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A. T. Still’s Technique

La Still Technique è un metodo manipolativo che fu scoperto ed usato dal fondatore dell’Osteopatia A.T. Still. Tuttavia, ciò che è pervenuto nella letteratura dell’epoca delle descrizioni di tale tecnica manipolativa è insufficiente a ricostruire con esattezza in cosa essa consistesse veramente.

Gran parte degli scritti dello stesso Still, descrivono i motivi di consultazione e gli esiti del trattamento da lui applicato, senza però minuziosi dettagli sulle tecniche svolte nella sessione terapeutica. Tale insufficienza di dati sembra essere stata intenzionale da parte del Dott. Still, che nel suo libro Osteopathy, Research and Practice era dell’opinione che “Each operator should use his own judgement and choose his own method of adjusting all bones of the body”.

Originariamente applicato dal Dott. Still per la correzione delle bony luxations, tale approccio si è poi con il tempo esteso fino ad essere applicato in ambito fasciale e cranio sacrale. I risultati erano e sono immediati e il più delle volte stupefacenti.

McConnell & Teal (1898, 1900); Hazzard (1905) e Ashmore (1915), ci descrivono come la tecnica specifica di Still, non fosse una tecnica diretta come un thrust, ma richiedesse piuttosto di mobilizzare ossa e tessuti molli circostanti attraverso lo stesso pattern che li aveva portati in disfunzione, in una modalità chiamata esagerazione della lesione.
Con tale termine ci si riferiva al principio base di assecondare inizialmente i vettori disfunzionali della lesione per poi correggerli seguendo una procedura rapida, efficace e indolore. E’ forse per queste ragioni storiche e pratiche che gli osteopati iniziarono a denominare la disfunzione somatica in base ai vettori di mobilità preferenziale della lesione stessa? Da tale posizione, una forza di trazione o compressione veniva applicata dall’operatore fino a che, seguendo il naturale svolgimento delle tensioni, si giungeva alla barriera disfunzionale e si finisse con l’attraversarla.



Una delle rare descrizioni ci viene fornita da Hazzard (The Practice and applied Therapeutics of Osteopathy,1905) è: primo, l’articolazione interessata viene contattata precisamente e la sua posizione esagerata. Secondo, una forza di compressione assiale viene applicata attraverso l’articolazione perpendicolarmente al piano di restrizione di mobilità. Terzo, un movimento a velocità moderata viene introdotto lungo il piano di restrizione verso e attraverso la barriera motrice. Dalle descrizioni di Hazzard, questa tecnica sembra avere ottimi risultati nel ripristinare la mobilità articolare compromessa, nel ridurre aderenze, beneficiando del naturale ritorno elastico dei tessuti portati in esagerazione della disfunzione.

Da aggiungere che lo sforzo intellettuale e pratico, nonchè l’impegno nella revisione letteraria, da parte di Van Buskirk (2000), hanno consentito di definire i 6 punti cardine per l’esecuzione di questa tecnica; nonché di avanzare le ipotesi neurofisiologiche più accreditate dietro la sua indiscussa efficacia.
Infine, Hazzard (1905) così come Sutherland (1939), descrivono come la Still Technique venisse applicata da Still stesso e dai suoi studenti non solo per restrizioni articolari, ma anche in quelle dei tessuti molli, includendo muscoli, legamenti, fasce e suture, deducendo che venisse applicata per disfunzioni cranio-sacrali, così come su quelle connettivali. Il principio è esattamente lo stesso, solo che invece di articolazioni e barriere motrici, parliamo di fasce e aderenze connettivali di lieve o grave entità, o di disfunzioni craniali comprese le lesioni intraossee.
La visione pionieristica Stilliana, aveva intuito che “Fascia is the place to look for the cause of disease and the place to consult and begin the action of remedies in all diseases”, “By its action we live and by its failure we die” (Philosophy of Osteopathy, A.T.Still, 1900)


Osteopata Redazione

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