“C’è una base comune nelle due discipline, una base che le unisce in modo profondo: entrambe prendono in esame l’uomo nel suo insieme e considerano il suo organismo come un’entità in cui ogni parte è sempre, ed in qualsiasi momento, in relazione con il tutto”. A parlare così, spiegando come l’Osteopatia sia vicina alla Neuralterapia – una branca della Medicina Funzionale sviluppata sin dagli anni ’20 dai medici tedeschi Walter e Ferdinand Huneke – è il prof. Piergiovanni Pavesi, pioniere della Neuralterapia in Italia, medico chirurgo specializzato in Anestesia, Rianimazione e Terapia del dolore.

A suffragare questa attinenza, l’osteopatia ha avuto un ruolo importante all’interno del Master della Società Italiana Medicina Funzionale svoltosi a Tirrenia nello scorso giugno, in cui l’osteopata Franco Maiuri invitato dallo stesso Pavesi, è intervenuto con una conferenza conclusiva dal titolo: L’Osteopatia incontra la Neuralterapia. “Un’occasione importante – ci spiega Maiuri – in cui ho potuto illustrare davanti ad un pubblico di oltre 40 medici estremamente interessati, di svariate specialità e provenienti da tutta Italia, l’arte dell’osteopata dal punto di vista storico, delineando le varie fasi evolutive, e dal punto di vista tecnico illustrando la specificità della nostra pratica, indugiando particolarmente sull’aspetto cranio sacrale, descrivendo nello specifico il movimento presente”.

Franco Maiuri, osteopata

Una partecipazione apprezzabile, che segna un passaggio ulteriore della disciplina osteopatica nel cammino verso la complementarietà alla medicina ufficiale ed al suo pieno riconoscimento, così come confermato proprio dal dott. Pavesi, organizzatore del Master. “Ho pensato che potesse essere di grande utilità per la pratica neuralterapeutica un avvicinamento  all’Osteopatia – ci spiega il dott. Pavesi – proprio perché quest’ultima le è affine e in un certo senso complementare, e ne amplia gli orizzonti. Infatti ho lavorato per molti anni con un osteopata che ho voluto accanto a me nel mio studio, ed ho avuto modo di constatare che questa collaborazione rendeva più semplici, veloci ed efficaci i miei interventi sui pazienti, per cui vedrei sicuramente il futuro di questa pratica a fianco della medicina. Per questo mi auguro che quanto prima l’Osteopatia venga riconosciuta ufficialmente anche in Italia, anche perché la preparazione di un osteopata è molto lunga, approfondita, seria, e presuppone una vastissima conoscenza dell’anatomia e della fisiologia, che sono assolutamente indispensabili anche per un medico che voglia dedicarsi alla Neuralterapia”.



Tutti i componenti del corpo umano (ossa, muscoli, nervi, cute, sottocute, tessuto connettivo, organi, ecc …) vengono visti come aventi strettissimi rapporti tra loro, per cui ogni intervento su una parte implica un coinvolgimento di tutto il network dell’organismo. Questa la risposta del luminare della Neuralterapia nell’intervista rilasciataci a proposito dei punti di contatto tra le due discipline che, oltre ad interessarsi entrambe alla spina dorsale e a tutta la sua innervazione, condividono princìpi fondamentali, come quello dell’autoregolazione dell’organismo umano nel ripristino del proprio equilibrio e della salute fisica e mentale.

“Per questo motivo si può parlare del concetto di “prevenzione” che accomuna le due pratiche terapeutiche – conferma il chirurgo – in quanto ristabilendo un naturale, armonico equilibrio nell’organismo, si terrà automaticamente lontana la possibilità di insorgenza di eventi patologici”.

L’attenzione al paziente e la ‘profonda empatia’ con il suo fisico e la sua mente sono princìpi non secondari a spiegare l’interrelazione tra la disciplina osteopatica e quella neuralterapeutica secondo il dott. Pavesi, il quale a questo proposito chiosa: “per un medico ‘innamorato’ della sua professione, come ritengo di essere, è il punto umanamente imprescindibile da cui partire per ottenere il ‘miracolo’ di una guarigione”.