Il Diaframma, re del sistema fasciale. Questo il titolo dell’intervento dell’osteopata Massimo Valente al III° Convegno Nazionale sull’Osteopatia Fasciale su “interdisciplinarietà”, conclusosi lo scorso 22 settembre a Varazze con l’obiettivo di enfatizzare il ruolo degli scambi di competenze professionali fra le varie scuole e metodiche osteopatiche e fra l’Osteopatia e le varie branche della Medicina.

Finalizzato ad esporre la centralità del ruolo del diaframma per l’equilibrio del corpo, l’intervento parte da un gap esistente nel mondo dell’Osteopatia e non solo, ponendo al centro dell’attenzione la Respirazione, a partire da tutte le false credenze in merito che vanno scardinate. Una su tutte: “per respirare di più bisogna allargare il torace”.
In questo principio risiede il malinteso più grande, ossia quello di “dimenticare” che l’iperventilazione è alla base delle più frequenti patologie di cui siamo “vittime”. Allo stato dei fatti, tuttavia, come emerge dall’intervento di Valente “durante le 24 ore il diaframma movimenta una quantità di sangue 4 volte superiore a quella del cuore”, lasciando quindi pochi margini di dubbio sull’importanza di questo muscolo “che ha grandissimi effetti sulla circolazione, sul ritorno venoso e sulla circolazione linfatica” .

A partire da delle risonanze magnetiche in movimento “b-tfe cine T2 pesata” realizzate nel 2000 e nel 2012 nel centro di Ricerche Radiologiche di Molfetta, Massimo Valente ha testato in prima persona, sottoponendosi alle RMN, i vari tipi di respirazione con l’obiettivo di verificare esattamente il movimento del diaframma nelle sue diverse modalità: nella respirazione esclusivamente diaframmatica, tossendo, sbadigliando, ridendo e piangendo.



Nell’analisi delle concause che concorrono al manifestarsi di un problema, la modalità con cui il diaframma si muove è determinante per spiegare il funzionamento degli organi e, dunque, per l’equilibrio generale tra “struttura e funzione”. Stando all’analisi dell’osteopata Valente, supportata dalle chiarificative risonanze in movimento, anche il fegato ed il suo funzionamento è correlato alla mobilità del diaframma, così come la mobilità dell’intestino e quella renale. Perciò alcune patologie, come i reflussi gastroesofagei, ne sono la conseguenza diretta.

“La conoscenza della corretta mobilità del diaframma, se insegnata ai pazienti – ha spiegato Valente – può essere di grande aiuto affinché attraverso semplici esercizi da svolgere autonomamente, possano consolidare nel tempo i benefici dei trattamenti osteopatici”.

A breve saranno disponibili le altre relazioni presentate a Varazze.

Per saperne di più: www.tuttorespiro.it

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