Cari Colleghi,
cerchiamo di ricapitolare cosa è successo in questi giorni vista la tempesta mediatica che ci ha travolto.
Il 22 gennaio alle 20,30 al Maxxi di Roma, Vianello presenta il suo libro “Ogni parola che sapevo”.
Il 23 gennaio, alle 12.39 esce su agi.it il primo articolo sull’argomento, che parla però in maniera generica delle manipolazioni cervicali.
Segue un articolo de Il Messaggero in cui si fa chiaro riferimento ad osteopati e chiropratici nel titolo.
Sempre giovedì 23 gennaio il Tg2 manda in onda un’intervista al giornalista Vianello in cui si chiosa sui rischi delle manipolazioni cervicali in riferimento sempre all’osteopatia. Qui l’intervista.
L’attenzione resta alta anche nei giorni seguenti tanto che il 25 gennaio è Il fatto quotidiano a dare voce a questa faccenda, sempre riferendosi ad osteopati e chiropratici, con un titolo allarmante: “Andrea Vianello, dopo l’ictus avverte: “Attenzione alle manipolazioni al collo fatte da osteopati o chiropratici”.
Dalla ricostruzione storica che Andrea Vianello fa nel suo libro in fondo a questa pagina, il 31 gennaio del 2019 si è sottoposto all’ultima seduta osteopatica; il giorno seguente, venerdì 1 febbraio, ha fatto la trasmissione e il 2 febbraio ha avuto un ictus.
Nel libro racconta della sua riabilitazione “lenta e sfibrante” come lui stesso la definisce.
Il 23 appena uscita la prima notizia siamo stati immediatamente coinvolti nella gestione dell’informazione e abbiamo dovuto scegliere come gestirla. Si è scelto in maniera condivisa con le associazioni di riferimento di non replicare per evitare di alimentare il fuoco nella speranza che la notizia non fosse ripresa nei social, cosa che difatti è successa solo con il primo articolo che, essendo generico, coinvolgeva tutti i terapisti manuali. Cosa diversa è accaduta col secondo articolo che ha scatenato la reazione di alcuni fisioterapisti e medici “avversi” all’osteopatia.
Solo al quel punto, quando ormai la situazione mediatica è andata fuori controllo, è uscito il primo comunicato della AISO.
Il ROI ha cercato di contattare direttamente Vianello finché ha pensato bene di rivolgergli una lettera aperta, ripresa poi da Quotidiano Sanità il 26 gennaio (qui la lettera del ROI).
Sempre il 26 gennaio Quotidiano Sanità pubblica un articolo dal titolo: “Andrea Vianello dopo l’ictus: “Attenzione alle manipolazioni al collo. Due giorni prima ero andato a farle da osteopata”.
Su facebook ovviamente si è svolto il processo mediatico, che è in assoluto uno degli aspetti più tristi dell’epoca in cui viviamo. Tutti contro tutti: osteopati contro osteopati, professioni già sanitari contro quelli che non lo sono ancora, medici contro osteopati e chiropratici, terrore diffuso in tutte le categorie di pazienti.
Il 27 gennaio interviene sul tema “dissecazione della carotide e manipolazioni cervicali” il magazine della Fondazione Veronesi intervistando all’uopo Mauro Silvestrini, direttore della clinica neurologica e della stroke unit dell’azienda ospedaliero-universitaria Ospedali Riuniti di Ancona il quale, riferendosi alla possibilità che il trattamento osteopatico abbia potuto causare l’ictus, assume una posizione più cauta dichiarando “esigui” gli episodi simili registrati, a fronte di un numero ben più elevato di persone che si sottopone a trattamenti osteopatici.
Intanto martedì 28 gennaio, sempre Quotidiano Sanità pubblica un articolo che fa il punto sullo status giuridico e sullo stallo del processo di regolamentazione a due anni dalla legge 3/2018 (legge Lorenzin). Qui l’articolo.
Giovedì 30 gennaio finalmente la presidente del ROI, Paola Shiomachen, riesce a parlare con Vianello chiarendo la nostra posizione e sottolineando le differenze tra l’osteopatia e il trattamento che lui ha ricevuto e chiedendo una aiuto per il riconoscimento della professione.
Il 31 gennaio il giornalista Vianello, ospite del programma “Uno, Nessuno, 100Milan” di Radio 24, ha voluto fare chiarezza sulle posizioni espresse a proposito dell’osteopatia sottolineando con decisione l’importanza del pieno riconoscimento della professione osteopatica (qui l’audio della puntata. Ascoltare dal min. 26).
La situazione mediatica ha subito però un nuovo cambio di rotta con l’articolo apparso su La Repubblica dell’11 febbraio dal titolo Ictus da osteopatia un rischio possibile a firma di Giuseppe Del Bello.
Quali sono le nostre considerazioni:
– primo o poi sarebbe dovuto succedere perché lo dice la statistica, quello che non ci ha aiutato è che è successo a un giornalista che ha necessità di rientrare nel giro e ha scelto una modalità per farsi pubblicità approfittando della stupidità del genere umano (purtroppo compresi noi)
– l’errore più grave che potevamo fare è prendercela con un collega senza sapere cosa fa esattamente a prescindere da quello che Vianello scrive nel libro (non vi nascondo che ho sbagliato pure io);
– Vianello non ha denunciato il collega e se lo avesse fatto difficilmente avrebbe potuto dimostrare il nesso di causalità, invece ci sono le condizioni per denunciare il giornalista per diffamazione, ma capite bene che questo non ci porterebbe nessun vantaggio.
Quali sono le implicazioni di questa storia:
– quello che dobbiamo evitare ora che siamo in fase di riconoscimento, è che avvenga quello che è successo in Francia, ossia che ci impediscano di fare le manovre cervicali.
Ciò che possiamo fare è pensare in termini positivi e cercare di portare a nostro vantaggio la storia partendo da questa pagina del libro:
Facendo di Vianello un nostro alleato nella “battaglia” del riconoscimento e utilizzando la sua di battaglia (dopo averlo convinto della qualità del nostro lavoro) per non perdere la possibilità di fare eventualmente le manovre alle cervicali, se fatte con le dovute precauzioni.
Forse in conferenza stampa avrebbe dovuto dire che se pure la manovra chiropratica possa essere stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, quello che lo ha riempito è stato il fumo e le abitudini di vita. È come prendersela con la busta della spesa per il colpo della strega.
Cosa abbiamo scelto di fare noi di tuttosteopatia
Come avete potuto notare nella parte pubblica non abbiamo pubblicato nulla, anzi abbiamo messo l’intervista al collega Montepaone con la Littizzetto.
La nostra scelta da sempre e è di mettere in evidenza le cose positive. Non abbiamo mai fatto riferimento al collega in questione perché – nonostante probabilmente non avrebbe avuto in questo momento i requisiti per essere accettato da tuttosteopatia, e ancora meno dal Roi, anche se regolarmente iscritto all’albo dei fisioterapisti – riteniamo che una simile ipotesi di associazione causa effetto potrebbe succedere a chiunque di noi.