico delle visite ispettive (Audit), il cui scopo non è dividere i “buoni” dai “cattivi”, ma evidenziare le eventuali difformità e/o criticità e sostenere le opportune “azioni correttive” per la “riconversione e/o riqualificazione” di tutte le Scuole, Istituti, Enti associati.
  • La stessa identica procedura si applica alle Scuole configurate come Soci Costituenti.

18)  Cosa di concreto ha fatto il CPO?

  • Il CPO, nel nome della tutela dell’Osteopatia ha riunito i Tecnici delle Istituzioni che operano quotidianamente nel SSN, nel MIUR, nel Ministero del Lavoro e nel Ministero della Salute. Ha riunito avvocati e giuristi esperti di diritto intellettuale, diritto internazionale e diritto sanitario per il raggiungimento dei suoi obiettivi.
  • Il CPO ha posto le basi per dare vita ad una rete, un network costruito attorno all’Osteopatia, formato da cuori e da cervelli, da uomini, donne e soprattutto da idee, rappresentato dai Direttori e Delegati di Scuole, Enti ed Istituti che si occupano di Osteopatia da tempo e con continuità.
  • Il CPO ha avuto l’avvedutezza di presentarsi alle Istituzioni come gruppo di collaborazione (nonché di pressione) per adeguare la procedura del riconoscimento della Formazione e della Professione alle aspettative degli osteopati che da 30 anni esercitano in Italia e per tutelare e conservare il Know How delle scuole.

19) Cosa di concreto farà il CPO?

  • Organizzerà, con l’aiuto delle Scuole, degli Enti e degli Istituti aderenti e comunque vicini al CPO, Eventi in grado di esaltare gli aspetti Culturali, Filosofici, Sociali, Sportivi, Politici, Etici, Antropologici, Sanitari, Preventivi… dell’Osteopatia
  • E’ in procinto di programmare un Convegno tra novembre e febbraio 2014-15 dal titolo: “Osteopatia: Presente e Futuro”, a cui saranno invitati rappresentanti politici e delle istituzioni, giornalisti e divulgatori, giuristi ed esperti di diritto intellettuale e tutela del know how, esperti delle procedure di riconoscimento delle competenze acquisite, nonché gli attori della Professione, Formazione e Ricerca in Osteopatia presenti sul territorio nazionale ed internazionale
  • E’ in fase di pubblicazione il “Manifesto della Professione e della Formazione in Osteopatia”, una raccolta di testi referenziati che sarà proposto alle Istituzioni come guida di riferimento nella tutela del patrimonio intellettuale, culturale, socio-sanitario dell’Osteopatia.
  • Nel dialogo attivo con le Istituzioni e con le Associazioni di Osteopati sul territorio, il CPO si propone di sostenere la riqualificazione delle Scuole e degli Istituti di Formazione circa il proprio percorso formativo e clinico-assistenziale agli standard che saranno richiesti dalle Istituzioni. Una volta individuati criteri e standard, il CPO si organizzerà per favorirne il raggiungimento da parte delle Scuole e degli Istituti associati.
  • Il CPO si propone per collaborare con le Associazioni di Osteopati per favorire e rendere possibile con la maggiore semplicità ed economicità possibile, la sanatoria ed il riconoscimento del pregresso. Per tutti coloro che sono in possesso di un titolo di Osteopata D.O. rilasciato dalle nostre Scuole in questi quasi 30 anni, senza distinzioni.

20) Il CPO si sta relazionando nella maniera adeguata?

  • Il CPO sta continuamente diffondendo informazioni chiare a tutti i Direttori di Scuola, a tutti i Presidenti delle Associazioni degli Osteopati e a coloro che contattano e/o vengono contattati dal CPO, anche grazie al Sito WEB www.comitato-osteopatia.it dove sarà possibile trovare i Documenti nazionali ed internazionali di interesse per intervenire nel processo di Riconoscimento e successiva Riqualificazione.
  • L’informazione ricorrente oltre agli scopi istituzionali, in calce sullo statuto del Comitato, è che nel CPO “un Socio vale un Voto” in Assemblea, perché tutti i Soci sono uguali e non c’è nessun interesse nascosto che porta a dover ritenere che qualcuno voglia essere “più uguale” di altri.
  • La dichiarazione di apertura fatta alla conferenza del 24 Luglio 2014 dai componenti del CPO (presenti almeno dodici Direttori/Delegati di Scuole, oltre quelle del Comitato e studenti) è che il Comitato è in effetti un “Gruppo di Pensiero ed Intelletto”, promuove il pensiero su cosa sia e come debba essere espletata la professione dell’Osteopata e su come possa essere realizzata la formazione delle competenze dell’Osteopata.
  • Il CPO si sta relazionando in modo ufficiale con conferenze, portale web, incontri, riunioni, comunicati, conferenze WEB in streaming, verbali… tutto con l’unico scopo di creare una forte aggregazione utile al raggiungimento della tutela della Formazione delle Competenze dell’Osteopata.

21) Perché c’era bisogno del CPO?

  • C’era bisogno del CPO, perché c’è bisogno di Osteopatia
  • C’è bisogno di Osteopatia in Italia, nelle Istituzioni, nella Politica, nella Cultura, negli Ospedali, nelle Cliniche Universitarie, nella Popolazione…
  • Il CPO crede fortemente che “I valori etici, culturali e filosofici di cui l’Osteopatia è portatrice potranno avere un effetto virale nel rilanciare la percezione che la popolazione ha della propria salute, del benessere, delle responsabilità personali sul proprio corpo e della Sanità in genere
  • Il CPO ritiene di poter dare (e ha già cominciato a dimostrarlo) un contributo importante e fondamentale al mantenimento di quel “Patrimonio Osteopatico Italiano” di cui le Scuole, le Cliniche, ogni singolo Professionista Osteopatia (sanitario o meno) sono portatori.
  • Tutto questo senza dividere, spadroneggiare, controllare… ma ponendosi al servizio dell’Osteopatia e favorendo il necessario processo di riqualificazione delle Scuole e degli Osteopati, verso il rafforzamento della vera Identità Osteopatica Italiana.

Info

Sito WEB :www.comitato-osteopatia.it
MAIL: comitato.osteopatia@gmail.com